Oriani a Piazzi, 8 maggio 1802, {L-00956} I09199 I09696 D18020508
Oriani: {B-0308.00_.1874} p. 60 ➤ Ricevo sul momento le vostre osservazioni di Cerere e ne spedisco subito una copia a Gotha. Vi mando quelle fatte in Germania ed altrove, coll'originale stesso di Zach. Non vi mando le mie, perchè non sono in esattezza del calibro delle vostre, non avendole fatte che al settore equatoriale. Avrete ricevute le perturbazioni di Cerere da me calcolate. Eccovi due altre osservazioni del nuovo pianeta Pallade (1) [...] Fu stazionario in A. R. nel giorno 5 maggio. Sappiatemi dire se l’avete trovato, e mandatemi le osservazioni. Aspetto pure il seguito di quelle di Cerere. NOTA: (1) Non si deve concludere da questo modo d’esprimersi d’Oriani, che egli avesse mandato prima altre osservazioni sue di Pallade; Oriani vide Pallade per la prima volta il 25 aprile. Mon. Corr. Tom. V, pag. 604.
Herschel a Méchain, 22 maggio 1802, {L-01672} I05335 I08121 D18020522
{N-0008.10R.000283.18020702.05-1164} p. 1164 ➤ [Estratto di una lettera di Herschel al citt. Méchain, del Institut national, direttore dell'Osservatorio di Parigi.] ... Riguardo ai due corpi celesti che sono stati recentemente scoperti, vi darò un compendio delle osservazioni che ho fatto. In una Memoria, letta alla Royal Society di Londra, il 6 e 13 di questo mese, indico molto in dettaglio, le misure che ho preso del diametro di queste due stelle, e credo di aver provato che quello di Ceres, visto dalla Terra, il 22 aprile, non fosse che 0.216"; e quello di Pallas, da una misura abbastanza buona, era 0.17"; ma, secondo una misura ancora più esatta, solo 0.13". Calcolando su questi dati, per quanto ci permetta la conoscenza ancora imperfetta che noi abbiamo delle orbite di questi astri, ho trovato che il diametro di Ceres è circa 162 miglia inglesi (1), e quello di Pallas non va che a 70. Faccio vedere, con tutte le mie osservazioni, che non si possono mettere questi corpi nel rango dei pianeti, sia a causa della loro piccolezza, sia perché sono fuori dallo zodiaco; e siccome provo ugualmente che non sono comete, ne segue che si devono considerare come una specie intermedia fra le comete e i pianeti, che ci è stata sconosciuta fino ad ora, e che richiede un nome particolare. Siccome essi hanno della somiglianza con le piccole stelle, che si possono a malapena distinguere, anche con dei buoni telescopi, io le ho chiamate asteroidi. Ecco la definizione che io dò a questa parola: "Gli asteroidi sono dei piccoli corpi celesti, che fanno le loro rivoluzioni attorno al Sole, su delle ellissi più o meno eccentriche, e il cui piano potrà essere inclinato sull'eclittica di un angolo qualunque. Il loro movimento potrà essere diretto o retrogrado. Essi avranno o non avranno delle atmosfere considerevoli, delle piccole chiome, dei dischi o dei nuclei." Vedete, Signore, che questa definizione ci lascia una grande larghezza, e che ammettendo le tre specie di corpi celesti, i pianeti, gli asteroidi, le comete, avremo maggiore facilità a classificare le scoperte che si potranno fare nell'avvenire. Ho sempre la speranza di potervi testimoniare personalmente, di qui a qualche mese, la alta stima e l'attaccamento con i quali io sono, ecc.
(1) Il Sig. Schrotter, di Lilenthal, ha trovato con dei telescopi simili a quelli di Herschel, il diametro di Ceres 529 miglia geografiche, o 0.308 il diametro della Terra. (Nota dei redattori)
Piazzi a Oriani, 4 giugno 1802, {L-00173} I09696 I09199 D18020604
Piazzi: {B-0308.00_.1874} p. 60 ➤ Li 17 del passato maggio mi giunse lettera di Zach colla notizia della nuova scoperta; li 19 la medesima mi fu da voi confermata (2a). Sulla seconda osservazione di Olbers, sulla terza di Zach, e sull’ultima vostra ne calcolai subito gli elementi circolari, e trovai: Longitudine eliocentrica pel momento della 2a osservazione 183° 47' // Nodo ascendente 170° 12' // Inclinazione 27° 1' (3a). Con questi dati cercai la nuova stella al suo passaggio al meridiano li 20, 21, 22, ma inutilmente. Noi differiamo di 1° in long., e di 3° sull’inclinazione (4a); ciò mi fa dubitare della sua natura di pianeta. A quest'ora voi sarete certo della cosa. Mi consolo e vi ringrazio del vostro bel lavoro delle perturbazioni di Cerere. Ora vi conviene calcolarne l’orbita, alla quale io rinunzio, avendo voi cominciato a porvi mano. Eccovi tutte le mie osservazioni (1b). Dopo li 23 maggio non è più stato possibile vederla nel suo passaggio al meridiano. In questi giorni ho pubblicata una breve storia della mia scoperta per soddisfazione del paese. S. M. mi ha gratificato di una pensione di onze 200. Vedete se la denominazione di Cerere Ferdinandea sia stata ben adattata? Ve ne mando per la via di Genova 4 copie, tre per voi ed i vostri colleghi, e la quarta vi prego di darla a mio nipote, che vi raccomando. Se egli non fosse in Milano, procurate di mandarla a mio fratello in Valtellina. Non ho ancora ricevuto le casse dei libri da Genova. Mi premerebbe di averle quanto prima per consultare le 60,000 stelle di La Lande avanti di pubblicare il mio catalogo, che è quasi finito.
NOTE (2a) Non si è trovata alcuna lettera che corrisponda a questa indicazione. (3a) Manca il raggio dell’orbita. (4a) I primi elementi circolari di Pallade calcolati da Oriani erano nella lettera perduta, cui qui sopra si è accennato. Sono pubblicati pure nella Mon. Corr. di Zach, tom. V, pag. 604. La longitudine pel 28 marzo è 184° 46’, l'inclinazione 24° 20’; ciò che s'accorda colle differenze indicate da Piazzi. (1b) Non sono annesse a questa lettera.
Piazzi a Oriani, 2 luglio 1802, {L-00174} I09696 I09199 D18020702
Piazzi: {B-0308.00_.1874} p. 61 ➤ Spero che non vi dispiacerà, che vi trascriva una lettera, che ho ultimamente ricevuta da Herschel. Essa è molto bizzarra. Eccola:
Herschel: [traduzione] « Slough, 22 maggio. Probabilmente gradirete avere un resoconto delle mie osservazioni su Ceres, e molte anche su Pallas, come il Dr. Olbers ha chiamato la stella che ha scoperto, io vi dò il seguente estratto di un saggio, che è stato letto alla Roy. Soc. il 6-13 maggio. In questo saggio io dò il dettaglio di molte accurate misure dei diametri di questi corpi celesti, il risultato delle quali è che Ceres è circa 162 miglia inglesi di diametro, e Pallas non più di circa 70. Nel calcolo di queste quantità io ho dedotto le distanze di queste due stelle dalla Terra dagli elementi delle loro orbite del Dr. Gauss, che certamente basteranno per convincervi che sono dei corpi estremamente piccoli. Io entro poi in un esame della natura di queste due stelle, e le confronto con i pianeti e le comete. Poi definisco cosa io chiamo pianeti, e mostro che non possiamo mettere questi corpi nella loro classe. Essi non solo sono fuori dello zodiaco; ma Mercurio, il più piccolo dei nostri pianeti, è oltre 100000 volte più grande in volume di Pallas. Ho mostrato in seguito che essi non sono comete, e siccome non possiamo chiamarli né pianeti ne comete segue, ho detto nel mio saggio, "che le interessanti scoperte di Mr. Piazzi e Olbers ci hanno introdotti alla conoscenza di una nuova specie di corpi celesti, di cui prima non eravamo informati."
Entro poi nell'esame delle principali caratteristiche del carattere dei pianeti e delle comete, e di questi nuovi corpi. I pianeti si vedono muovere circa nello zodiaco o nello zodiaco. Le comete hanno una chioma visibile. Queste nuove stelle sono mescolate con le piccole stelle fisse dei cieli, e assomigliano ad esse così tanto, che anche con un buon telescopio non possono essere distinte da esse. Da questo loro aspetto asteroidale o stellare io prendo il mio nome, a chiamo questi nuovi corpi Asteroidi: così che Pianeti, Asteroidi e Comete formeranno tre distinte specie di corpi celesti. La mia definizione di queste specie addizionali è come segue. Gli asteroidi sono piccoli corpi celesti, che si muovono in orbite sia di piccola che di considerevole eccentricità attorno al sole; i piani dei quali possono essere inclinati sull'eclittica di qualsiasi angolo. Il loro moto può essere diretto o retrogrado, e possono avere o no considerevoli atmosfere, piccolissime chiome, dischi o nuclei. Poi procedo a mostrare che questa definizione prenderà nelle future scoperte, che dal metodo di osservazione adottato ultimamente abbiamo ragione di sperare presto sarà fatto [?].
Che Palls è un asteroide è provato semplicemente dalla grande inclinazione della sua orbita, che secondo il calcolo del Dr. Gauss è non meno di 33°. E Ceres, che ora in realtà è fuori dallo zodiaco, ed è un corpo così piccolo, avendo un aspetto asteroidale, non può certamente con ogni convenienza essere separato dal suo compagno. Per di più se qui lo chiamassimo un pianeta, non potrebbe riempire lo spazio intermedio fra Marte e Giove con la dovuta dignità richiesta dalla sua posizione (Presto vedremo dei conti, duchi e marchesi anche in cielo)(1). Mentre, nel rango di Asteroide esso sta al primo posto, e tenendo conto della novità della scoperta riflette un doppio onore sull'età presente così come sul Sig. Piazzi che lo scoprì. Io spero che voi vedrete la classificazione qui sopra nella giusta luce, siccome, lungi dallo svalutare la vostra eminente scoperta la pone, secondo la mia opinione, in una posizione maggiormente esaltata. Essere stato il primo che ci ha portato a conoscenza di una nuova specie di corpi celesti primari è certamente più meritevole che semplicemente aggiungerne uno, che se fosse chiamato pianeta, starebbe in una situazione molto inferiore di piccolezza. Io sarò sempre lieto di sentirvi, e rimango, ecc. »
Voi che ne dite? A me pare 1° che qualunque sia il nome che si dia a questa nuova stella, ciò a nulla monti. Sono stelle erranti? si chiamino dunque planetoides o cometoides, però mai asteroides. 2° Secondo me il solo carattere distintivo tra le comete ed i pianeti si è la loro eccentricità [e l'inclinazione], per cui venendo riportate ad uno stesso piano, tagliano l'orbita dei pianeti. Cerere quindi sarebbe pianeta e Pallade cometa. 3° Il diametro di Cerere non è sicuramente minore di 5" alla distanza nostra dal Sole, perciò dev'essere molto maggiore di 162 miglia inglesi. 4° Se asteroide deve chiamarsi Cerere, cosi dovrà pure chiamarsi Urano. Se giudicate di fare inserire negli Opuscoli la lettera, per me non v'incontro difficoltà.
I libri da Genova non mi son giunti ancora, il che mi dispiace, desiderando moltissimo di vedere il catalogo delle 40,000 stelle di La Lande prima di dare l’ultima mano al mio. Vi raccomando perciò questo affare..
PS. Non so se vi abbia scritto, che prima della partenza del Re per Napoli ho ottenuto, che il denaro che doveva erogarsi nel conio della medaglia, si impiegasse nell’acquisto di un settore equatoriale per la specola. In conseguenza ho scritto a Maskelyne di farmene far uno di sei piedi, il quale sarà pagato per intero di Regio conto.
NOTA: (1) Nota intercalata da Piazzi.
Oriani a Piazzi, 1 settembre 1802, {L-00957} I09199 I09696 D18020901
Oriani: {B-0308.00_.1874} p. 63 ➤ Ho ricevuto, pochi giorni sono, la vostra Memoria sopra Cerere, e ne ho distribuite le copie secondo l'indicazione da voi fattami... Ho fatto più volte istanza per la spedizione delle due casse di libri, e mi fu sempre risposto che sicuramente sarebbero state spedite colla prima occasione. Il ritardo proveniva dalla mancanza di bastimenti diretti a Palermo e dal timore dei corsari Africani. Spero che oramai le avrete ricevute... Le idee di Herschel sui due nuovi pianeti sono bizzarre. Nessun astronomo le trova adottabili, e Zach nel suo giornale le ha rigettate con quelle stesse ragioni che voi adducete. Ho osservato Cerere fino ai 5 agosto e Pallade fino agli 8; ho riveduto quest'ultima nei giorni 17 e 18 agosto, ma era tanto piccola e di luce debolissima, che non ho potuto farne l'osservazione. Sono attualmente occupato a mettere in ordine le formule per calcolare le perturbazioni di Pallade; la grandissima inclinazione della sua orbita e la non piccola sua eccentricità richiedono delle formule nuove e complicate che non si trovano nemmeno nella Meccanica celeste di Laplace [...] Avete fatto benissimo a convertire il denaro della medaglia nella provvista di un settore equatoriale; con questo stromento si completa interamente la vostra specola. [...]
Piazzi a Oriani, 8 ottobre 1802, {L-00948} I09696 I09199 D18021008
Piazzi: {B-0308.00_.1874} p. 64 ➤ Mi giunse la pregiatissima vostra del 4 settembre nel momento che stavo per scrivervi. [...] Io non ho ancora veduto Pallade, e potete ben pensare quanto desideri di osservarla. Pel tempo in cui potrà esser visibile al meridiano, vi pregherei di mandarmi la sua posizione, o almeno le formole onde dedurla. Così vi prego ancora di mandarmi le Tavole che sento siano già state calcolate da Burckhardt a Parigi. [...] È gran tempo che non ricevo lettere dal barone di Zach. Se avete occasione di scrivergli, fategli i miei complimenti, e ditegli, che se per avere la sua corrispondenza è necessaria la scoperta di un nuovo pianeta, probabilmente io vi dovrò rinunziare per sempre.
Oriani a Piazzi, 19 maggio 1803, {L-00958} I09199 I09696 D18030519
Oriani: {B-0308.00_.1874} p. 70 ➤ Le piccole stelle scomparse nelle successive osservazioni erano probabilmente pianeti fratelli di Cerere e Pallade. Voi sapete che Olbers opina, che questi due pianeti siano frammenti d’un più grande pianeta che stava fra Marte e Giove, e chi sa quante migliaja di questi frammenti si trovano in cielo? La vostra scoperta produsse quella di Pallade, e sicuramente ne produrrà molte altre; così che verrà forse la moda di cercare nuovi pianeti, e si stimeranno scoperte triviali quelle delle comete. Ho riveduto Pallade li 22 marzo e Cerere li 17 aprile. Le osservazioni sono frequentemente interrotte per il quasi continuo nuvolo.
Oriani a Piazzi, 3 ottobre 1804, {L-01518} I09199 I09696 D18041003
Oriani: {B-0308.00_.1874} p. 87 ➤ L’osservatore Harding di Lilienthal ha scoperto un terzo pianetino nel giorno 5 settembre, mentre stava formando un Catalogo di tutte le piccole stelle che si trovano nei zodiaci di Cerere e di Pallade. Fu riconosciuto nei giorni 7 e 8 settembre, dal dottor Olbers a Brema, e nei giorni 13 e 14 a Gotha da Zach. Io lo trovai nel giorno 27 dello stesso mese, e l’osservai l’ultima volta nel giorno 30; nei due scorsi giorni non fu visibile per le nuvole. Questo pianetino rassomiglia ad una stella di 8.° grandezza, o, per dir meglio, è rassomigliante alla vostra Cerere; il suo movimento sembra indicare che la sua orbita stia fra quella di Giove e di Marte, che è per conseguenza della stessa famiglia di Cerere e di Pallade. Vi trascrivo tutte le osservazioni finora fatte acciò possiate trovarlo più facilmente. [...] Le prime quattro osservazioni sono fatte col micrometro circolare fuori del meridiano e sono perciò alquanto incerte. Spero che lo troverete facilmente e che vorrete darmene poi un cenno.
Piazzi a Oriani, 25 ottobre 1804, {L-00951} I09696 I09199 D18041025
Piazzi: {B-0308.00_.1874} p. 90 ➤ Li 18 ebbi avviso da Zach della scoperta del nuovo Pianetino. La notte dello stesso giorno e del vegnente il cielo fu coperto. Si rischiarò l'aere li 20 e 21, sebbene non rimanesse interamente libero dalla nebbia. Situai dunque il telescopio a 10° 6' di declinazione australe notando tutte le piccole stelluccie che si presentarono nel campo da 23h 30m di A.R a 23h 4m: ma niente potei scoprire. Intanto li 22 mi giunse la vostra dei 3 e dalle osservazioni in essa riportate riconobbi, che forse era andato troppo al Sud (2): non fui però in grado di fare ulteriori indagini, essendosi guastato il tempo, il quale probabilmente continuerà nello stesso modo sin dopo l'ultimo quarto della Luna. Poichè il scirocco, che si è posto dopo la 15a suole durare otto in nove giorni, nei quali non vi è speranza di far niente. Io poi, come sapete, non ho stromento parallattico, ed il settore equatoriale, che aspetto da Londra, non mi è giunto ancora. Perciò non posso osservare, che nel Meridiano, e quindi mi è necessaria una declinazione, che non differisca dalla vera più di 15'. Se voi potete ricavarla dalle vostre osservazioni e mandarmela, spero che potrò io pure osservare questo nuovo ospite, del quale mi compiaccio moltissimo, ed a cui mi lusingo che forse si darà il nome di Proserpina, Pane, o Triptolemo, per non dipartirsi così dalla storia di Cerere. Nel mio Cataloghetto delle stelle perdute ne ho riportate due o tre da me vedute una sola volta, e sulle quali mi è sempre rimasto dubbio, che potessero essere pianeti. Sarebbe mai una di esse Pallade o il nuovo pianetino? Fate sulle medesime, vi prego, qualche riflessione.
Nota (2) Il 20 Ottobre 1804 Giunone si trovava in A-R. 23h 42m Decl. australe 9° 13'. Il pianeta era dunque fuori della zona ricercata da Piazzi.
Piazzi a Oriani, novembre 1804, {L-00952} I09696 I09199 D18041100
Piazzi: {B-0308.00_.1874} p. 91 ➤ Nel momento di prender la penna per avvisarvi, che li 5 corrente ho finalmente trovato il nuovo pianetino, ricevo la carissima vostra del 17 ottobre, in cui mi annunziate la morte dell'Ab. Reggio. Divido con voi il dolore, che ha dovuto cagionarvi una tale perdita; giacchè per quanto io potei giudicarne nel mio passaggio per costà, se egli non era di gran talenti, dovea però esser un buon compagno ed amico per la semplicità dei suoi costumi. Eccovi le mie osservazioni della nuova Ebe, che sarà certamente più durevole di quella dell’immortale nostro Canova. [...] Quando ne avrò fatto un maggior numero le manderò al barone di Zach, il quale mi ha già scritto due volte con sentimenti di molta amicizia. Il mio carattere un po' ardente, e che, quantunque ormai vecchio, non ho mai saputo reprimere, mi fa spesso formare giudizii falsi e precipitati. Il mio cuore però, se non m'inganno, non è cattivo; non ho mai ripugnanza a confessare i miei torti (2).
NOTA (2) Questa nobile dichiarazione si riferisce alle aspre parole dette da Piazzi nella lettera LXXIV del 27 febbraio 1804 [ {B-0308.00_.1874} p. 82 ➤ ], ed onora Piazzi non meno che lo stesso Zach.
Harding a Lalande, 10 novembre 1804, {L-02341} I05033 I06967 D18041110
Lalande: {A-0015.0020a.0133.18050901-0129_0133} p. 129 ➤ Mi ero impegnato in un'impresa, nella quale ero stato occupato più di un anno. In ogni notte favorevole composi un piccolo atlante stellare per rappresentare lo zodiaco dei due pianeti recentemente scoperti dai Sigg. Piazzi e Olbers. La piccolezza di questi due pianeti, che, nella maggior parte delle loro posizioni, era solo dalla ottava alla nona magnitudine, richiede una perfetta conoscenza di tutte le piccole stelle che sono in questo zodiaco. Le carte celesti finora pubblicate non sono sufficientemente dettagliate, e non possono condurre ad una conoscenza, a prima vista, di questi due piccoli pianeti, perché non rappresentano stelle oltre quelle che vanno dalla settima all'ottava magnitudine. Questa considerazione mi indusse a comporre carte più dettagliate, contenenti tutte le stelle fino alla nona e decima magnitudine; un'impresa che in precedenza sarebbe stata immensa, ma ora è grandemente facilitata, dato che voi avete fatto conoscere agli astronomi le cinquantamila stelle che sono nel vostro "Histoire Céleste". Questa impresa, che mi procurò una minuta conoscenza del firmamento stellato, mi fornì l'opportunità di scoprire il nuovo pianeta. Il primo settembre, confrontando il foglio del mio piccolo atlante con il cielo, trovai, fra la No. 3 dell'atlante di Mayer, e una stella stella menzionata nella vostra Histoire, un'altra stella sconosciuta, che non avevo mai visto in quel luogo. La segnai nella mia carta con 2°25 di ascensione retta, e 36' di declinazione nord, senza sospettare nessuna singolarità. Il 4 settembre questa stella era andata via, ma a 2° di ascensione retta e 1' di declinazione nord, osservai un'altra stella, che non era stata percepita tre giorni prima. Cominciai a sospettare un moto nella stella sconosciuta, e tanto più fortemente, quando non trovai nessuna delle due marcate in una carta tracciata l'anno precedente, benchè avessi introdotto in essa stelle con una luce molto più debole. Quindi mi affrettai ad osservarla con il micrometro, per determinare la sua posizione; ma intervenne la nebbia, al momento in cui avevo posto la stella nel campo del mio telescopio. Aspettai con impazienza fino al giorno successivo, e trovai che la stella aveva cambiato la sua posizione considerevolmente. Il micrometro mi diede la sua posizione per 11h 12'45" tempo medio, 1°51'51" di ascensione retta, e 11'26" di declinazione sud. Dopo questa osservazione non dubitai più che fosse una stella in movimento, e forse un pianeta; perché, osservata con i nostri telescopi più grandi, non aveva né coda né nebulosità, così che non poteva essere una cometa. Mi affrettai ad avvertire i Sigg. Olbers, Gauss, Bode, e il Barone von Zach, della circostanza. Il primo cominciò la sue osservazioni il 7 di settembre. Io proseguii le mie sino al 17, quando fui informato che il Sig. von Zach aveva cominciato una corsa di osservazioni con il suo principale strumento.
Oriani a Piazzi, 28 novembre 1804, {L-01719} I09199 I09696 D18041128
Oriani: {B-0308.00_.1874} p. 92 ➤ Nell’opposizione di Cerere del 27 settembre 1804 ho trovato che gli elementi ellittici corretti da Gauss nell’anno scorso per l’ottava volta, uniti alle equazioni prodotte dalle perturbazioni di Giove danno l'errore nella longitudine geocentrica di — 4' 2,"5 e nella latitudine geocentrica di —6,"5. Onde sembra che i detti elementi non si discostino molto dal vero. Per determinare i luoghi di Cerere mi sono servito delle stelle 𝜑1 𝜑5 η della Balena, ed ho trovato che la declinazione di η ha un intero minuto di errore in eccesso e circa 8” l'A.R. pure in eccesso nel vostro Catalogo. Vi prego di verificare la posizione e di darmene il vostro sentimento.
Piazzi a Oriani, 26 dicembre 1804, {L-00953} I09696 I09199 D18041226
Piazzi: {B-0308.00_.1874} p. 94 ➤ Ho continuato le osservazioni di Cerere e di Giunone sino a che le nebbie me lo hanno permesso: nell’annessa cartucella troverete le ultime (1). Ho mandato a Zach le precedenti e così pure tutte le altre di Cerere fatte negli anni 1802-1803, che sono in gran numero. Vi sarò grato se gli comunicherete le presenti. Le A. R. delle stelle di confronto sono dedotte dalle mie stelle fondamentali, l'incertezza delle quali mi persuado che non giunga ad un secondo di arco. NOTA (1) Non furon trovate. Sono stampate nel T. XI della Corrisp. di Zach, P. 290, 291 e 475. Si estendono fino al 10 dicembre 1808.
Oriani a Piazzi, febbraio 1805, {L-01720} I09199 I09696 D18050200
Oriani: {B-0308.00_.1874} p. 95 ➤ Ho mandato a Seeberg presso Gotha al consigliere Lindenau, che fa le veci di Zach in quella specola, le vostre ultime osservazioni di Cerere e di Giunone. Le mie continuate fino al 4 del corrente col settore Equatoriale sono pure terminate. Gli elementi di Giunone ultimamente rettificati dal D.r Gauss mi sembrano molto esatti (1). NOTA (1) Non si riproducono, trovandosi stampati nella Mon. Corr. di Zach, T. XI. p. 186.