L'inchiesta a Middelburg
Quando i consiglieri di Middelburg cercarono testimonianze su I05927 Sacharias Janssen, i protagonisti principali dell'infanzia del telescopio erano morti; il personaggio maggiormente coinvolto, I10714 Johannes Sachariassen, era nato quando la storia era già andata molto avanti. Per lui l'inchiesta era una grande opportunità di ottenere prestigio e attirare clienti. Non poteva certo ripetere quello che aveva detto 21 anni prima a I00865 Beeckman (cioè che suo padre aveva costruito il primo cannocchiale nel 1604, limitandosi a copiare un modello italiano del 1590); omettendo l'episodio del 1604, doveva dire che suo padre aveva inventato il cannocchiale nel 1590, di sua iniziativa. Ma per fare questo, anche ammesso che fosse stato un genio precoce, Sacharias avrebbe dovuto essere nato nei primi anni del decennio 1570. Johannes forse non sapeva che la faccenda era seguita da I25606 Boreel, che aveva conosciuto suo padre da bambino, e si sarebbe accorto della madornale bugia, perché lui (circa coetaneo) era nato nel 1591! Sachariassen mentì anche sulla sua età, facendosi di circa 8 anni più vecchio, per dare più peso alla sua testimonianza. Millantò di essere stato un collaboratore di suo padre quando "inventarono" i cannocchiali lunghi nel 1618 (anzi, alla fine della sua lettera, scrisse: io ho inventato). Tutto questo è paradossale: nel 1618 aveva 7 anni (lui aveva dichiato 15): un bambino prodigio! Ma, oltretutto, nel 1618 tutto era già stato fatto da tempo fuori dall'Olanda: i suoi celebrati cannocchiali del 1618 probabilmente a malapena arrivavano alle prestazioni di quello presentato da Galileo a Venezia nel 1609. Ma la vanteria spropositata degli occhialai olandesi era ben nota in tutta Europa.
La lettera del Boreel fu letta il 23 gennaio 1655 nella sessione dei sindaci, degli assessori e dei consiglieri di Middelburg. Una settimana dopo (30 gennaio 1655) Sachariassen scrisse al Consiglio di Middelburg. Non è chiaro come si svolsero i fatti. È stato trovato un foglio senza data che riporta le dichiarazioni di alcune persone, per ognuna delle quali viene fornita l'età. Un altro foglio, pure senza data, scritto con un'altra calligrafia (e forse redatto in una data differente) riporta le dichiarazioni di Johannes Sachariassen e di sua zia (sorella di Sacharias), la vedova Sara Goedaerts. Le dichiarazioni attribuite a Johannes concordano con quelle da lui fornite nella lettera, salvo l'aggiunta dell'età (falsa). Forse i Consiglieri avevano diffuso la notizia che cercavano persone disposte a testimoniare tutto quello che sapevano sui primi costruttori di cannocchiali in quella città. Johannes cercò di sbrigare la faccenda per lettera, forse per evitare di mentire davanti a persone che lo guardavano in faccia; ma probabilmente anche lui fu convocato, gli fu chiesta l'età, e gli fu fatto ripetere il suo racconto. I due fogli con i processi verbali furono allegati ad una lettera firmata dal segretario Simon van Beaumont, in data 3 marzo 1655, in cui consiglieri esprimevano le loro considerazioni. I22629 De Waard ha trascritto tutti questi documenti. Comincio con la lettera di Sachariassen.
La lettera del Boreel fu letta il 23 gennaio 1655 nella sessione dei sindaci, degli assessori e dei consiglieri di Middelburg. Una settimana dopo (30 gennaio 1655) Sachariassen scrisse al Consiglio di Middelburg. Non è chiaro come si svolsero i fatti. È stato trovato un foglio senza data che riporta le dichiarazioni di alcune persone, per ognuna delle quali viene fornita l'età. Un altro foglio, pure senza data, scritto con un'altra calligrafia (e forse redatto in una data differente) riporta le dichiarazioni di Johannes Sachariassen e di sua zia (sorella di Sacharias), la vedova Sara Goedaerts. Le dichiarazioni attribuite a Johannes concordano con quelle da lui fornite nella lettera, salvo l'aggiunta dell'età (falsa). Forse i Consiglieri avevano diffuso la notizia che cercavano persone disposte a testimoniare tutto quello che sapevano sui primi costruttori di cannocchiali in quella città. Johannes cercò di sbrigare la faccenda per lettera, forse per evitare di mentire davanti a persone che lo guardavano in faccia; ma probabilmente anche lui fu convocato, gli fu chiesta l'età, e gli fu fatto ripetere il suo racconto. I due fogli con i processi verbali furono allegati ad una lettera firmata dal segretario Simon van Beaumont, in data 3 marzo 1655, in cui consiglieri esprimevano le loro considerazioni. I22629 De Waard ha trascritto tutti questi documenti. Comincio con la lettera di Sachariassen.
Sachariassen a Middelburg, 30 gennaio 1655, {L-01255} I10714 D16550130 in {B-0055.00_.1906} p. 140 ➤ Nell'anno 1590 il primo tubo fu fatto ed inventato a Middelburg in Zelanda da Zacharias Jansen, e a quel tempo il più lungo era di 15 o 16 pollici. Due di questi furono presentati, uno al I25603 prins Mourytsyus e l'altro al hertogh Albertus. La lunghezza di 15 o 16 pollici fu usata fino all'anno 1618; poi io e mio padre, citato prima, inventammo i tubi lunghi che furono usati di notte per osservare le stelle e la Luna, sulla quale c'è ora molta speculazione. Nell'anno 1620, I08234 Meetsyus ottenne uno dei nostri tubi, che copiò come poté; I25611 Cornelis Drybbel fece lo stesso. Quando noi facevamo questi strumenti vivevamo nel sagrato, dove ora è locato il mercato. Se I02068 Reynnier Ducartes e Cornelis 'Dribbel' e I25612 Johannes Loof fossero ancora vivi, potrebbero testimoniare che io ho inventato i primi tubi lunghi. Io non posso dare a Vostri Signori ulteriori informazioni.
Johannes Loof (morto nel 1651), dapprima orefice, dal 1634 divenne incisore alla zecca (situata vicino alla casa di Janssen). Strana la storia dei cannocchiali venduti nel 1620: Johannes aveva 9 anni, il padre si era reso irreperibile, e allora chi portava avanti il negozio? Forse un vecchio collaboratore? Ma come fidarsi delle date fornite da Johannes? Se il fatto avvenne realmente, forse non fu nel 1620 esatto, ma in quel decennio; e allora a quell'epoca magari Sacharias era tornato. Per poco, perché poi lasciò ancora Middelburg, quando il figlio era ancora minorenne. Ci deve essere stato qualcuno che fece le veci di Sacharias durante le sue peregrinazioni, fino all'età adulta del figlio, perché la famiglia dovette pur avere una fonte di reddito. Ad ogni modo, Sacharias non potè fare per molto i suoi celebrati cannocchiali "lunghi" (se così si vuole chiamarli). Lettera del Consiglio della Città di Middelburg a Willem Boreel, seguita dai risultati delle deposizioni.
Middelburg a Boreel, 3 marzo 1655, {L-01256} I25606 D16550303 in {B-0055.00_.1906} p. 16 ➤ Nobile, Severo, Onorevole, Saggio, Molto Provvidenziale Signore. La lettera di V.S., scritta l'8 gennaio, ci ha raggiunti felicemente, e la ringraziamo molto per il disturbo che si prende per portare avanti per l'onore di questa città, attraverso la meravigliosa invenzione di telescopi o occhiali per vedere lontano, il cui primo inventore si ritiene sia vissuto qui. Per seguire le buone intenzioni di V.S., con ardore abbiamo cercato di trovare notizie di quest'uomo. E per prima cosa fummo informati dal vostro collega nel campo della Legge, Jacob Blondel, età 65 anni, che in effetti confermò ciò che lei scrisse su questo argomento. Ma dopo un'ulteriore e diligente indagine, non siamo stati finora in grado di ottenere nulla di più di quello che vorrete trovare nel documento allegato. E siccome varie persone vorrebbero appropriarsi dell'onore di questa eccellente invenzione, ci sembra anche che un certo Johannes Sachariassen di qui abbia fatto lo stesso. In vista della comunicazione del suddetto Signore, il vostro collega Blondel, e le dichiarazioni di Jacob Willemsen e Eeuwoud Kien, pensiamo che egli stia abusando e ricordando erroneamente. Ma in ogni caso, pensiamo che questa comunicazione sostenga la tesi secondo cui l'invenzione ebbe origine in questa città. Se saremmo in grado di ottenere qualcosa in più, non mancheremo di inviarvelo, concedendovi, nel frattempo, di utilizzare l'allegato come desidera. Attendiamo con impazienza altre opportunità per incorrere nel debito del vostro affetto, per il quale, Nobile, ecc., il buon Dio vi garantirà la salute e la prosperità durature. I Vostri benevolenti e obbligati amici, i borgomastri, gli assessori e il Consiglio.
Jacob Blondel potrebbe essere stato incaricato della raccolta delle informazioni; ecco le deposizioni:
Middelburg a Boreel, 3 marzo 1655, {L-00776} I25606 D16550303 p. 11 ➤ I borgomastri, gli assessori e i consiglieri della città di Middelburg in Zeeland hanno ordinato che le persone Jacob Willemssen, portiere del locale banco di cambio, che va verso il suo settantesimo anno, e Eeuwoud Kien, messaggero di questa città ad Anversa, di 67 anni, così come Abraham de Jonge, maestro fabbro in questa città, età 77 anni, fossero esaminati e ascoltati riguardo alla conoscenza che avevano, collettivamente e individualmente, di una certa persona di questa città che si dice avrebbe fatto i primi occhiali per veder lontano o telescopi, e dopo essere stati interrogati hanno testimoniato e dichiarato quanto segue: E in primo luogo, il detto Jacob Willemsen afferma che la persona sopra menzionata si chiamava Hans Laprey, e che lo stesso viveva in Capoenstrate in questa città, dove al momento vive un rammendatore, o nella casa successiva, non era sicuro. Dice anche che lo conosceva quando faceva occhiali, e che in seguito fece tubi o telescopi, questo circa una cinquantina di anni fa; che lo stesso Laprey morì circa trent'anni fa, e che sa che lo stesso è morto qui nella città di Middelburgh, dando come ragione della sua conoscenza che lui, il testimone, viveva quattro o cinque case da quella citata, e che lo stesso Laprey ricevette un onorario dal principe Maurits per i primi telescopi che fece, come ha spesso sentito dire. E il detto Eeuwoud Kien, facendo la sua deposizione, dichiarò che il nome della persona che era solita fare occhiali o telescopi era Hans Laprey di Wesel, e che lo stesso viveva in questa città in Cappoenstraete, accanto alla chiesa nuova, nella casa con esposti dei telescopi, accanto alla casa dove ora si trova il [segno] Serpent, che le case appartenevano al detto Laprey. Dice anche che detto Laprey iniziò a fabbricare i detti telescopi verso l'anno 1610, e che vell'anno 1619, egli morì e fu sepolto in questa città, dando come ragione della sua conoscenza che era stato sposato con la figlia del Laprey detto, e anche che lo stesso Laprey aveva presentato i detti telescopi agli Stati e anche a Sua Eccellenza il Principe Maurizio, e ricevette in cambio alcune ricompense, ottenendo anche il brevetto richiesto per il periodo di tre anni. Il detto Abraham de Jonge, anche lui testimone, dice e dichiara che la persona che ha fatto i primi telescopi qui in questa città si chiamava Hans, non ricordando perfettamente il suo cognome, ma che di solito era chiamato Hans l'occhialaio. Dice che lo stesso viveva in Kapoenstraete in questa città, senza sapere esattamente in quale casa, e che secondo i suoi ricordi 45 o 46 anni fa il detto Hans fece i primi telescopi; che lui, il testimone, lo conosceva da diversi anni prima, quando ancora non faceva occhiali, ma a quel tempo era un assistente muratore, dando come ragione della sua conoscenza che lui, il testimone, aveva vissuto nella stessa casa sul Muro [Wal] per cinquanta anni, e in quanto vicino camminò dietro al feretro nel funerale del detto Hans. Dice anche che sa, e ha sentito dire molte volte, che il suddetto Hans fece dei tubi o dei telescopi per Sua Eccellenza Maurizio. In sua testimonianza, ecc.
Middelburg a Boreel, 3 marzo 1655, {L-01361} I25606 D16550303 in {B-0055.00_.1906} p. 14 ➤ I borgomastri, gli assessori e i consiglieri della città di Middelburg in Zeeland hanno ordinato che le persone Johannes Sachariassen, occhialaio in questa città, età 52 anni, e Sara Goedaerts, vedova del defunto Jacob Goedaerdt, età 72 anni, vivente nella Goude kruys [Croce d'oro] sulla banchina di questa città, siano ascoltati ed esaminati sulla conoscenza che potevano avere, insieme e individualmente, su una certa persona che, in questa città, realizzò i primi occhiali per vedere lontano o telescopi, ed essendo stato chiesto questo, hanno testimoniato e dichiarato come segue: In primo luogo, il detto Johannes Sachariassen dice che sono stati inventati da suo padre Sacharias Janssen, qui a Middelburg, nell'anno 1590, e egli ha spesso sentito dire, e che a quel tempo i tubi più lunghi erano lunghi da quindici a sedici pollici, e che due dei detti tubi furono presentati, uno al principe Maurizio e l'altro all'Arciduca Albert, e quei tubi di tali lunghezze furono usati fino all'anno 1618, quando lui, il testimone, dichiarò, inventò con lo stesso padre i lunghi tubi che sono usati per vedere le stelle e la luna di notte. Dice anche che un certo Meetsius, nell'anno 1620, avendo ottenuto uno degli stessi telescopi, lo imitò meglio che poteva, e lo stesso fece un certo Cornelis Dribbel. Inoltre, in quel momento della costruzione di detti tubi, suo padre visse nel cimitero, contro la nuova chiesa, dove ora si tiene la vendita all'asta pubblica. E la detta Sara Goedaerts, anche dando testimonianza, dice che circa quarantadue o quarantaquattro anni fa, senza ricordare esattamente il tempo, tubi o telescopi venivano fatti in questa città da Sacharias Janssen, suo defunto fratello, vivente vicino alla Zecca, vicino alla nuova chiesa, dando come ragione della sua conoscenza che ha visto suo fratello fare numerosi viaggi con gli stessi telescopi. In testimonianza a ciò, noi, detti borgomastri e assessori, abbiamo sigillato questo con il controsigillo di detta città, e fatto firmare da uno dei nostri segretari il 3 marzo 1655.
De Vero Telescopii Inventore
Non so se Boreel rispose al Consiglio di Middelburg. Di certo comunicò con I01359 Pierre Borel, che entro quello stesso anno pubblicò il libro {B-0026.00_.1655} "De Vero Telescopii Inventore". Non so in quale lingua comunicassero i due. La lettera che esprimeva la decisione di Boreel fu pubblicata nel libro, in latino.
Boreel a Borel, 9 luglio 1655, {L-01257} I25606 I01359 D16550709 in {B-0026.00_.1655} p. 34 ➤ La città di Middelburg, la capitale della Zelanda, è la mia città natale. Vicino alla casa in cui nacqui, nel mercato delle verdure, vicino alla chiesa nuova, attaccata ai muri della quale ci sono delle piccole case piuttosto umili in una delle quali, vicino la porta est della Zecca, viveva nell'anno 1591 (quando io sono nato) un certo occhialaio di nome Hans con sua moglie Maria, che ebbe, oltre a delle figlie, un figlio chiamato Sacharias di cui divenni amico perché, essendo un suo vicino, ero sempre lì, e giocammo insieme da bambini. E da bambino andavo molto spesso nel laboratorio con lui. Lì Hans, o Johannes, con il suo figlio Sacharias, come ho spesso sentito dire, per primi inventarono il microscopio che presentarono al Principe Maurizio, il comandante in capo dell'armata della Federazione Olandese, e ne ottennero un premio. In seguito un simile telescopio fu presentato da essi al all'Arciduca Alberto d'Austria, il Governatore Supremo del Regno del Belgio. Quando fui mandato in Inghilterra come ambasciatore nel 1619, Cornelis Drebbel, un Olandese di Alkmaar, un uomo istruito su vari segreti della natura, e che lì serviva il Re James come matematico, ed un mio intimo amico, mi mostrò proprio lo stesso strumento che l'Arciduca aveva dato allo stesso Drebbel, cioè, il microscopio di Sacharias. E non era con un tubo corto, come sono ora questi strumenti, ma lungo circa un piede e mezzo, il tubo essendo di ottone dorato, due pollici di diametro, appoggiato su tre delfini fatti in ottone, che erano supportati da un disco di base fatto d'avorio. Il disco conteneva alcune piccoli frammenti di sporcizia, e quando li guardammo essi apparirono quasi miracolosamente ingranditi.
In più, molto dopo, cioè, nell'anno 1610, quando essi continuarono le loro investigazioni poco a poco, i telescopi lunghi siderali furono pure inventati da loro a Middelburg, di cui siamo interessati, e con i quali esaminarono la Luna, gli altri pianeti, le stelle, le costellazioni. Un esemplare di questi strumenti fu pure presentato al Principe Maurizio, che lo tenne segreto, forse per usarlo in future spedizioni militari. Siccome, tuttavia, si sparse la notizia di una tale straordinaria nuova invenzione, e già in Olanda ed altrove la gente parlava dell'inventore, un certo uomo, finora sconosciuto, venne dall'Olanda a Middelburg alla casa dell'inventore, facendo domande su quel segreto. Quando domandò riguardo all'occhialaio vivente in quella città, nelle piccole case vicino alla chiesa nuova, arrivò per caso da I07369 Hans Laprey, anche lui occhialaio e anche lui in Capoenstrate nelle piccole case vicino alla chiesa nuova. Ed egli pensò di essere arrivato alla casa del vero inventore, che viveva solo a piccola distanza da questo Laprey, dall'altra parte della detta chiesa in un lato piuttosto nascosto. E parlò del segreto del telescopio con Laprey che, essendo una persona scaltra, attenta a tutto quello che la persona gli rivelava, e considerando anche queste questioni e i confronti delle lunule o lenti, sia lunghe che corte, con zelo e lavoro non comune, inventò, gli stessi telescopi lunghi di Sacharias Janssen, e li fece soddisfacendo lo straniero. Quindi questo Hans Laprey può al massimo essere considerato come secondo inventore, perché per l'acutezza del suo ingegno elaborò una cosa che non gli era conosciuta, con il risultato che ho detto, e per primo fece questi telescopi al pubblico.
Sia lo strumento che l'errore, tuttavia, ben presto divennero noti. Perché I08233 Adriaen Metius di Alkmaar, professore di matematica, e dopo di lui Cornelis Drebbel, menzionato sopra, vennero a Middelburg nel 1620, quando la materia era ben conosciuta, e non andarono da Hans Laprey, ma da Sacharias Jansssen, dal quale entrambe ottennero un telescopio, e da diverse osservazioni e sforzi, come I04162 Galileo Galilei l'italiano di Firenze, e molti altri uomini di sapere, essi resero l'invenzione molto famosa, con l'onore della prima invenzione, tuttavia, rimanendo fermamente ai due di Middelburg. Questa mia lettera tuttavia non vuole detrarre nulla dal primo uomo di Middelburg, o dagli imbellitori.
Boreel disse di stimare molto il suo amico Drebbel, che invece aveva la fama di ciarlatano, e si attribuì questa ed altre invenzioni (persino macchina del moto perpetuo), ma sino al 1622 in Francia nelle lettere di Peiresc lo si definiva l'inventore del telescopio, fino a quando si decise a scrivere a William Camden:
Peiresc a Camden, 21 dicembre 1622, {L-01258} I09520 I25613 D16221221 p. 333 ➤ Vorrei sapere cosa c'è di vero sulle invenzioni del Signor Cornelis Drubelsius, che si dice aver inventato dalle vostre parti un globo, che rappresenta il flusso e il riflusso del mare, e un battello coperto, che va fra due acque: con delle lenti lunghe, che fanno leggere delle scritture alla distanza di una lega, ciò che non posso credere con leggerezza qui.
La lettera di Boreel conferma che Sacharias aveva circa la sua stessa età (smentendo la pretesa invenzione nel 1590) e, al contrario di Johannes, parla esplicitamente dell'invenzione di un microscopio. Però, incredibilmente, Boreel data l'invenzione dei telescopi con possibile uso astronomico addirittura al 1610, mentre persino lo smargiasso Johannes si era limitato a dire 1618. Boreel sembra confermare la strana storia del 1620, ma la arricchisce di dettagli: il 'Meetsyus' farfugliato da Sachariassen era il matematico Adriaan Metius, e lui e Drebbel avevano scelto di andare non da Hans Laprey [Lipperhey], ma da Sacharias Janssen. In quell'anno, i fratelli Metius erano entrambi viventi, ma Lipperhey era morto nel 1619, Sacharias Janssen si era reso irreperibile. A proposito di questo: Boreel, insigne avvocato, sapeva che l'uomo voleva proporre come gloria di Middelburg e dell'Olanda tutta, era stato ricercato come un criminale da mandare a morte? (anche se non si sa se poi sia stato scagionato). La storia è talmente strampalata che mi fa venire una pazza idea: e se ci fosse stato lo zampino di Boreel nel "salvataggio" dell'amico? Va bene che l'avvocato era anche un diplomatico, sempre in giro, ma potrebbe esser venuto a conoscenza del problema, e aver azionato le leve giuste. Ad ogni modo, anche Boreel appare poco sincero e credibile.
Nel libro {B-0026.00_.1655} "De Vero Telescopii Inventore" Pierre Borel avvalorò la tesi dell'invenzione nel 1590 senza obiettare (evidentemente non conosceva la data di nascita di Boreel) e proseguì dicendo che Janssen aveva costruito cannocchiali da 16 pollici (presentati al Principe Maurizio e all'Arciduca Alberto) e anche il microscopio.
Pubblicò le due lettere con le testimonianze raccolte dai Consiglieri di Middelburg - non la missiva contenente la loro forte perplessità - nella traduzione latina, ovviamente fornita di Boreel (perché l'originale era in olandese), e la lettera di Boreel riportata qui sopra. Ma il riassunto delle conclusioni del libro fu messo prima delle pagine numerate, sotto i ritratti: Sacharias Janssen - primo inventore dei telescopi ; Hans Lipperhey, secondo inventore dei telescopi.
I ritratti riportano le firme: Berkman - J. v. Meurs sculp. ➤ Riguardo ai ritratti, nel libro "The origins of the telescope" (2010) I26112 Huib J. Zuidervaart scrisse:
Nel libro {B-0026.00_.1655} "De Vero Telescopii Inventore" Pierre Borel avvalorò la tesi dell'invenzione nel 1590 senza obiettare (evidentemente non conosceva la data di nascita di Boreel) e proseguì dicendo che Janssen aveva costruito cannocchiali da 16 pollici (presentati al Principe Maurizio e all'Arciduca Alberto) e anche il microscopio.
Pubblicò le due lettere con le testimonianze raccolte dai Consiglieri di Middelburg - non la missiva contenente la loro forte perplessità - nella traduzione latina, ovviamente fornita di Boreel (perché l'originale era in olandese), e la lettera di Boreel riportata qui sopra. Ma il riassunto delle conclusioni del libro fu messo prima delle pagine numerate, sotto i ritratti: Sacharias Janssen - primo inventore dei telescopi ; Hans Lipperhey, secondo inventore dei telescopi.
I ritratti riportano le firme: Berkman - J. v. Meurs sculp. ➤ Riguardo ai ritratti, nel libro "The origins of the telescope" (2010) I26112 Huib J. Zuidervaart scrisse:
{B-0558.00_.2010} p. 26 Entrambe i ritratti furono fatti dal pittore Hendrick Berkman[s] (1629-1679), che visse a Middelburg dal 1654. Essi furono incisi da Jacob van Meurs, un incisore (e poi editore) attivo a Leida e Amsterdam dal 1651 al 1680. Se questi ritratti furono fatti da precedenti originali, probabilmente non lo sapremo mai.
Io penso questo: Janssen morì intorno al 1632, e Lipperhey nel 1619, mentre il pittore nacque nel 1629. Berkman, ovviamente, dovette basarsi su ritratti vecchi di qualche decennio e di autore ignoto; io penso che i suoi siano stati commissionati (forse da Boreel) apposta per celebrare le conclusioni del libro (le cornici nelle incisioni sembrano identiche, come se i quadri fossero fatti per essere mostrati insieme). Pare che Lipperhey e Janssen fossero persone modeste (soprattutto il secondo): come e quando si presero il lusso di farsi fare un ritratto?
Questo è il riassunto della storia, secondo Borel:
Questo è il riassunto della storia, secondo Borel:
{B-0026.00_.1655} p. 22 ➤ Con i Francesi, Spagnoli, Italiani, ecc., esclusi, ci rimane da eliminare solo gli olandesi, fra i quali Cornelis Drebbel e Metius di Alkmaar reclamano un'invenzione che non fu inventata da essi. Ho, difatti, prove veramente certe, che essi incontrarono il nostro artigiano di Middelburg, e ricevettero tutto da lui. Perché Drebbel e Metius avevano sentito la storia sull'uomo di Middelburg che aveva inventato il telescopio e lo aveva dato al Principe Maurizio e all'Arciduca Alberto. Lasciarono Alkmaar e vennero a Middelburg, per visitare il nostro uomo e apprendere dalla sua stessa bocca. E così Descartes erroneamente fece Metius di Alkmaar l'inventore del telescopio nella sua Dioptrique, ma egli riportò l'argomento giusto perché era quello che generalmente si pensava, e l'aveva sentito così.
Juan Roget
Nella sua ricerca delle origini del cannocchiale, I11500 Girolamo Sirtori andò a finire a Gerona, in Spagna (non dice come e perché) e lì ottenne un'importante rivelazione; da "Telescopium" (1618):
{B-0014.00_.1618} p. 25 ➤ Quando andai a Gerona, qualcuno scoprì che avevo il tipo di lenti di cui tutti parlavano. Subito, apparve un certo architetto [architectus, può sigificare anche 'inventore'] curioso, domandando se poteva vedere il mio telescopio. Colpito dalla sua aggressività, iniziai con il rifiutare; egli iniziò ad insistere di nuovo, e non voleva andare via, sicché cominciai a sospettare che l'uomo fosse appassionato di quell'arte. Non mi sbagliavo, perché dopo che ebbe osservato un albero distante fino a quando ebbe voluto, mi chiese di permettergli di esaminare, prendere e maneggiare le lenti. Io acconsentii, pensando che per la sua età fosse inadatto al compito, e stetti a vedere. Dopo che ebbe preso e diligentemente considerato le lenti, mi condusse ai suoi appartamenti e, dopo chiuso a chiave la porta, rivelò gli strumenti della sua arte, completamente mangiati dalla ruggine. Un tempo era stato occhialaio, e tutta la sua arte era sepolta lì. Siccome mi sentivo lusingato dal favore di questo esperto dell'arte, entrai interamente nella sua amicizia, e gli aprii il mio segreto liberamente. Egli mi mostrò le basi dell'arte, descritte in un libro e, su mia richiesta, mi permise di copiare le proporzioni solo in tre punti. Da questi non mi fu difficile ricostruire l'intera serie e, avendo esaminato la materia attentamente, la migliorai con lavoro giornaliero e la confermai, con tale precisione da produrre una Tavola. Il nostro architetto, seppi dopo, era un fratello di Roget de Burgundy, che un tempo viveva a Barcellona, un uomo di grande diligenza, che per primo introdusse e stabilì l'arte in Spagna. Egli aveva dato al mondo tre figli. Uno di essi, dedicato alle lettere e alla religione, divenne monaco dell'Ordine di San Domenico, e scrisse su quell'arte. Da nessun'altra parte l'arte fu più esatta che presso i fratelli Roget.
Nonostante l'enfasi data da Sirtori alla persona di Roget, quest'individuo sprofondò nell'oblio. Risorse grazie alle ricerche di I25648 José María Simón de Guilleuma (1886-1965), di professione optometrista, collezionista di strumenti scientifici e storico dilettante di Barcellona. Con diligenti ricerche (durate più di 10 anni) negli archivi francesi e spagnoli, Guilleuma cercò di verificare le affermazioni di Sirtori, e nel 1958 pubblicò un primo articolo, "Juan Roget, óptico gerundense, inventor del telescopio, y los Roget de Barcelona, constructores del mismo", Boletín del Instituto Municipal Histórico de Barcelona, núm. 775 (octubre 1958)‚ 413-424. L'anno dopo, presentò una relazione ad un congresso internazionale (pubblicata nel 1960): "Juan Roget, Optico Español Inventor del Telescopio", Actes du IXe Congres International d’Histoire des Sciences, Barcelona-Madrid 1-7 September 1959 (Barcelona, 1960), 708-712. Il 19 ottobre 1959 a Radio Barcelona alle 11.30 pm, Guilleuma diede un resoconto divulgativo dei suoi studi.
Guilleuma trovò che la famiglia Roget era esistita, e anche se aveva raccolto informazioni poco dettagliate, esse accordo con le scarne informazioni di Sirtori. I22634 Juan (Jean) Roget era figlio di Ramón Roget, un cardatore a Angoulême (Francia); si sposò con Joana de Malaville e emigrò a Gerona (Spagna), facendo il mestiere di occhialaio. Il fratello, Pedro, fece lo stesso mestiere a Barcellona, e così anche i suoi figli, Magín e Juan (un terzo figlio, Miguel, divenne padre domenicano). Si sa poco di Juan (la persona incontrata da Sirtori); sua moglie morì a Aveyron (Francia) nel 1614, ma Guilleuma non trovò notizie del marito. Forse morì anche lui in quella città; essendo perduti i registri di morte per gli anni fra il 1617 e il 1624, Guilleuma ipotizzo la sua morte in quel periodo.
Quali le prove dell'invenzione del telescopio? Il 10 aprile 1593, Don Pedro de Carolona lasciò in eredità una « ullera larga guarnida de lautó » [occhiali lunghi guarniti di ottone, o forse una lente d'ingrandimento con un lungo manico?] a sua moglie Doña María de Cardona y Eril. Quando lei morì il 13 dicembre 1596, lasciò l'oggetto al figlio Enrique de Cardona. Ad un'asta del 5 settembre 1608, fra gli effetti di Jaime Galvany (mercante catalano) fu venduta per 5 sueldos, una « ollera de larga vista » [occhiale di lunga vista]. Un inventario di Honorato Graner (mercante nato a Marsiglia), compilato dopo la sua morte a Barcellona il 6 agosto 1613, conteneva « ullera de llauna per mirar de lluny » [occhiale di stagno per osservare distante]. Guilleuma concluse che i telescopi venivano costruiti in Spagna già alle fine del 1500, probabilmente dalla famiglia Roget.
I22635 Nick Pelling, programmatore di computer e studioso dilettante di misteri scientifici, fu colpito dall'oggetto del 1608, che ritenne essere un cannocchiale Roget.
Ne venne fuori l'articolo {A-0736.0058_.0010.20081000-0026_0031} "Who Invented the Telescope?", History Today, 58, n. 10, (october 2008), pp. 26-31.
Pelling conosceva alcune parti del libro di Cornelis de Waard, {B-0055.00_.1906} "De uitvinding der verrekijkers" (1906), attraverso {A-0069.0067_.0004.19770600-0005_0067} "The invention of Telescope" (di Albert van Helden), per cui sapeva che de Waard aveva identificato il mercante incontrato dal patrono di I08064 Simon Mayr (I26109 Hans Philipp Fuchs) alla fiera autunnale di Francoforte con Sacharias Janssen.
Questi, pensava de Waard, era un mercante, ed era l'unico che aveva un cannocchiale già da prima del 1608. Pur non del tutto convinto delle ipotesi di de Waard, Pelling ammise che il mercante incontrato da Fuchs fosse Janssen, e mise insieme una trama che metteva in relazione tutti i maggiori misteri che abbiamo incontrato: Roget, Janssen, il mercante di Fuchs, Lipperhey: un'asse Gerona - Norimberga - Middelburg. Pelling suppose che il cannocchiale appartenuto a Jaime Galvany, fosse stato comprato il 5 settembre 1608 dal mercante nato a Marsiglia, Honorato Graner, che corse alla fiera di Francoforte per cercare di venderlo, ma durante il viaggio danneggiò la lente. Arrivato a Francoforte, si trovò spaesato di quell'ambiente, e cercò di mettersi in società con un mercante esperto; combinazione, si imbatté con il ventenne Sacharias Janssen, e insieme decisero che quest'ultimo avrebbe venduto, e poi si sarebbero divisi il guadagno. Ma il tentativo di vendita a Fuchs fallì, come sappiamo. Graner rinunciò, si riprese il telescopio e andò via (lo strumento fu inventariato alla sua morte, nel 1613).
Janssen volle fare un altro tentativo: aveva capito più o meno com'era fatto lo strumento dell'italiano (così giudicò colui che in realtà aveva un accento francese) e decise di replicarlo. Siccome non era molto provvisto di lenti, tornato a casa, ne ordinò un certo numero da Lipperhey. Ma nel momento di ritirarle, Janssen non resistette alla tentazione di provarle, regalando l'intuizione al concorrente, che fu in grado di presentarsi davanti al Principe Maurizio il 25 settembre. Janssen mostrò il suo strumento solo il 14 ottobre.
Pelling si chiese come mai Sirtori sia riuscito a trovare Roget, finendo nelle sue peregrinazioni proprio in Spagna, e proprio a Gerona. Suppose che Janssen avesse fatto a Sirtori delle confidenze che avevano mandato il milanese verso la giusta direzione. Sirtori scrisse che aveva visto il primo cannocchiale (senza dire apertamente di averlo visto a Middelburg); Pelling deve aver ritenuto che l'italiano fosse andato a Middelburg, riuscendo a scoprire anche i segreti di Janssen e Lipperhey, dopo quelli di Roget [però anche Graner doveva aver confidato a Janssen l'origine del cannocchiale]. Ma perchè Pelling ipotizzò che Janssen avesse confuso il francese Graner per un italiano? Forse perché in seguito avrebbe raccontato al figlio di aver copiato un modello italiano?
Questa storia mi sembra una sfilza di congetture, una scenografia scritta ad hoc per dare un ruolo a tutti i personaggi, e una spiegazione a tutti i misteri. Ma nel suo sito ➤ Pelling ha postato una comunicazione in data 26 maggio 2014 in cui racconta la sua seconda visita agli archivi in cui Guilleuma aveva trovato quei 4 famosi documenti. Il primo tentativo nel 2009 era stato veloce e inconcludente, il secondo più approfondito, ma desolante ➤. Pelling non riuscì a trovare niente, partendo dalle collocazioni trascritte da Guilleuma nella sua memoria. Lo studioso catalano sbagliò a copiare le sigle dei documenti? Li trovò, ma li cambiò di posto? Oppure mentì? Ad ogni modo, quei documenti, se ritrovati, saranno interessanti solo come testimonianze dell'infanzia delle lenti. Non ha senso cercare l'Inventore del Cannocchiale: questo dispositivo fa parte di quelle cose trovate in vari tempi e luoghi, in varie situazioni, da diversi individui. Gli episodi conosciuti sono interessanti pezzi di storia, ma non possono essere usati per proclamare un eroe primo fra tutti.
Guilleuma trovò che la famiglia Roget era esistita, e anche se aveva raccolto informazioni poco dettagliate, esse accordo con le scarne informazioni di Sirtori. I22634 Juan (Jean) Roget era figlio di Ramón Roget, un cardatore a Angoulême (Francia); si sposò con Joana de Malaville e emigrò a Gerona (Spagna), facendo il mestiere di occhialaio. Il fratello, Pedro, fece lo stesso mestiere a Barcellona, e così anche i suoi figli, Magín e Juan (un terzo figlio, Miguel, divenne padre domenicano). Si sa poco di Juan (la persona incontrata da Sirtori); sua moglie morì a Aveyron (Francia) nel 1614, ma Guilleuma non trovò notizie del marito. Forse morì anche lui in quella città; essendo perduti i registri di morte per gli anni fra il 1617 e il 1624, Guilleuma ipotizzo la sua morte in quel periodo.
Quali le prove dell'invenzione del telescopio? Il 10 aprile 1593, Don Pedro de Carolona lasciò in eredità una « ullera larga guarnida de lautó » [occhiali lunghi guarniti di ottone, o forse una lente d'ingrandimento con un lungo manico?] a sua moglie Doña María de Cardona y Eril. Quando lei morì il 13 dicembre 1596, lasciò l'oggetto al figlio Enrique de Cardona. Ad un'asta del 5 settembre 1608, fra gli effetti di Jaime Galvany (mercante catalano) fu venduta per 5 sueldos, una « ollera de larga vista » [occhiale di lunga vista]. Un inventario di Honorato Graner (mercante nato a Marsiglia), compilato dopo la sua morte a Barcellona il 6 agosto 1613, conteneva « ullera de llauna per mirar de lluny » [occhiale di stagno per osservare distante]. Guilleuma concluse che i telescopi venivano costruiti in Spagna già alle fine del 1500, probabilmente dalla famiglia Roget.
I22635 Nick Pelling, programmatore di computer e studioso dilettante di misteri scientifici, fu colpito dall'oggetto del 1608, che ritenne essere un cannocchiale Roget.
Ne venne fuori l'articolo {A-0736.0058_.0010.20081000-0026_0031} "Who Invented the Telescope?", History Today, 58, n. 10, (october 2008), pp. 26-31.
Pelling conosceva alcune parti del libro di Cornelis de Waard, {B-0055.00_.1906} "De uitvinding der verrekijkers" (1906), attraverso {A-0069.0067_.0004.19770600-0005_0067} "The invention of Telescope" (di Albert van Helden), per cui sapeva che de Waard aveva identificato il mercante incontrato dal patrono di I08064 Simon Mayr (I26109 Hans Philipp Fuchs) alla fiera autunnale di Francoforte con Sacharias Janssen.
Questi, pensava de Waard, era un mercante, ed era l'unico che aveva un cannocchiale già da prima del 1608. Pur non del tutto convinto delle ipotesi di de Waard, Pelling ammise che il mercante incontrato da Fuchs fosse Janssen, e mise insieme una trama che metteva in relazione tutti i maggiori misteri che abbiamo incontrato: Roget, Janssen, il mercante di Fuchs, Lipperhey: un'asse Gerona - Norimberga - Middelburg. Pelling suppose che il cannocchiale appartenuto a Jaime Galvany, fosse stato comprato il 5 settembre 1608 dal mercante nato a Marsiglia, Honorato Graner, che corse alla fiera di Francoforte per cercare di venderlo, ma durante il viaggio danneggiò la lente. Arrivato a Francoforte, si trovò spaesato di quell'ambiente, e cercò di mettersi in società con un mercante esperto; combinazione, si imbatté con il ventenne Sacharias Janssen, e insieme decisero che quest'ultimo avrebbe venduto, e poi si sarebbero divisi il guadagno. Ma il tentativo di vendita a Fuchs fallì, come sappiamo. Graner rinunciò, si riprese il telescopio e andò via (lo strumento fu inventariato alla sua morte, nel 1613).
Janssen volle fare un altro tentativo: aveva capito più o meno com'era fatto lo strumento dell'italiano (così giudicò colui che in realtà aveva un accento francese) e decise di replicarlo. Siccome non era molto provvisto di lenti, tornato a casa, ne ordinò un certo numero da Lipperhey. Ma nel momento di ritirarle, Janssen non resistette alla tentazione di provarle, regalando l'intuizione al concorrente, che fu in grado di presentarsi davanti al Principe Maurizio il 25 settembre. Janssen mostrò il suo strumento solo il 14 ottobre.
Pelling si chiese come mai Sirtori sia riuscito a trovare Roget, finendo nelle sue peregrinazioni proprio in Spagna, e proprio a Gerona. Suppose che Janssen avesse fatto a Sirtori delle confidenze che avevano mandato il milanese verso la giusta direzione. Sirtori scrisse che aveva visto il primo cannocchiale (senza dire apertamente di averlo visto a Middelburg); Pelling deve aver ritenuto che l'italiano fosse andato a Middelburg, riuscendo a scoprire anche i segreti di Janssen e Lipperhey, dopo quelli di Roget [però anche Graner doveva aver confidato a Janssen l'origine del cannocchiale]. Ma perchè Pelling ipotizzò che Janssen avesse confuso il francese Graner per un italiano? Forse perché in seguito avrebbe raccontato al figlio di aver copiato un modello italiano?
Questa storia mi sembra una sfilza di congetture, una scenografia scritta ad hoc per dare un ruolo a tutti i personaggi, e una spiegazione a tutti i misteri. Ma nel suo sito ➤ Pelling ha postato una comunicazione in data 26 maggio 2014 in cui racconta la sua seconda visita agli archivi in cui Guilleuma aveva trovato quei 4 famosi documenti. Il primo tentativo nel 2009 era stato veloce e inconcludente, il secondo più approfondito, ma desolante ➤. Pelling non riuscì a trovare niente, partendo dalle collocazioni trascritte da Guilleuma nella sua memoria. Lo studioso catalano sbagliò a copiare le sigle dei documenti? Li trovò, ma li cambiò di posto? Oppure mentì? Ad ogni modo, quei documenti, se ritrovati, saranno interessanti solo come testimonianze dell'infanzia delle lenti. Non ha senso cercare l'Inventore del Cannocchiale: questo dispositivo fa parte di quelle cose trovate in vari tempi e luoghi, in varie situazioni, da diversi individui. Gli episodi conosciuti sono interessanti pezzi di storia, ma non possono essere usati per proclamare un eroe primo fra tutti.
§ D16221221 D16550130 D16550303 D16550709
§ I00865 I01359 I02068 I04162 I05927 I07369 I08064 I08233 I08234 I09520 I10714 I11500 I22629 I22634 I22635 I25603 I25605 I25606 I25611 I25612 I25613 I25648 I26109 I26112
§ {A-0069.0067_.0004.19770600-0005_0067} {A-0736.0058_.0010.20081000-0026_0031}
§ {B-0014.00_.1618} {B-0026.00_.1655} {B-0055.00_.1906} {B-0558.00_.2010}
§ {L-00776} {L-01255} {L-01256} {L-01257} {L-01258} {L-01361}
§ I00865 I01359 I02068 I04162 I05927 I07369 I08064 I08233 I08234 I09520 I10714 I11500 I22629 I22634 I22635 I25603 I25605 I25606 I25611 I25612 I25613 I25648 I26109 I26112
§ {A-0069.0067_.0004.19770600-0005_0067} {A-0736.0058_.0010.20081000-0026_0031}
§ {B-0014.00_.1618} {B-0026.00_.1655} {B-0055.00_.1906} {B-0558.00_.2010}
§ {L-00776} {L-01255} {L-01256} {L-01257} {L-01258} {L-01361}