Il re d'Inghilterra a quell'epoca era I26133 George III, succeduto al padre George II nel 1760. Era risaputo che il sovrano aveva un grandissimo amore per l'astronomia, tanto che in "Bibliographie Astronomique" (1803) I06967 Lalande scrisse, parlando del suo viaggio in Inghilterra nel 1788:
{B-0112.00_.1803} p. 676 ➤ Fui testimone dello zelo che il re d'Inghilterra aveva per l'Astronomia. Mi disse che era lui che aveva voluto che Herschel portasse il suo telescopio fino a 40 piedi; e siccome gli facevo dei ringraziamenti per gli astronomi, mi fece questa risposta edificante: « Non era meglio impiegare il suo denaro per questo che per fare ammazzare gli uomini! »
Alcune fonti riportano una frase in inglese, senza fonte, che qui traduco in italiano: « io spendo denaro per la guerra perché è necessario, ma spenderlo per scienza, è piacevole per me. Questo oggetto non comporta lacrime; è un onore per l'umanità. »
Il Re poteva assicurare ad Herschel una occupazione come astronomo a tempo pieno, e durante il 1782 i suoi amici si diedero da fare per ottenere il supporto del monarca. In maggio Herschel decise che doveva andare a Londra per dare loro una mano, e il 28 dello stesso mese ottenne un'udienza dal Re al castello di Windsor. Il 3 giugno 1782 scrisse a Caroline da Londra:
Il Re poteva assicurare ad Herschel una occupazione come astronomo a tempo pieno, e durante il 1782 i suoi amici si diedero da fare per ottenere il supporto del monarca. In maggio Herschel decise che doveva andare a Londra per dare loro una mano, e il 28 dello stesso mese ottenne un'udienza dal Re al castello di Windsor. Il 3 giugno 1782 scrisse a Caroline da Londra:
F.W.Herschel a C.Herschel, 3 giugno 1782, {L-02316} I05335 I05332 D17820603 in {B-0618.00_.1876} p. 47 ➤ Queste due ultime notti ho osservato le stelle a Greenwich con il I07941 Dr. Maskelyne e I00455 Mr. Aubert. Abbiamo confrontato i nostri telescopi, e il mio è stato trovato molto superiore ad ogni altro del Royal Observatory. Ebbi il piacere di mostrare loro facilmente delle stelle doppie che non riuscivano a vedere con i loro strumenti, e il mio meccanismo è stato tanto approvato che il Dr. Maskelyne ha già ordinato che sia fatto un modello ... Sono presentato alla migliore compagnia. Domani cenerò da Lord Palmerston, il giorno dopo con I25586 Sir Joseph Banks, ecc. Tra gli ottici e gli astronomi non si parla d'altro che di quelle che essi chiamano le mie grandi scoperte. Ahimè! questo mostra quanto essi sono indietro, dato che inezie come quelle che visto e fatto sono chiamate grandi. Ma lasciatemi provare ancora! Farò tali telescopi, e vedrò tali cose - cioè, mi sforzerò di farlo.
Il 2 luglio mostrò Giove e Saturno alla famiglia reale, e il giorno successivo lo scrisse a Caroline:
F.W.Herschel a C.Herschel, 3 luglio 1782, {L-02317} I05335 I05332 D17820703 in {B-0618.00_.1876} p. 48 ➤ La notte scorsa il Re, la Regina, il Principe di Galles, la Principessa Reale, la Principessa Sophia, La Principessa Augusta, ecc., il Duca di Montague, Dr. Heberden, M, de Luc., ecc. hanno visto il mio telescopio, e fu una serata molto bella. Il mio strumento diede una soddisfazione generale. Il Re ha degli occhi molto buoni, e gradisce enormemente le osservazioni con i telescopi.
Il Re ebbe una grande opinione delle possibilità di Herschel e, anche grazie all'interessamento dell'amico I25800 William Watson Jr, nel luglio 1782 lo nominò Herschel suo astronomo (Astronomo del Re, non Astronomo Reale, cioè direttore del'Osservatorio di Greenwich), concedendogli una pensione annua di 200 sterline, con l'unico obbligo di mostrare il cielo alla Famiglia Reale ogni volta richiesto.
Il Colonnello John Walsh della Worcestershire Militia scrisse: John Walsh a Herschel, 10 maggio 1782, {L-00962} I25802 I05335 D17820510 ad Herschel circa l'idea di dare al pianeta in nome di Sua Maestà, cosa che aveva trovato d'accordo anche Sir Joseph Banks, Presidente della Royal Society. In: Watson a Herschel, 14 luglio 1782, {L-00963} I25800 I05335 D17820714, Watson espresse la sua soddisfazione nell'aver sentito che il Re voleva rendere Herschel « indipendente dalla musica », e che avrebbe gradito il nome « novum sidus Georginum » o anche solo « sidus Georginum ». Il 20 luglio Watson scrisse: Watson a Herschel, 20 luglio 1782, {L-00960} I25800 I05335 D17820720 ad Herschel che lui preferiva il nome Georgium Sidus, ispirato ad un verso di Orazio (Libro I, Ode XII: Micat inter omnes - Julium Sidus). Diede dettagliate istruzioni sulla dedica.
Sir Joseph Banks, dapprima contattato in luglio, ricevette il 7 novembre 1782 una lettera che fu ufficialmente pubblicata come "A Letter from William Herschel, Esq. F.R.S., to Sir Joseph Banks, Bart. F.R.S.”, Philosophical Transactions, 73, Part I (1783), 1-3:
Il Colonnello John Walsh della Worcestershire Militia scrisse: John Walsh a Herschel, 10 maggio 1782, {L-00962} I25802 I05335 D17820510 ad Herschel circa l'idea di dare al pianeta in nome di Sua Maestà, cosa che aveva trovato d'accordo anche Sir Joseph Banks, Presidente della Royal Society. In: Watson a Herschel, 14 luglio 1782, {L-00963} I25800 I05335 D17820714, Watson espresse la sua soddisfazione nell'aver sentito che il Re voleva rendere Herschel « indipendente dalla musica », e che avrebbe gradito il nome « novum sidus Georginum » o anche solo « sidus Georginum ». Il 20 luglio Watson scrisse: Watson a Herschel, 20 luglio 1782, {L-00960} I25800 I05335 D17820720 ad Herschel che lui preferiva il nome Georgium Sidus, ispirato ad un verso di Orazio (Libro I, Ode XII: Micat inter omnes - Julium Sidus). Diede dettagliate istruzioni sulla dedica.
Sir Joseph Banks, dapprima contattato in luglio, ricevette il 7 novembre 1782 una lettera che fu ufficialmente pubblicata come "A Letter from William Herschel, Esq. F.R.S., to Sir Joseph Banks, Bart. F.R.S.”, Philosophical Transactions, 73, Part I (1783), 1-3:
{A-0002.0073a.0000.17830000-0001_0003} ➤ Signore, secondo le osservazioni dei più eminenti astronomi in Europa appare, che nuova stella, che io ebbi l'onore di segnalare loro nel marzo 1781, è un pianeta primario del nostro sistema solare. Un corpo così strettamente in relazione con noi per le sue simili condizioni e situazione, nella illimitata espansione del cielo stellato, deve spesso essere soggetto della conversazione, non solo di astronomi, ma di ogni amatore di scienza in generale. Questa considerazione quindi rende necessario dargli un nome, col quale possa essere distinto dal resto dei pianeti e delle stelle fisse.
Nelle età favolose dei tempi antichi gli appellativi di Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno, furono dati ai pianeti, essendo questi i nomi dei loro principali eroi e divinità. Nella presente età più filosofica, sarebbe difficilmente ammissibile fare ricorso allo stesso metodo e usare Giunone, Pallade, Apollo o Minerva per un nome al nuovo corpo celeste. La prima considerazione in ogni evento particolare, o notevole incidente, sembra essere la sua cronologia: se in qualche età futura dovesse essere domandato: quando questo pianeta trovato per ultimo fu scoperto? Sarebbe risposta molto soddisfacente dire, "Nel regno di Re Giorgio Terzo". Come filosofo perciò, il nome di Georgium Sidus mi si presenta come un appellativo che convenientemente porta l'informazione del tempo e del paese dove e quando fu recato alla vista. Ma come suddito del migliore dei Re, che è liberale protettore di ogni arte e scienza; - come nativo del paese da cui questa Illustre Famiglia fu chiamata al trono britannico; - come membro di quella Società Reale, che fiorisce per la particolare liberalità del suo reale patrono; - e, per ultimo fra tutto, come persona ora più immediatamente sotto la protezione di quell'eccellente Monarca, e tutto dovendo alla di Lui bontà illimitata; - non posso che desiderare di prendere questa opportunità di esprimere il mio senso di gratitudine, dando il nome Georgium Sidus,
Georgium Sidus
- jam nunc assuesce vocari [Virg. Georg.]
a una stella che (rispetto a noi) incominciò la prima volta a brillare sotto il suo regno auspicale. Indirizzando questa lettera a Voi, Signore, quale Presidente della Società Reale, io adotto il modo più efficace per comunicare al Letterati di Europa questo nome, che spero essi accoglieranno con piacere.
La lettera di Herschel, nonostante l'enfasi e la citazione dalle Georgiche (I, 32) di Virgilio non ottenne l'effetto di fare affermare il nome proposto. Perlomeno non in tutto il mondo; in Inghilterra inizialmente ebbe un buon successo. In una Memoria letta l'11 marzo 1783 (ma pubblicata nel 1787), "Recherches sur la nouvelle Planète découverte par M. Herschel & nommé par lui Georgium Sidus", I07278 Anders Johann Lexell scrisse:
{A-0012.0001_.0000.17870000-0069_0082h} p. 82 ➤ Infine per completare la storia del nuovo Pianeta, noteremo, che M. Herschel, avendo fatto la scoperta di questo Astro, e avendo senza contestazione il più grande diritto di dargli un nome, ha scelto quello di Giorgium Sidus : che M. Bode di Berlino ha proposto di chiamare Uranos, ciò che converrebbe abbastanza alla sua posizione nel cielo, che è più distante dal Sole di quella di Saturno; come anche che M. Prosperin astronomo di Uppsala, ha proposto di chiamarlo Neptune. Benché gli astronomi sia del tutto liberi di dargli quel nome che giudicheranno a proposito, tuttavia occorre riconoscere, che quello di Georgium Sidus non è troppo conveniente, perché con la parola Sidus si intende più una stella fissa che un Pianeta; e per questa ragione si potrebbe piuttosto chiamare questo nuovo Pianeta, il Neptune de George III, o il Neptune de la grande Bretagne, al fine di eternare la memoria delle grandi imprese, che le flotte inglesi hanno fatto durante gli ultimi due anni. Un abile Matematico e astronomo di Dresda M. Kohler ha proposto di consacrargli per segno quello della Platina del Pinto, che si potrà segnare con uno dei caratteri [a lato] ; ciò che sembrerebbe abbastanza conveniente. |
L'ultima notizia probabilmente è presa da {A-0008.1785_.0000.17820000-0182_0191}, Astronomisches Jahrbuch für 1785, (pubblicato nel 1782), p. 191 ➤ . La storia fu data con maggiori dettagli da Johann Elert Bode nel suo libro "Von dem neu entdeckten Planeten" (1784), riportando un brano della lettera:
Köhler a Bode, 17 giugno 1782, {L-02318} I06587 I01252 D17820617 p. 95 ➤ Mi ha chiesto, quale simbolo usare per il nuovo pianeta. Incontestabilmente quello della Platina del Pinto, ma peccato, che in questo tempo esso non abbia ancora un simbolo generalmente accettato. Che siano i chimici a giudicare, se il seguente è opportuno e le proprietà e componenti della Platina siano adeguati a [vedi a lato]. Io quindi prenderei quello in ultima posizione, per non confonderlo con il simbolo ♀︎. |
Un cenno sull'origine del nome. Il platino nativo era noto da sempre ai popoli precolombiani, ma cominciò a diventare conosciuto agli europei verso la metà del 1500. Gli spagnoli lo estrassero in Colombia e, siccome chiamavano l'argento "la plata" (femminile), definirono questo nuovo metallo "la platina", in senso diminutivo e spregiativo, perché pensavano fosse una impurità di scarso valore e quasi impossibile da utilizzare. La denominazione "Platina del Pinto" si diffuse alla metà del 1700 a motivo dei giacimenti scoperti nel bacino del fiume Pinto, un tributario del San Juan in Colombia. Ben presto, gli italiani lo ridefinirono "il platino" (maschile, come i nomi di tutti gli altri metalli) e oggi anche in spagnolo si dice "el platino".
Il simbolo ora usato è questo ⛢ : alcuni lo spiegano come la fusione di quelli del Sole e di Marte, in quanto Urano era per gli antichi greci la personificazione del cielo, dominato dalla luce del Sole e dal potere di Marte (per gli alchimisti, invece, il simbolo del metallo era formato dalla fusione di quelli del Sole e della Luna).
Herschel stesso accettò la modifica del nome da lui proposto in "Georgian Planet" (pianeta di Giorgio) o semplicemente "the Georgian", ma scrisse: Herschel a Bode, 13 agosto 1783, {L-00965} I05335 I01252 D17830813 a Bode che difficilmente tale nome onorifico sarebbe sopravvissuto, come per i nomi dei satelliti di Giove e Saturno. Nella sua "Mémoire sur la Planète de Herschel", letta all'Académie des Sciences il 22 dicembre 1781, Lalande scrisse:
Herschel stesso accettò la modifica del nome da lui proposto in "Georgian Planet" (pianeta di Giorgio) o semplicemente "the Georgian", ma scrisse: Herschel a Bode, 13 agosto 1783, {L-00965} I05335 I01252 D17830813 a Bode che difficilmente tale nome onorifico sarebbe sopravvissuto, come per i nomi dei satelliti di Giove e Saturno. Nella sua "Mémoire sur la Planète de Herschel", letta all'Académie des Sciences il 22 dicembre 1781, Lalande scrisse:
{A-0006.1779_.0000.17820000-0526_0544m} p. 527 (Mémoires) ➤ Io chiamo anche il nuovo astro 'Planète de Herschel'; in onore di colui al quale noi dobbiamo questa curiosa scoperta; gli ha dato il nome Georgium Sidus ; M. Bode propone di chiamarlo Uranus ; M. de Sivry, Cybèle ; M. Prosperin, Neptune; ma quale ragione potrebbe prevalere sulla riconoscenza che noi dobbiamo all'Autore, e sull'interesse della Scienza che domanda che si ecciti l'emulazione!
Lalande sostenne questa tesi per molti anni con vivacità, ma senza risultato. La maggior parte delle proposte alternative si rivolse ai tradizionali nomi mitologici.
Bernoulli scrisse a von Zach: Johann III Bernoulli a von Zach, 10 novembre 1781, {L-00966} I01020 I01252 D17811110 in {A-0007.0005_.0004.18020400-0343_0344} p. 343 ➤, proponendo 'Hypercronius' o 'Transaturnius', che significano "sopra Saturno".
In {A-0013.0001_.0149.17820528-0596_0596}, Gazette littéraire de l'Europe, No. 149 (1782) p. 596 ➤ venne riportata la proposta di I26134 Poinsinet de Sivry: 'Cybele' o 'Cybelle'. Yale nome, secondo Poinsinet, deriva da due parole greche che significano "testa" e "muto, silenzioso", il che non è male per un pianeta rimasto nascosto per tanto tempo. Inoltre poteva mancare, fra tanti dei, quella che veniva considerata la loro madre? Poinsinet propose i versi:
Bernoulli scrisse a von Zach: Johann III Bernoulli a von Zach, 10 novembre 1781, {L-00966} I01020 I01252 D17811110 in {A-0007.0005_.0004.18020400-0343_0344} p. 343 ➤, proponendo 'Hypercronius' o 'Transaturnius', che significano "sopra Saturno".
In {A-0013.0001_.0149.17820528-0596_0596}, Gazette littéraire de l'Europe, No. 149 (1782) p. 596 ➤ venne riportata la proposta di I26134 Poinsinet de Sivry: 'Cybele' o 'Cybelle'. Yale nome, secondo Poinsinet, deriva da due parole greche che significano "testa" e "muto, silenzioso", il che non è male per un pianeta rimasto nascosto per tanto tempo. Inoltre poteva mancare, fra tanti dei, quella che veniva considerata la loro madre? Poinsinet propose i versi:
Ambit Solem Hermes, Venus hunc; mox Terra; Diana;
Mars sequitur; pergii Rex Jupiter; hinc Saturnus:
Omnes hos Orbes amplectitur alma Cybelle.
Questa proposta si troverà poi anche nel suo libro {B-0586.04_.1784} "Théatre d'Aristophane, traduit en français, partie en vers, partie en prose, avec les fragmens de Ménandre et de Philémon" p. 310 ➤ .
Altri nomi femminili proposti furono 'Rhea', moglie di Cronos (Saturno), e 'Minerva'. G. C. Lichtenberg, matematico e fisico a Gottinga e mordace scrittore satirico, in “Göttingischen Taschenbuch für 1782” propose per scherzo 'Asträa', cioè Astrea (la dea greca della giustizia). La sua considerazione era che la dea lasciando la Terra, dove vanamente aveva cercato di stabilire il suo regno, si era rifugiata nel posto più lontano possibile dal nostro mondo.
Ma poi scrisse a Bode [ Lichtenberg a Bode, 1 luglio 1782, {L-00967} I07301 I01252 D17820701 ] che gradiva il nome proposto da questi in {A-0740.0003_.0000.17820000-0350_0371} "Ueber die Entdeckung eines neuen Planeten", III (2.3.1782), p. 371 ➤ 'Urano' (il padre di Saturno).
Con tale scelta il sistema solare formava una famiglia mitologica coerente: Urano, dio del cielo e marito di Gea (la Terra), era il padre di Cronos (Saturno) e nonno di Zeus (Giove), che a sua volta generò Ares (Marte), Afrodite (Venere), Hermes (Mercurio) e Apollo (il Sole).
Sebbene "Urano" guadagnasse per breve tempo un po' di terreno a spese di "Herschel", né i francesi né gli inglesi si dettero ufficialmente per vinti, col risultato che furono usati contemporaneamente per circa 60 anni dopo la sua scoperta almeno tre diversi nomi e due simboli per identificare lo stesso pianeta.
Lalande, che voleva l'apoteosi di Herschel, si rammaricava che il nome da lui proposto non avesse riscosso successo, e scrisse ad Herschel [ Lalande a Herschel, 7 aprile 1784, {L-01503} I06967 I05335 D17840407 ]: « Abbiamo fatto incidere un carattere per il vostro pianeta ♅ ; è un globo sormontato dalla prima lettera del vostro nome: eccovi vostro malgrado associato a tutte le divinità dell'antichità. »
Si veda anche la lettera: Francisca Herschel a The Observatory, 18 luglio 1917, {L-01275} I05334 E0016 D19170718 p. 306 ➤.
Perlomeno tale idea ebbe qualche seguito, e le varianti del simbolo annunciato da Lalande furono usati usati sino al secolo scorso in Francia, Inghilterra, Italia. Oggi persiste solo nell'uso astrologico.
Mars sequitur; pergii Rex Jupiter; hinc Saturnus:
Omnes hos Orbes amplectitur alma Cybelle.
Questa proposta si troverà poi anche nel suo libro {B-0586.04_.1784} "Théatre d'Aristophane, traduit en français, partie en vers, partie en prose, avec les fragmens de Ménandre et de Philémon" p. 310 ➤ .
Altri nomi femminili proposti furono 'Rhea', moglie di Cronos (Saturno), e 'Minerva'. G. C. Lichtenberg, matematico e fisico a Gottinga e mordace scrittore satirico, in “Göttingischen Taschenbuch für 1782” propose per scherzo 'Asträa', cioè Astrea (la dea greca della giustizia). La sua considerazione era che la dea lasciando la Terra, dove vanamente aveva cercato di stabilire il suo regno, si era rifugiata nel posto più lontano possibile dal nostro mondo.
Ma poi scrisse a Bode [ Lichtenberg a Bode, 1 luglio 1782, {L-00967} I07301 I01252 D17820701 ] che gradiva il nome proposto da questi in {A-0740.0003_.0000.17820000-0350_0371} "Ueber die Entdeckung eines neuen Planeten", III (2.3.1782), p. 371 ➤ 'Urano' (il padre di Saturno).
Con tale scelta il sistema solare formava una famiglia mitologica coerente: Urano, dio del cielo e marito di Gea (la Terra), era il padre di Cronos (Saturno) e nonno di Zeus (Giove), che a sua volta generò Ares (Marte), Afrodite (Venere), Hermes (Mercurio) e Apollo (il Sole).
Sebbene "Urano" guadagnasse per breve tempo un po' di terreno a spese di "Herschel", né i francesi né gli inglesi si dettero ufficialmente per vinti, col risultato che furono usati contemporaneamente per circa 60 anni dopo la sua scoperta almeno tre diversi nomi e due simboli per identificare lo stesso pianeta.
Lalande, che voleva l'apoteosi di Herschel, si rammaricava che il nome da lui proposto non avesse riscosso successo, e scrisse ad Herschel [ Lalande a Herschel, 7 aprile 1784, {L-01503} I06967 I05335 D17840407 ]: « Abbiamo fatto incidere un carattere per il vostro pianeta ♅ ; è un globo sormontato dalla prima lettera del vostro nome: eccovi vostro malgrado associato a tutte le divinità dell'antichità. »
Si veda anche la lettera: Francisca Herschel a The Observatory, 18 luglio 1917, {L-01275} I05334 E0016 D19170718 p. 306 ➤.
Perlomeno tale idea ebbe qualche seguito, e le varianti del simbolo annunciato da Lalande furono usati usati sino al secolo scorso in Francia, Inghilterra, Italia. Oggi persiste solo nell'uso astrologico.
In questa vicenda assume un ruolo particolare la figura del gesuita I05243 Maximilian Hell, direttore dell'Osservatorio di Vienna. Egli adottò il nome "Urania" (non "Urano"), introducendolo nelle "Ephemerides Astronomicae Anni 1787 ad meridianum vindobonensem" (1786) (vedere da dopo p. 88 ➤); il simbolo era formato da un globo, sormontato da una stella. Hell accettò l'associazione del nuovo pianeta al platino, e tramite la Göttinger Societät der Wissenschaften fece coniare una medaglia commemorativa di questo metallo. Nelle dette effemeridi pubblicò un carme dedicato ad Herschel; gli doveva una riparazione, per aver rimpiazzato il nome Georgian Planet. Hell nel 1789 offrì ad Herschel e al suo Re due nuove costellazioni: Psalterium Georgii (Arpa di Giorgio) e Telescopium (Tubus) Herschelii (telescopio di Herschel) ➤; Bode le inserì nel suo atlante stellare.
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Tutte queste storie si esaurirono via via nel corso dei decenni, lasciando alla fine solo il nome Urano. Nella rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society si usò tale nome sin dal primo numero (1827); tuttavia, il celeberrimo "Nautical Almanac" continò a chiamare il pianeta "Georgian Planet" sino al 1850, quando il recente "co-scopritore" di Nettuno, I13877 J. C. Adams, propose di adottare il nome di "Urano", come ormai nel resto del mondo.
Il nuovo pianeta era di notevoli dimensioni: Herschel se ne rese subito conto, come Lexell, non appena ebbe i valori del diametro apparente e della distanza dalla Terra. Le prime dodici misure del diametro apparente effettuate da Herschel nel 1781 avevano fornito valori variabili fra 2.53" e 5.20", con una media di 4.04". Più tardi cercò di diminuire l'incertezza utilizzando sia il micrometro a fili sia un micrometro a lampada di sua invenzione.
Presentò i risultati di una nuova serie di 10 misure il 7 novembre 1782 davanti alla Royal Society: {A-0002.0073a.0000.17830000-0004_0014} "On the Diameter and magnitude of the Georgium Sidus; with a Description of the dark and lucid Disk and Periphery Micrometers", Philosophical Transactions , 73, Part I (1783), 4-14 ➤
Herschel ottenne valori fra 3".5" e 5".2: il risultato, egli ammise, non era ancora del tutto soddisfacente. Considerando un diametro angolare di 4" ed una distanza media di Urano di 18.913 UA (fornitagli da Lalande in una sua lettera) ottenne che il diametro doveva essere 4.454 volte quello terrestre (il valore esatto, per il raggio medio, è 3.93). Non male, comunque, per un primo risultato. In quella Memoria riportò anche che il 12 ottobre 1782 era riuscito ad osservare il pianeta ad occhio nudo; il 13 ottobre aveva cercato di determinare lo schiacciamento del pianeta, ma il disco gli era apparso perfettamente circolare; giudicò che uno schiacciamento paragonabile a quello di Giove non gli sarebbe sfuggito.
Il nuovo pianeta era di notevoli dimensioni: Herschel se ne rese subito conto, come Lexell, non appena ebbe i valori del diametro apparente e della distanza dalla Terra. Le prime dodici misure del diametro apparente effettuate da Herschel nel 1781 avevano fornito valori variabili fra 2.53" e 5.20", con una media di 4.04". Più tardi cercò di diminuire l'incertezza utilizzando sia il micrometro a fili sia un micrometro a lampada di sua invenzione.
Presentò i risultati di una nuova serie di 10 misure il 7 novembre 1782 davanti alla Royal Society: {A-0002.0073a.0000.17830000-0004_0014} "On the Diameter and magnitude of the Georgium Sidus; with a Description of the dark and lucid Disk and Periphery Micrometers", Philosophical Transactions , 73, Part I (1783), 4-14 ➤
Herschel ottenne valori fra 3".5" e 5".2: il risultato, egli ammise, non era ancora del tutto soddisfacente. Considerando un diametro angolare di 4" ed una distanza media di Urano di 18.913 UA (fornitagli da Lalande in una sua lettera) ottenne che il diametro doveva essere 4.454 volte quello terrestre (il valore esatto, per il raggio medio, è 3.93). Non male, comunque, per un primo risultato. In quella Memoria riportò anche che il 12 ottobre 1782 era riuscito ad osservare il pianeta ad occhio nudo; il 13 ottobre aveva cercato di determinare lo schiacciamento del pianeta, ma il disco gli era apparso perfettamente circolare; giudicò che uno schiacciamento paragonabile a quello di Giove non gli sarebbe sfuggito.
§ D17811110 D17820510 D17820603 D17820617 D17820701 D17820703 D17820714 D17820720 D17830813 D17840407 D19170718
§ I00455 I01020 I01252 I05243 I05332 I05334 I05335 I06587 I06967 I07278 I07301 I07941 I13680 I13877 I25586 I25800 I25802 I26133 I26134
§ {A-0002.0073a.0000.17830000-0001_0003} {A-0002.0073a.0000.17830000-0004_0014} {A-0006.1779_.0000.17820000-0526_0544m} {A-0007.0005_.0004.18020400-0343_0344} {A-0008.1785_.0000.17820000-0182_0191} {A-0012.0001_.0000.17870000-0069_0082h} {A-0013.0001_.0149.17820528-0596_0596} {A-0740.0003_.0000.17820000-0350_0371}
§ {B-0112.00_.1803} {B-0586.04_.1784} {B-0618.00_.1876}
§ {L-00151} {L-00960} {L-00962} {L-00963} {L-00964} {L-00965} {L-00966} {L-00967} {L-01275} {L-01503} {L-02316} {L-02317} {L-02318}
§ I00455 I01020 I01252 I05243 I05332 I05334 I05335 I06587 I06967 I07278 I07301 I07941 I13680 I13877 I25586 I25800 I25802 I26133 I26134
§ {A-0002.0073a.0000.17830000-0001_0003} {A-0002.0073a.0000.17830000-0004_0014} {A-0006.1779_.0000.17820000-0526_0544m} {A-0007.0005_.0004.18020400-0343_0344} {A-0008.1785_.0000.17820000-0182_0191} {A-0012.0001_.0000.17870000-0069_0082h} {A-0013.0001_.0149.17820528-0596_0596} {A-0740.0003_.0000.17820000-0350_0371}
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