Saturno 1630-1656
I disegni di I03920 Francesco Fontana sono tratti dalla sua opera {B-0023.00_.1646} "Novae coelestium et terrestrium rerum Observationes" (1646)
quelli di I04234 Pierre Gassendi da {B-0119.04_.1658} "Opera Omnia, IV" (1658)
quelli di I04234 Pierre Gassendi da {B-0119.04_.1658} "Opera Omnia, IV" (1658)
Prima di Huygens
Uno dei pochi che compì osservazioni sistematiche di Saturno negli anni 1630 fu Pierre Gassendi (tali osservazioni furono pubblicate postume nella "Opera Omnia", 1658). Ecco come Gassendi commentò la prima osservazione (19.06.1633):
{B-0119.04_.1658} p. 142 ➤ Verso le 10, quando osservai Saturno con il tubo attraverso delle aperture fra le nubi, era arrotondato come un bozzolo, quello da cui si trae il filo di seta. Il diametro più lungo (diretto approssimativamente lungo lo zodiaco) appariva appena più piccolo del diametro di Venere; per essere sicuro, ognuno dei diametri ripetuto 8 o 10 volte appariva circa uguale al diametro dell'apertura del tubo. E invero, nel lato precedente di Saturno l'ansa o piccola appendice appariva piuttosto confusamente, ma nel lato seguente Saturno l'ansa era mostrata in modo interamente distinto; e il tutto fu visto in questa forma e grandezza: .... Certe volte il corpo di Saturno appariva rotondo e senza raggi circondanti le anse su tutti i lati, e altre volte appariva piuttosto confusamente, quando le stesse anse avevano una diffusione simmetrica tutt'attorno ad esso.
La figura ➤ contrasta la descrizione del "bozzolo". In effetti, l'anello era molto aperto, e Gassendi deve averlo visto come una figura ovale; non avendo confidenza con una forma del genere, lo disegnò trisferico. L'anno dopo (13.04.1634), al contrario, disegnò un vistoso ovale p. 183 ➤ ; il 20.11.1636 disegnò una forma simile all'anello che conosciamo p. 362 ➤ ; il 13.12.1638 disegnò una forma molto allungata p. 418 ➤ . Mentre l'aspetto "rotondo" o "solitario" di Saturno nel 1626 fu osservato da pochi, la fase rotonda del 1642 causò un grande interesse. Ecco il commento di Gassendi (10.8.1642):
{B-0119.04_.1658} p. 441 ➤ Quando diressi il mio telescopio verso Saturno, osservai qualcosa di inaspettato; cioè Saturno senza le sue anse, come non l'avevo mai visto prima. Non posso stabilire da quando ha iniziato ad essere così, e quindi rimpiango molto di non averlo osservato più spesso. Difatti, sono passati 32 mesi dall'ultima osservazione. Ricordo anche che il grande Mersenne, quando domandò il mio telescopio 10 mesi fa, disse, nel restituirmelo, che non era riuscito a vedere alcuna ansa, ma era sicuro che ciò dipendesse dalla debolezza della sua vista. Così non osservai Saturno per vedere se aveva anse. Io ho immediatamente avvisato i miei amici... di questa cosa, di osservare loro stessi questa cosa notevole...
I01419 Boulliau, che aveva iniziato le sue osservazioni nel 1622 o prima, realizzò la prima osservazione di Saturno nel 1642, come I05372 Hevelius; I10324 Riccioli e I04737 Grimaldi iniziarono nel 1643.
Gassendi discusse le sue osservazioni nel vol. II di {B-0521.02_.1649} "Petri Gassendi Animadversiones in decimum librum Diogenis Laertii ..." p. 904 ➤
In {B-0023.00_.1646} "Novae coelestium et terrestrium rerum Observationes" ➤ Francesco Fontana pubblicò le sue osservazioni di Saturno (fra il 1630 e il 1645). Tuttavia, prima di questa data, circolarono in Italia (e anche oltralpe) dei suoi disegni. In fondo alla pagina, una sua osservazione del 1636. Lui sfoggiava delle forme mai viste, affermando che solo i suoi perfezionati cannocchiali permettevano di vedere il vero aspetto del pianeta. Il clamore causato dalla notizia di queste osservazioni crebbe, e anche Antonio Santini, amico di Galileo, rimase impressionato; inviò delle riproduzioni del disegno di Saturno:
Santini a Peter Linder, 6 ottobre 1638, {L-01420} I25787 I26103 D16381006 in {B-0122.A2_.2015} p. 383
Santini a Castelli, 8 ottobre 1638, {L-01421} I25787 I02095 D16381008 in {B-0122.A2_.2015} p. 385
Fontana aumentò lo scalpore facendo circolare anche degli stranissimi disegni di Marte, con una pallina al centro (questo fatto sarà trattato in un apposito capitolo).
Gassendi discusse le sue osservazioni nel vol. II di {B-0521.02_.1649} "Petri Gassendi Animadversiones in decimum librum Diogenis Laertii ..." p. 904 ➤
In {B-0023.00_.1646} "Novae coelestium et terrestrium rerum Observationes" ➤ Francesco Fontana pubblicò le sue osservazioni di Saturno (fra il 1630 e il 1645). Tuttavia, prima di questa data, circolarono in Italia (e anche oltralpe) dei suoi disegni. In fondo alla pagina, una sua osservazione del 1636. Lui sfoggiava delle forme mai viste, affermando che solo i suoi perfezionati cannocchiali permettevano di vedere il vero aspetto del pianeta. Il clamore causato dalla notizia di queste osservazioni crebbe, e anche Antonio Santini, amico di Galileo, rimase impressionato; inviò delle riproduzioni del disegno di Saturno:
Santini a Peter Linder, 6 ottobre 1638, {L-01420} I25787 I26103 D16381006 in {B-0122.A2_.2015} p. 383
Santini a Castelli, 8 ottobre 1638, {L-01421} I25787 I02095 D16381008 in {B-0122.A2_.2015} p. 385
Fontana aumentò lo scalpore facendo circolare anche degli stranissimi disegni di Marte, con una pallina al centro (questo fatto sarà trattato in un apposito capitolo).
B. Cavalieri a B. Castelli, 2 ottobre 1638, {L-00098} I02115 I02095 D16381002 ➤ S'intende che un tal Sig.r Francesco Fontana in Napoli habbi talmente migliorato il telescopio, che scuopra in cielo cose nuove e massime ne' pianeti; e perchè mi scrivono che V. P. Rev.ma ha corrispondenza con questo tale, e ch'egli li habbi mandato uno di questi suoi occhiali per il Ser.o G. Duca, perciò la prego di farmi tanto favore di dirmi se è vero o no che quello trapassi di eccellenza quello che ha il Sig.r Galileo et anco V. P. Rev.ma, e che si vegga Giove con le inegualità delle macchie antiche della Luna, Marte con un cerchio focoso intorno al suo centro, che dicono apparire oscuro, et altre cose, che non ardisco dire dubitando di non farla ridere. Non però voglio credere che non possi esser qualcosa, ma sino che da lei non me ne viene fatto fede, non mi risolvo a darli credenza.
Notizie della strepitosa fama di Fontana arrivarono anche Galileo, completamente cieco nella sua reclusione di Arcetri. Ecco cosa ne pensava:
Galileo a Elia Diodati, 15 gennaio 1639, {L-00099} I04162 I26104 D16390115 in {B-0122.A2_.2015} p. 390 A quello poi ch' ella mi dimanda circa i telescopii del Fontana di Napoli, e delle novità che viene a V. S. molto Ill.re scritto essere state osservate, le dico che il Gran Duca n' ha ricevuti tre o quattro di diverse grandezze, l'ultimo de' quali grandissimo è lungo dieci braccia, e mi pare intendere che la sola lente sia stata pagata 300 scudi. Il medesimo Gran Duca ne ha molti altri, lavorati qua, ma né di tanta lunghezza, né di tanta perfettione. Io, come impotente, sono rimasto privo del potere sensatamente osservare niuna cosa; ma l'istesso Gran Duca, con alcuni gentilhuomini miei familiari, e molto esercitati nelle osservationi, non riferiscono tutto quello di che ella ha havuto per altra via informatione, cioè dal molto Rev.do Padre Santini, mio antico e carissimo amico e padrone, et egli senza alcun dubio è stato hyperbolicamente informato da Napoli.
Quanto all'ingrandire gli oggetti più degli altri telescopii nostrali e più corti, è verissimo: e circa all'ingrandire la luna e mostrarla maggiore del mercato di Napoli, questo è un parlare de volgo, argomento della poca intelligenza del Napolitano artefice, che lo scrive. Del vedervisi infinite differenze è vero, ma sono le medesime che si veggono co' i telescopii nostri, ma alquanto più conspicue mercé dell'ingrandimento; ma non è già che vi si scorgano cose nuove e differenti dalle prime scoperte da me e poi riconosciute da molti altri.
Quanto al pianeta di Marte, si è osservato che essendo al quadrato col Sole, ei non si vede perfettamente rotondo, ma alquanto sguanciato, simile alla luna quando ha 12 o 13 giorni, che dalla parte opposta alla tocca da i raggi solari resta non illuminata, e per conseguenza non veduta: cosa che io già dicevo dover apparire quando Marte fusse poco superiore al sole; ma i nostri telescopii, come quelli che non ingrandiscono tanto, non ci mostravano al senso la rotondità non perfetta di esso Marte. Qui credo che habbia origine il dire che in esso si scorga come una gran montagna; cosa che qua non è osservata, né forse osservabile.
Che Giove parimente si mostri grande come Marte, et amendue come la Luna, questo è verissimo: e potrannosi anco ingrandire sì che mostrino maggiore.
Quanto a Saturno et alla figura che V.S. molto ill.re mi manda, non potendo io vedere né la figura né riosservare Saturno, da quello che mi vien referto da gli amici miei qui, non si scorge novità alcuna oltre a quelle che scopersi io già e scrissi nelle mie Lettere Solari et altrove; cioè che il corpo di Saturno si vede in alcuni tempi con due minori corpicelli, ancor essi rotondi, uno a levante et l'altro a ponente, in altri tempi si vede solitario,, cioè un solo globo luminoso, in altri tempi i due glibetti sopraddetti ritornano, ma trasformati come due mitre o orecchioni, che rendono tutto il composto di figura ovale, simile a una uliva: si distingue però tra le due mitre il globo di mezzo perfettamente rotondo, e non di figura ovata, e nel mezzo delle attaccature delle mitre al globo di mezzo si veggono due macchie oscure assai. Tutto questo è stato osservato, né di nuovo ci si vede altro che un maggiore ingrandimento, mercé di questi nuovi telescopii più lunghi.
Lucida analisi. Ma le vanterie di Fontana continuarono ad accrescere la sua fama.
Il pastore I05454 Matthias Hirzgarter con genuino entusiasmo scrisse il libro {B-0019.00_.1643} "Detectio Dioptrica" (1643) proprio per celebrare le meraviglie rivelate dai cannocchiali, ed elesse come suo campione Francesco Fontana (che non citò mai per nome, ma come "un ingegnoso gentiluomo napoletano").
La seconda figura in fondo alla pagina, tratta dal libro di Hirzgarter vedi, mostra che una volta tanto l'incisore fu più più abile dell'osservatore.
In {B-0022.01_.1645} "Oculus Enoch et Eliae" (1645) I10311 Rheita diede una ingenua interpretazione di Saturno. Suggerì che ognuno dei due corpi laterali di Saturno avessero un emisfero chiaro ed uno scuro e si muovessero attorno a Saturno senza ruotare sui loro assi rispetto alle stelle fisse. Secondo lui, tutte le apparenze di Saturno potevano essere spiegate così, ma non diede i periodi di questo moto e non tenne in nessun conto della forma con i "manici" p. 277 ➤
In {B-0024.00_.1647} "Selenographia" (1647) Hevelius inserì una tavola con disegni di Saturno realizzati nel 1642 e il 1647 ➤. Hevelius scrisse:
Il pastore I05454 Matthias Hirzgarter con genuino entusiasmo scrisse il libro {B-0019.00_.1643} "Detectio Dioptrica" (1643) proprio per celebrare le meraviglie rivelate dai cannocchiali, ed elesse come suo campione Francesco Fontana (che non citò mai per nome, ma come "un ingegnoso gentiluomo napoletano").
La seconda figura in fondo alla pagina, tratta dal libro di Hirzgarter vedi, mostra che una volta tanto l'incisore fu più più abile dell'osservatore.
In {B-0022.01_.1645} "Oculus Enoch et Eliae" (1645) I10311 Rheita diede una ingenua interpretazione di Saturno. Suggerì che ognuno dei due corpi laterali di Saturno avessero un emisfero chiaro ed uno scuro e si muovessero attorno a Saturno senza ruotare sui loro assi rispetto alle stelle fisse. Secondo lui, tutte le apparenze di Saturno potevano essere spiegate così, ma non diede i periodi di questo moto e non tenne in nessun conto della forma con i "manici" p. 277 ➤
In {B-0024.00_.1647} "Selenographia" (1647) Hevelius inserì una tavola con disegni di Saturno realizzati nel 1642 e il 1647 ➤. Hevelius scrisse:
{B-0024.00_.1647} p. 42 ➤ Sono interamente dell'opinione che Saturno non appare sempre oblungo e fatto appuntito da due piccoli globi, ma che occasionalmente questi corpi si nascondono dietro Saturno, come due stelle che girano attorno a Saturno.
{B-0024.00_.1647} p. 44 ➤ Cosa siano di fatto i corpi di queste due braccia di Saturno: se essi sono sempre visibili in una forma simile a quella della Luna crescente o calante, e alla stessa distanza da Saturno e con la stessa larghezza, o se sono corpi parzialmente rotondi, che a tempi definiti sono accresciuti e decresciuti e variano il loro moto, e a volte avvicinano Saturno più strettamente e altre volte sono persino completamente occultati, Io non sono ancora stato in grado di decidere a questo momento. Questo perché il pianeta completa il suo periodo molto lentamente, e quindi, necessita diligente osservazione per molti anni con... tubi più lunghi, dotati di lenti lavorate ingegnosamente. Quindi io sospendo il mio giudizio e riservo l'argomento per un'altra volta.
{B-0025.00_.1651} "Almagestum Novum" (1651) di Riccioli contiene alcune figure di Saturno, relative a sue osservazioni.
p. 487 ➤ - Fig. I osservazioni compiute a Bologna all'inizio dell'ottobre 1643 per alcuni giorni, con cannocchiali di Galileo e di Fontana; Riccioli la considera simile all'osservazione di Fontana del 20.6.1630. Fig II (con compagni a forma di zucca o pera) vista a Roma da I13822 Niccoló Zucchi il 23.5.1640; Riccioli la vide il 29.10.1643. Fig. III e IV come quelle viste da Fontana (1633, 1634, 1636), I00720 Daniello Bartoli a Napoli nel dicembre 1644, Riccioli 10.10.1646.
p. 488 ➤ - Fig. V forma di Saturno vista il 15.10.1648, e a fine marzo e 20 luglio 1649.
p. 724 ➤ - Figura che fu vista nel dicembre 1645 e nel 1644, a Roma e a Napoli.
Sulla base di diverse osservazioni, Riccioli riteneva che la figura di Saturno fosse parallela all'equatore celeste.
Forse la più bella figura di Saturno apparsa in quel periodo fu stampata da I03093 Eustachio Divini nel 1649, in un foglietto volante dedicato a Ferdinando II de' Medici. La tavola contiene la seguente figura di Saturno, basata su osservazioni del 1646, 1647, 1648 ➤ :
p. 487 ➤ - Fig. I osservazioni compiute a Bologna all'inizio dell'ottobre 1643 per alcuni giorni, con cannocchiali di Galileo e di Fontana; Riccioli la considera simile all'osservazione di Fontana del 20.6.1630. Fig II (con compagni a forma di zucca o pera) vista a Roma da I13822 Niccoló Zucchi il 23.5.1640; Riccioli la vide il 29.10.1643. Fig. III e IV come quelle viste da Fontana (1633, 1634, 1636), I00720 Daniello Bartoli a Napoli nel dicembre 1644, Riccioli 10.10.1646.
p. 488 ➤ - Fig. V forma di Saturno vista il 15.10.1648, e a fine marzo e 20 luglio 1649.
p. 724 ➤ - Figura che fu vista nel dicembre 1645 e nel 1644, a Roma e a Napoli.
Sulla base di diverse osservazioni, Riccioli riteneva che la figura di Saturno fosse parallela all'equatore celeste.
Forse la più bella figura di Saturno apparsa in quel periodo fu stampata da I03093 Eustachio Divini nel 1649, in un foglietto volante dedicato a Ferdinando II de' Medici. La tavola contiene la seguente figura di Saturno, basata su osservazioni del 1646, 1647, 1648 ➤ :
Fontana 1636
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Fontana secondo Hirzgarter, 1643
|
Divini 1649
|
Tuttavia, concettualmente non dice nulla di più dei disegni di Galileo.
§ D16381002 D16381006 D16381008 D16390115
§ I00720 I01419 I02095 I02115 I03093 I03920 I04162 I04234 I04737 I05372 I05454 I10311 I10324 I13822 I25787 I25845 I26103 I26104
§ {B-0019.00_.1643} {B-0022.01_.1645} {B-0023.00_.1646} {B-0024.00_.1647} {B-0025.00_.1651} {B-0119.04_.1658} {B-0122.A2_.2015} {B-0521.02_.1649}
§ {L-00098} {L-00099} {L-01420} {L-01421}
§ I00720 I01419 I02095 I02115 I03093 I03920 I04162 I04234 I04737 I05372 I05454 I10311 I10324 I13822 I25787 I25845 I26103 I26104
§ {B-0019.00_.1643} {B-0022.01_.1645} {B-0023.00_.1646} {B-0024.00_.1647} {B-0025.00_.1651} {B-0119.04_.1658} {B-0122.A2_.2015} {B-0521.02_.1649}
§ {L-00098} {L-00099} {L-01420} {L-01421}