Ecco come in {A-0002.0071b.0000.17810000-0492_0501} = "Account of a Comet" (26 aprile 1781) Herschel descrisse la scoperta:
p. 492 ➤ Martedì 13 marzo, fra le 10 e le 11 di sera, mentre stavo esaminando le piccole stelle nei dintorni di H Geminorum, ne percepii una che appariva visibilmente più grande del resto: essendo colpito dalla sua magnitudine non comune, la confrontai con H Geminorum e le piccole stelle nel quartile fra Auriga e Gemini, e la trovai molto più grande di ciascuna di esse, sospettando che fosse una cometa. Allora ero impegnato in una serie di osservazioni sulla parallasse delle stelle fisse, che spero di aver presto l'onore presentare presso la Royal Society; e siccome queste osservazioni richiedevano forti ingrandimenti, avevo pronti e a portata di mani vari ingrandimenti du 227, 460, 932, 1536, 2010, ee., che ho usato tutti con successo in quell'occasione. L'ingrandimento che avevo quando vidi per la prima volta la cometa fu 227. Per esperienza sapevo che il diametro delle stelle fisse non era ingrandito in modo proporzionale con gli ingrandimenti elevati, come si ha per i pianeti; quindi io misi gli ingrandimenti di 460 e 932, e trovai che il diametro della cometa cresceva in proporzione all'ingrandimento, come doveva essere, nella supposizione che non fosse una stella fissa, mentre il diametro delle stelle che io confrontai non fu accresciuto nello stesso rapporto.
Oltretutto, ingrandendo la cometa molto di più di quanto la sua luce non permettesse, appariva nebbiosa e mal definita con questi grandi ingrandimenti, mentre le stelle preservavano quella lucentezza e aspetto distinto che da molte migliaia di osservazioni sapevo che avrebbero mantenuto.
Ammirevole il lavoro di Herschel, senza dubbio; peccato per i pasticci combinati con un micrometro difettoso, che crearono dapprima confusione anche negli altri astronomi, poi lo isolarono per un breve tempo dall'opinione corrente, che tendeva ad attribuire al nuovo astro un'orbita molto ampia. La questione della determinazione dell'orbita dell'astro impegnò astronomi di tutta Europa. I07941 Maskelyne osservò l'astro fra il 17 marzo e il 28 maggio, e nei primi giorni di aprile comunicò la notizia a Parigi, dove i primi osservatori furono I08227 Charles Messier (dal 13 aprile), I08121 F. P. A. Méchain (dal 25 aprile) e I06967 Lalande (che diede notizia della scoperta di una cometa nel 'Journal de Paris' il 27 aprile). In seguito si aggiunsero I07096 Le Monnier, I07216 Lepaute d'Agelet, I07252 J. R. Lévesque, I10234 Reggio e I02156 Cesaris a Milano, I11556 G.A.Slop a Pisa, I02826 A. Darquier a Tolosa, I01252 Bode a Berlino, I13058 Wargentin a Stoccolma, ecc.
In {A-0002.0071b.0000.17810000-0492_0501} "Account of a Comet", Herschel fornì anche delle misure del diametro angolare dell'astro, prese con ingrandimenti 932, 460, 227.
Trovò un diametro in netto aumento: 2.9" il 17 marzo; 4.4" il 2 aprile; 5.3" il 15 aprile. In realtà i suoi strumenti erano molto imprecisi: il diametro era rimasto pressoché costante intorno a 3". Ma bisogna dire che a quell'epoca anche gli altri osservatori ottennero risultati molto discordanti: Maskelyne 3", I07278 Lexell meno di 5", gli osservatori a Milano 6" o 7", I08055 Christian Mayer a Mannheim addirittura 10". Tuttavia, dando fede alle misure di Herschel, si deduceva che la cometa nel giro di pochissimi giorni aveva ridotto la sua distanza dalla Terra a metà, pur con uno spostamento apparente di meno di 1°. Tutte le comete allora conosciute avevano orbite quasi paraboliche, e la maggior parte avevano una distanza perielica (q) non superiore ad 1 UA; solo la cometa del 1729 raggiungeva un valore q = 4.05 (4.29 secondo i calcoli di allora). Dunque diversi calcolatori (come Méchain, I01388 Boscovich, I01246 Bochart de Saron, I07031 Laplace, Lexell) cercarono di assegnare all'astro un'orbita parabolica con perielio vicino al Sole. Ma gli elementi parabolici si accordavano con le posizioni osservate solo per un mese, per poi divergere rapidamente. Nella citata lettera di Messier a Herschel, risultò che Méchain per primo aveva calcolato un'orbita parabolica, prevedendo per il 23.5.1781 un passaggio al perielio a 0.46 UA. In seguito, Lexell trovò una distanza perielica di 16 U.A. il 10.4.1789.
Occorreva un'idea nuova. Fu Bochart de Saron, primo presidente del Parlamento di Parigi (città in cui sarebbe morto ghigliottinato) e appassionato di matematica, ad accorgersi che era inutile tentare di rappresentare le posizioni osservate con un'orbita vicina alla Terra. L'8 maggio 1781 annunciò che l'astro doveva muoversi su di un'orbita esterna a quella di Saturno, con una distanza perielica non inferiore a 14 UA. Ma ancora pensava ad una cometa peculiare.
All'inizio di giugno, Boscovich scrisse una Memoria in cui mostrava che ci sarebbero volute 4 parabole per soddisfare al moto osservato; Laplace pubblicò degli elementi in {A-0010.1784_.0000.17810000-0364_0365}, Connaissance des Temps pour l'an 1784 ➤.
Il concetto di "pianeta" si fece strada solo quando si trovò che l'orbita doveva essere circolare. Siccome né lo stesso Herschel, né astronomi ben più famosi di lui si resero conto di che cosa stavano osservando, quando la natura dell'astro fu nota a tutti iniziò una disputa su chi dovesse rivendicare l'onore di aver per primo capito che si trattava di un pianeta.
Laplace, nella sua Memoria "Théorie du mouvement et de la figure elliptique des planètes" (1784), pubblicata a cura di Bochart de Saron, fece risalire all'agosto del 1781 la sua prima determinazione di un'orbita circolare di raggio molto grande. Oggi sappiamo che il primo a determinare un'orbita circolare fu l'astronomo svedese Anders Jonas Lexell, che nel 1783 pubblicò la memoria
{A-0011.1780a.0000.17830000-0303_0329m} "Recherches sur la nouvelle planète, découverte par Monsieur Herschel et nommée Georgium Sidus", Acta Academiae Scientiarum Imperialis Petropolitanae, memorie anno 1780 parte I ➤.
Nella sua "Mémoire sur la Planète de Herschel", letta all'Académie des Sciences il 22 dicembre 1781, Lalande scrisse:
In {A-0002.0071b.0000.17810000-0492_0501} "Account of a Comet", Herschel fornì anche delle misure del diametro angolare dell'astro, prese con ingrandimenti 932, 460, 227.
Trovò un diametro in netto aumento: 2.9" il 17 marzo; 4.4" il 2 aprile; 5.3" il 15 aprile. In realtà i suoi strumenti erano molto imprecisi: il diametro era rimasto pressoché costante intorno a 3". Ma bisogna dire che a quell'epoca anche gli altri osservatori ottennero risultati molto discordanti: Maskelyne 3", I07278 Lexell meno di 5", gli osservatori a Milano 6" o 7", I08055 Christian Mayer a Mannheim addirittura 10". Tuttavia, dando fede alle misure di Herschel, si deduceva che la cometa nel giro di pochissimi giorni aveva ridotto la sua distanza dalla Terra a metà, pur con uno spostamento apparente di meno di 1°. Tutte le comete allora conosciute avevano orbite quasi paraboliche, e la maggior parte avevano una distanza perielica (q) non superiore ad 1 UA; solo la cometa del 1729 raggiungeva un valore q = 4.05 (4.29 secondo i calcoli di allora). Dunque diversi calcolatori (come Méchain, I01388 Boscovich, I01246 Bochart de Saron, I07031 Laplace, Lexell) cercarono di assegnare all'astro un'orbita parabolica con perielio vicino al Sole. Ma gli elementi parabolici si accordavano con le posizioni osservate solo per un mese, per poi divergere rapidamente. Nella citata lettera di Messier a Herschel, risultò che Méchain per primo aveva calcolato un'orbita parabolica, prevedendo per il 23.5.1781 un passaggio al perielio a 0.46 UA. In seguito, Lexell trovò una distanza perielica di 16 U.A. il 10.4.1789.
Occorreva un'idea nuova. Fu Bochart de Saron, primo presidente del Parlamento di Parigi (città in cui sarebbe morto ghigliottinato) e appassionato di matematica, ad accorgersi che era inutile tentare di rappresentare le posizioni osservate con un'orbita vicina alla Terra. L'8 maggio 1781 annunciò che l'astro doveva muoversi su di un'orbita esterna a quella di Saturno, con una distanza perielica non inferiore a 14 UA. Ma ancora pensava ad una cometa peculiare.
All'inizio di giugno, Boscovich scrisse una Memoria in cui mostrava che ci sarebbero volute 4 parabole per soddisfare al moto osservato; Laplace pubblicò degli elementi in {A-0010.1784_.0000.17810000-0364_0365}, Connaissance des Temps pour l'an 1784 ➤.
Il concetto di "pianeta" si fece strada solo quando si trovò che l'orbita doveva essere circolare. Siccome né lo stesso Herschel, né astronomi ben più famosi di lui si resero conto di che cosa stavano osservando, quando la natura dell'astro fu nota a tutti iniziò una disputa su chi dovesse rivendicare l'onore di aver per primo capito che si trattava di un pianeta.
Laplace, nella sua Memoria "Théorie du mouvement et de la figure elliptique des planètes" (1784), pubblicata a cura di Bochart de Saron, fece risalire all'agosto del 1781 la sua prima determinazione di un'orbita circolare di raggio molto grande. Oggi sappiamo che il primo a determinare un'orbita circolare fu l'astronomo svedese Anders Jonas Lexell, che nel 1783 pubblicò la memoria
{A-0011.1780a.0000.17830000-0303_0329m} "Recherches sur la nouvelle planète, découverte par Monsieur Herschel et nommée Georgium Sidus", Acta Academiae Scientiarum Imperialis Petropolitanae, memorie anno 1780 parte I ➤.
Nella sua "Mémoire sur la Planète de Herschel", letta all'Académie des Sciences il 22 dicembre 1781, Lalande scrisse:
{A-0006.1779_.0000.17820000-0526_0544m} p. 529 (Mémoires) ➤ M. de La Place pubblicò degli elementi, nella Connoissance des Temps del 1784. M. Lexell che allora era in Inghilterra, scrisse verso lo stesso periodo che si rappresentava molto bene il suo movimento con un cerchio che aveva un raggio uguale a 18 volte la distanza del Sole; da allora mi parve che gli si dovesse dare il nome di nuovo Pianeta; il 24 luglio, M. Lexell che aveva calcolato il suo movimento in differenti ipotesi paraboliche, vide che in tutte le parabole che avevano da 14 a 18 di distanza perielica, si trovava più o meno lo stesso accordo fra il calcolo e l'osservazione. Si capì allora che sarebbe occorso attendere che il pianeta avesse percorso un arco più esteso per intraprendere il calcolo della sua orbita.
Pur essendo professore a S. Pietroburgo, Lexell nella primavera ed estate del 1781 si trovava a Londra. Ecco cosa scrisse nella sua Memoria del 1783:
p. 305 (Mémoires) ➤ Dopo che vari astronomi si sono occupati di questo soggetto e che hanno anche pubblicato i risultati delle loro ricerche; spero che mi sarà permesso di dare una esposizione dei calcoli che ho fatto su questa materia, tanto più che io sono certamente il primo, che abbia tentato di calcolare il movimento di questo astro in un'orbita circolare, come potrei provare con la testimonianza di vari astronomi inglesi e francesi.
p. 306. Avendo in seguito intrapreso io stesso la ricerca di un'orbita parabolica per la nuova stella, trovai che in quella che soddisferebbe alle osservazioni fatte durante la prima apparizione, la distanza al perielio avrebbe dovuto sorpassare almeno 8 volte la distanza del Sole dalla Terra. Avendo comunicato queste riflessioni a M. Magellan che soggiornava allora a Parigi, egli ebbe la bontà di comunicare i risultati dei miei calcoli all'Académie des Sciences de Paris. Essi servirono a convincere gli Accademici, che dubitavano dei risultati trovati dal degno e rispettabile Président de Saron, il quale esaminando 4 osservazioni di questo nuovo astro, aveva trovato, che un'orbita parabolica con la distanza perielica uguale a 14 volte quella del Sole dalla Terra, avrebbe soddisfatto abbastanza bene alle osservazioni fatte durante la prima osservazione. Negli elementi del moto parabolico, che Mr. Jeaurat ha inserito nella Connoissance de temps pour 1784, sulla base dei calcoli di Mr. de la Place, la distanza perielica è supposta 9 volte più grande di quella del Sole dalla Terra. Ora dalle osservazioni della prima apparizione, era pure verosimile che la distanza perielica fosse supposta 18 volte, oltre che 9 volte più grande di quella del Sole dalla Terra, come vedremo fra poco. Facendo uso dell'osservazione della nuova stella fatta da Mr. Herschel stesso, l'anno 1781 il 17 marzo alle 10.40 tempo medio di Greenwich e di quella di Mr. Maskelyne fatta all'Osservatorio di Greenwich l'11 maggio alle 8.28 di tempo medio, ho trovato che un'orbita circolare, il cui raggio è uguale a 18.928 volte la distanza media del Sole dalla Terra, avrebbe soddisfatto a queste due osservazioni...
... i calcoli mi hanno convinto che per soddisfare alle osservazioni del 17 marzo e del 28 maggio, si potevano impiegare delle orbite paraboliche, le cui distanze perieliche variavano da 6 a 8 volte la distanza del Sole dalla Terra, fino a 20 o 22 volte, senza che ne risultassero degli errori troppo grossolani nelle osservazioni intermedie.
Lexell concluse che, dato il breve tratto di orbita osservato, molti tipi di orbita potevano accordarsi con le osservazioni, anche se rimaneva stabilita una distanza perielica piuttosto grande, dell'ordine di 19 unità astronomiche. Fu per questo che, nonostante la rivendicata priorità nell'intuizione dell'orbita circolare, non pubblicizzò la cosa che a fatto compiuto.
Altre serie di elementi circolari furono pubblicate da I06510 G. S. Klügel di Hemstadt in {A-0008.1785_.0000.17820000-0193_0201}, Astronomisches Jahrbuch, 1785 p. 193 ➤ e I05278 J. F. Hennert, {A-0008.1785_.0000.17820000-0205_0213}, ibid., p. 205 ➤, ma risultò subito chiaro che una buona precisione degli elementi di sarebbe ottenuta solo disponendo di molte più osservazioni distribuite su di un arco di tempo più lungo.
Si tenga presente che già alla fine dell'aprile 1781, quando iniziarono le prime osservazioni in Germania, le condizioni di visibilità del pianeta erano estremamente sfavorevoli per la vicinanza al Sole, e Urano si rese invisibile per diversi mesi. Si pensi che la prima osservazione tedesca accertata con sicurezza fu compiuta da Bode l'1 agosto dell'anno successivo! Tuttavia l'idea che era stato scoperto un nuovo pianeta fu ampiamente accettata dopo che Lexell ebbe reso noto i suoi risultati. Sia i giornali francesi che quelli tedeschi pubblicarono notizie sul fatto, ma molti preferirono rimanere cauti per lungo tempo.
Altre serie di elementi circolari furono pubblicate da I06510 G. S. Klügel di Hemstadt in {A-0008.1785_.0000.17820000-0193_0201}, Astronomisches Jahrbuch, 1785 p. 193 ➤ e I05278 J. F. Hennert, {A-0008.1785_.0000.17820000-0205_0213}, ibid., p. 205 ➤, ma risultò subito chiaro che una buona precisione degli elementi di sarebbe ottenuta solo disponendo di molte più osservazioni distribuite su di un arco di tempo più lungo.
Si tenga presente che già alla fine dell'aprile 1781, quando iniziarono le prime osservazioni in Germania, le condizioni di visibilità del pianeta erano estremamente sfavorevoli per la vicinanza al Sole, e Urano si rese invisibile per diversi mesi. Si pensi che la prima osservazione tedesca accertata con sicurezza fu compiuta da Bode l'1 agosto dell'anno successivo! Tuttavia l'idea che era stato scoperto un nuovo pianeta fu ampiamente accettata dopo che Lexell ebbe reso noto i suoi risultati. Sia i giornali francesi che quelli tedeschi pubblicarono notizie sul fatto, ma molti preferirono rimanere cauti per lungo tempo.
Lo stesso Herschel impiegò del tempo per convincersi della natura planetaria dell'astro. Il fedele amico William Watson gli aveva scritto il 31 agosto 1781:
Watson a Herschel, 31 agosto 1781, {L-00150} I25800 I05335 D17810831 Caro Signore, sono felice di sentire che la vostra cometa - se può essere chiamata cometa - è riapparsa. l vostro successo, voi capirete, ha stimolato al massimo sia gli inglesi che i francesi; una cometa che probabilmente è visibile da almeno 12 anni è un fenomeno del tutto straordinario.
Probabilmente si riferì all'ipotesi che fosse la riapparizione della cometa Lexell del 1770. Il 15 novembre, il Presidente della Royal Society, Sir Joseph Banks, annunciò che la Società pensava di attribuirgli la medaglia Copley:
Banks a Herschel, 5 novembre 1781, {L-00151} I25586 I05335 D17811115 Signore, il Concilio della Royal Society avendo ordinato che la Medaglia Premio Annuale sia presentata a voi in ricompensa per la vostra scoperta di una nuova stella, io devo richiedere che (siccome è usuale per me in quest'occasione dire qualcosa in encomio della scoperta) voi mi forniate degli aneddoti sulle difficoltà che avete incontrato nella scoperta, ecc. come voi pensate sia opportuno per assistermi nel dare un dovuto riconoscimento alla vostra laboriosità e abilità. [...] Alcuni dei nostri astronomi qui sono inclini all'opinione che sia un pianeta e non una cometa; se voi siete di questa opinione deve essere immediatamente fornito di un nome o i nostri lesti vicini, i francesi, certamente ci faranno risparmiare la fatica di battezzarlo.
Ma Herschel ribatté: « Riguardo alla Nuova Stella posso osservare ancora che anche se non siamo abbastanza a conoscenza di essa per accertare la sua natura, si è visto già abbastanza da mostrare che essa differisce in molti particolari essenziali dalla comete e assomiglia piuttosto alla condizione dei pianeti. »
Il nome di Herschel divenne famoso in tutta Europa, anche se spesso soggetto a curiose storpiature. In Germania e Francia, non solo nei giornali, ma anche nelle raccolte scientifiche, si potevano trovare strafalcioni come Mersthel, Herthel, Hermstel, ecc. In effetti, benché prima di quel tempo Herschel avesse pubblicato due o tre Memorie e fosse abbastanza bene conosciuto nei circoli scientifici inglesi, era completamente sconosciuto agli astronomi continentali.
In {A-0008.1784_.0000.17810000-0210_0220}, Berliner Astronomisches Jahrbuch für 1784 (1781), Bode scrisse:
Il nome di Herschel divenne famoso in tutta Europa, anche se spesso soggetto a curiose storpiature. In Germania e Francia, non solo nei giornali, ma anche nelle raccolte scientifiche, si potevano trovare strafalcioni come Mersthel, Herthel, Hermstel, ecc. In effetti, benché prima di quel tempo Herschel avesse pubblicato due o tre Memorie e fosse abbastanza bene conosciuto nei circoli scientifici inglesi, era completamente sconosciuto agli astronomi continentali.
In {A-0008.1784_.0000.17810000-0210_0220}, Berliner Astronomisches Jahrbuch für 1784 (1781), Bode scrisse:
p. 211 ➤ Nella 'Gazette Littéraire' del giugno 1781, questo degno uomo è chiamato Mersthel [p. 318 ➤] ; nel 'Journal Encyclopédique' di luglio, Hertschel; in una lettera da Mr. Maskelyne a M. Messier, Herthel; in un'altra lettera di Maskelyne al Signor Mayer, a Mannheim, Herrschell; M. Darquier lo chiama Hermstel. Qual'è il suo vero nome? Egli deve essere tedesco di nascita.
Nel 1784 Bode pubblicò il libro {B-0046.00_.1784} "Von dem neu entdeckten Planeten", dedicato al Urano. A p. 5 ➤ vennero elencate altre due storpiature: Lalande nella sua {B-0111.04_.1781} "Astronomie" (Vol. IV, p. 705 ➤) Hertchsel; {A-0010.1784_.0000.17810000-0364_0365}, Connoissance de temps pour l'anné 1784, p. 364 ➤ Horochelle.
Il prosatore francese I26132 Bernardin de Saint-Pierre criticò quest'ultimo fatto (anche se lui stesso cambiò leggermente il nome in Herschell); nelle sue "Harmonies" notò che gli astronomi redattori della Connoissance de temps avevano riversato a proposito molti dubbi ed oscurità sulle scoperte di quel grand'uomo.
Herschel ricevette i maggiori riconoscimenti in Inghilterra. In novembre il presidente della Royal Society, Sir Joseph Banks, gli attribuì la Medaglia Copley della Royal Society, esortandolo a « coltivare anche nel futuro con assiduità il campo di quella scienza che vi ha permesso di fare un raccolto così onorevole. » Il 6 dicembre dello stesso 1781 fu eletto all'unanimità anche membro della Società, e per risoluzione del Council fu esentato dal pagamento della quota iniziale e delle quote annuali.
In {B-0065.03_.1782} "Histoire de l'Astronomie", volume III (aprile 1782), l'astronomo ed uomo politico francese I00550 J. S. Bailly scrisse: p. 342 ➤ « L'astro che ci occupa ora, quest'astro che può essere un pianeta, sembra indicarci che Saturno non è l'ultimo del nostro sistema; forse ce ne sono molti altri. » Ma nella nuova edizione del 1785 la scoperta venne attribuita ad un "Allemand nommé M. Hartchell" {B-0066.03_.1785} p. 85 ➤, segnalando che la natura dell'astro era ancora controversa.
I09751 A.-G. Pingré, nella sua famosa {B-0163.00_.1784} "Cometographie”, vol. II, p. 96 (1784) classificò Urano come ➤ « prima cometa del 1781. Questa cometa o pianeta (perché non è ancora deciso se è l'uno o l'altra) fu scoperta in Inghilterra da M. Herschel, astrofilo, si dice, piuttosto che astronomo. »
I06499 Dirk Klinkenberg, uomo politico ed astronomo olandese, pubblicò nelle Memorie dell'Accademia Batavica (vol. VII, Rotterdam 1783) uno scritto di 60 pagine in cui la natura planetaria dell'oggetto veniva considerata dubbia:
{A-0739.0007_.0000.17830000-0003_0060} "Verhandeling over eene kleine doch ongewoone Sterre...", Verhandelingen Van Het Bataafsch Genootschap Der Proefondervindelyke Wysbegeerte Te Rotterdam, 7, (1783) ➤ .
Alcune menti retrograde si rifiutarono di accettare la scoperta di un nuovo pianeta a causa di un anacronistico pregiudizio che si può chiamare "heptomania" (predilezione per l'armonia del numero sette): sette dovevano essere i pianeti (comprendendo fra di essi il Sole e la Luna, ma non la Terra!), come i giorni della settimana, i metalli, i colori dell'iride, le Arti, le Note, i Peccati Capitali, le Meraviglie del Mondo, le aperture della testa e via proseguendo con simili sciocchezze.
Il prosatore francese I26132 Bernardin de Saint-Pierre criticò quest'ultimo fatto (anche se lui stesso cambiò leggermente il nome in Herschell); nelle sue "Harmonies" notò che gli astronomi redattori della Connoissance de temps avevano riversato a proposito molti dubbi ed oscurità sulle scoperte di quel grand'uomo.
Herschel ricevette i maggiori riconoscimenti in Inghilterra. In novembre il presidente della Royal Society, Sir Joseph Banks, gli attribuì la Medaglia Copley della Royal Society, esortandolo a « coltivare anche nel futuro con assiduità il campo di quella scienza che vi ha permesso di fare un raccolto così onorevole. » Il 6 dicembre dello stesso 1781 fu eletto all'unanimità anche membro della Società, e per risoluzione del Council fu esentato dal pagamento della quota iniziale e delle quote annuali.
In {B-0065.03_.1782} "Histoire de l'Astronomie", volume III (aprile 1782), l'astronomo ed uomo politico francese I00550 J. S. Bailly scrisse: p. 342 ➤ « L'astro che ci occupa ora, quest'astro che può essere un pianeta, sembra indicarci che Saturno non è l'ultimo del nostro sistema; forse ce ne sono molti altri. » Ma nella nuova edizione del 1785 la scoperta venne attribuita ad un "Allemand nommé M. Hartchell" {B-0066.03_.1785} p. 85 ➤, segnalando che la natura dell'astro era ancora controversa.
I09751 A.-G. Pingré, nella sua famosa {B-0163.00_.1784} "Cometographie”, vol. II, p. 96 (1784) classificò Urano come ➤ « prima cometa del 1781. Questa cometa o pianeta (perché non è ancora deciso se è l'uno o l'altra) fu scoperta in Inghilterra da M. Herschel, astrofilo, si dice, piuttosto che astronomo. »
I06499 Dirk Klinkenberg, uomo politico ed astronomo olandese, pubblicò nelle Memorie dell'Accademia Batavica (vol. VII, Rotterdam 1783) uno scritto di 60 pagine in cui la natura planetaria dell'oggetto veniva considerata dubbia:
{A-0739.0007_.0000.17830000-0003_0060} "Verhandeling over eene kleine doch ongewoone Sterre...", Verhandelingen Van Het Bataafsch Genootschap Der Proefondervindelyke Wysbegeerte Te Rotterdam, 7, (1783) ➤ .
Alcune menti retrograde si rifiutarono di accettare la scoperta di un nuovo pianeta a causa di un anacronistico pregiudizio che si può chiamare "heptomania" (predilezione per l'armonia del numero sette): sette dovevano essere i pianeti (comprendendo fra di essi il Sole e la Luna, ma non la Terra!), come i giorni della settimana, i metalli, i colori dell'iride, le Arti, le Note, i Peccati Capitali, le Meraviglie del Mondo, le aperture della testa e via proseguendo con simili sciocchezze.
Oggi si attribuisce ad Herschel un posto di tutto rispetto nella storia dell'Astronomia, anche se ovviamente bisogna riconoscergli degli errori, che non mancano d'altronde nella carriera di celebrati astronomi professionisti (e non totalmente autodidatti, come era lui). Non è neppure giusto attribuire, come alcuni fecero, la sua scoperta del pianeta a quella che oggi si definisce "la fortuna del dilettante". Herschel scrisse a Lalande il 5 settembre 1782 {L-00146}:
Herschel a Lalande, 5 settembre 1782, {L-00146} I05335 I06967 D17820905 ... la scoperta non fu dovuta al caso ... presto o tardi sarebbe arrivata sulla mia strada, e il giorno in cui fosse arrivato il turno di osservare i suoi dintorni non mi sarebbe assolutamente sfuggito.
Ribadì lo stesso concetto alla Royal Society nel febbraio 1783, nonché a Charles Hutton in una lettera autobiografica (novembre 1784):
{B-0325.00_.1933} p. 78 Si è generalmente supposto che fu un felice caso che portò questa stella alla mia vista; questo è un evidente errore. Nel modo regolare con cui io esaminai ogni stella dei cieli, non solo di quella magnitudine ma anche molto inferiore, quella notte fu il suo turno che venisse scoperta. Avevo gradualmente scrutato in grande Volume dell'Autore della Natura ed ero arrivato alla pagina che conteneva il settimo pianeta. Se qualcosa mi avesse impedito quella sera, lo avrei trovato la successiva, e la bontà del mio telescopio fu tale che io percepii il suo visibile disco planetario non appena lo guardai; e con l'uso del mio micrometro, determinai il suo moto in poche ore.
Pur con un eccesso di vanteria ed enfasi (perché allora non riuscì a scoprire Nettuno?), Herschel attribuì correttamente la sua scoperta ad una nuova specie di pratica astronomica. Diversamente dagli astronomi del tempo, dediti soprattutto all'astronomia di posizione e allo studio dei fenomeni di moto dei corpi celesti, lo scopritore di Urano era interessato alla natura dei fenomeni celesti e alla loro storia ed evoluzione. Fu così che la "strana stella nebulosa" suscitò la sua curiosità, tanto da spingerlo a compiere delle verifiche che lo portarono ad individuare la natura dell'oggetto. In effetti, Urano fu osservato diverse volte prima di Herschel, ma fu sempre scambiato per una stella fissa. Herschel non incorse in questo errore, anche perché il potente ingrandimento gli permise di discernere immediatamente il disco planetario. Ingrandimenti così forti erano del tutto inusuali per l'epoca (un valore di 20-30 era nella norma), e lasciarono perplessi e dubbiosi i primi lettori della sua relazione scientifica. Non è dunque il semplice fatto di aver visto il pianeta il merito di Herschel: è quello di aver capito che si trattava di qualcosa di particolare.
§ D17810831 D17811115 D17820905
§ I00550 I01246 I01252 I01388 I02156 I02826 I05278 I05335 I05739 I05963 I06499 I06510 I06967 I07031 I07096 I07216 I07252 I07278 I07717 I07941 I08055 I08121 I08227 I09751 I10234 I11556 I13058 I25586 I25800 I26132
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