Quando durante l'inverno dal 1655 al 1656 Christiaan Huygens trovò la soluzione all'enigma di Saturno, decise di assicurarsi, prima di far conoscere la sua scoperta, se altri studiosi fossero in possesso di idee sulla costituzione del pianeta. Per questo , come abbiamo visto, stimolò la loro attenzione pubblicando (nel libro sulla Luna di Saturno) l'anagramma:
AAAAAAACCCCCDEEEEEGHIIIIIIIMMNNNNNNNNNOOOOPPQRRSTTTTTUUUUU
Tre persone risposero successivamente al suo appello: Hevelius, Roberval ed Odierna.
AAAAAAACCCCCDEEEEEGHIIIIIIIMMNNNNNNNNNOOOOPPQRRSTTTTTUUUUU
Tre persone risposero successivamente al suo appello: Hevelius, Roberval ed Odierna.
Hevelius
Nel maggio 1656, I05372 Johannes Hevelius fece pervenire ad Huygens (tramite il fratello Philips) un anagramma che però più tardi si rivelò contenere la semplice affermazione che le fasi di Saturno si succedono in un periodo di circa 15 anni (cioè la metà del periodo di rivoluzione del pianeta). Annunciò nel contempo che stava preparando un trattato su Saturno, che inviò ad Huygens il 22 giugno 1656: "Dissertatio de Nativa Saturni Facie" . In esso esponeva una nuova teoria, del tutto originale, sui mutevoli aspetti del pianeta.
Due tavole {B-0027.00_.1656} ➤ ➤ illustrano la teoria.
Hevelius attribuisce al corpo centrale di Saturno la forma di uno sferoide allungato, a cui sono strettamente attaccate delle appendici con la forma di braccia od anse; lo fa girare nel tempo di un anno Saturniano attorno all'asse minore dello sferoide, che è perpendicolare al piano orbitale di Saturno. A seconda della loro inclinazione rispetto alla visuale, le appendici osservate al telescopio possono dare luogo a quattro forme:
1. 'trisphæricus'. Egli suppone che le parti tratteggiate siano difficili da vedere e che le appendici appaiano come rotonde. Secondo le Tavole fornite a pag. 15 ➤ del suo libro, questa fase si presenterebbe quando Saturno si trova alle longitudini 7°-20°, 151°-164°, 187°-200°, 331°-344°.
2. 'sphæricus-cuspidatus'. Secondo la Tavola a pag.15 si presenta alle longitudini 25°-30°, 145°-150°, 205°-210°, 325°-330°.
3. 'sphæricus-ansatus'. Si verifica alle longitudini 31°-54°, 121°-140°, 211°-234°, 301°-320°.
4. 'elliptico-ansatus'. Si verifica alle longitudini 55°-120°, 235°-300°.
Due tavole {B-0027.00_.1656} ➤ ➤ illustrano la teoria.
Hevelius attribuisce al corpo centrale di Saturno la forma di uno sferoide allungato, a cui sono strettamente attaccate delle appendici con la forma di braccia od anse; lo fa girare nel tempo di un anno Saturniano attorno all'asse minore dello sferoide, che è perpendicolare al piano orbitale di Saturno. A seconda della loro inclinazione rispetto alla visuale, le appendici osservate al telescopio possono dare luogo a quattro forme:
1. 'trisphæricus'. Egli suppone che le parti tratteggiate siano difficili da vedere e che le appendici appaiano come rotonde. Secondo le Tavole fornite a pag. 15 ➤ del suo libro, questa fase si presenterebbe quando Saturno si trova alle longitudini 7°-20°, 151°-164°, 187°-200°, 331°-344°.
2. 'sphæricus-cuspidatus'. Secondo la Tavola a pag.15 si presenta alle longitudini 25°-30°, 145°-150°, 205°-210°, 325°-330°.
3. 'sphæricus-ansatus'. Si verifica alle longitudini 31°-54°, 121°-140°, 211°-234°, 301°-320°.
4. 'elliptico-ansatus'. Si verifica alle longitudini 55°-120°, 235°-300°.
Roberval
In una lettera preannunciata il 6 luglio, Roberval a Huygens, 4 agosto 1656, {L-00732} I10440 I05741 D16560804 p. 474 ➤ , Gilles Personne de Roberval (celebre matematico) illustrò una spiegazione diversa delle forme di Saturno. Roberval suppone il corpo di Saturno rotondo: i cambiamenti forma sono dovuti all'aggiunta di vapori di estensione variabile. Dalla Zona torrida, cioè dove riceve i raggi del Sole in una direzione pressapoco perpendicolare, salgono certi vapori di densità mediocre che, elevandosi molto al disopra della superficie, lo circondano da tutte le parti eccetto che nella vicinanza dei poli, dove forse il freddo intenso impedisce loro di essere attirati dal Sole. Quando questi vapori riempiono tutto lo spazio da Saturno fino alla regione più alta alla quale essi salgono, essi lo fanno vedere sotto forma ellittica. Ma quando si elevano con una densità inferiore ed uno spazio considerevole rimane vuoto fra essi e Saturno, essi non riflettono più i raggi solari a causa della loro rarefazione, eccetto che nei luoghi dove essi si presentano più opachi a tali raggi; ciò che rispetto a noi ha luogo necessariamente nelle parti più lontane del disco centrale di Saturno. Allora la forma delle anse proviene da tale riflessione, e fra esse e Saturno intercorrono da una parte e dall'altra degli spazi oscuri o almeno meno luminosi. Ma tutte le volte che delle esalazioni del genere non si elevano più, il pianeta sarà visto rotondo.
Odierna
{B-0030.00_.1657} "Protei cælestis Vertigines sev Satvrni Systema" ➤ , un piccolo libro di 24 pagine, colpì Huygens quando lo ricevette (nel gennaio o febbraio 1658). Intanto, perché l'autore gli era completamente sconosciuto; poi, per il contenuto, che non gli apparve per niente brillante, scritto « in un latino talvolta pressoché incomprensibile » [ma questa è l'opinione del curatore del volume delle Oeuvres de Huygens].
Nonostante queste pecche, I09103 Giovanni Battista Odierna, matematico e sacerdote, Arciprete di Palma di Montechiaro, merita oggi di essere onorato soprattutto per aver divulgato in Sicilia la scoperta dei satelliti di Giove e per averne pubblicate le tavole nel libro {B-0028.00_.1656} "Menologiae Iovis compendium, seu Ephemerides Medicaeorum".
In "Protei cælestis" l'autore, stimolato dalla lettura di "Observatio Nova", espose un'ipotesi piuttosto ingenua. Il siciliano supponeva Saturno simile ad uno sferoide, come un uovo od una prugna [ovum aut prunum], ma ancora più oblungo di quello di Hevelius (con assi maggiore e minore di circa 70" e 28") e sul quale si trovano ai due lati due macchie non luminose. Tale corpo ruota come nella teoria di Hevelius, ed appare rotondo quando l'asse minore è rivolto verso la Terra, due volte in uno spazio di 30 anni.
Nonostante queste pecche, I09103 Giovanni Battista Odierna, matematico e sacerdote, Arciprete di Palma di Montechiaro, merita oggi di essere onorato soprattutto per aver divulgato in Sicilia la scoperta dei satelliti di Giove e per averne pubblicate le tavole nel libro {B-0028.00_.1656} "Menologiae Iovis compendium, seu Ephemerides Medicaeorum".
In "Protei cælestis" l'autore, stimolato dalla lettura di "Observatio Nova", espose un'ipotesi piuttosto ingenua. Il siciliano supponeva Saturno simile ad uno sferoide, come un uovo od una prugna [ovum aut prunum], ma ancora più oblungo di quello di Hevelius (con assi maggiore e minore di circa 70" e 28") e sul quale si trovano ai due lati due macchie non luminose. Tale corpo ruota come nella teoria di Hevelius, ed appare rotondo quando l'asse minore è rivolto verso la Terra, due volte in uno spazio di 30 anni.
Huygens formula la teoria dell'anello
All'epoca della pubblicazione di "Observatio Nova", Huygens aveva l'intenzione di pubblicare al più presto un trattato sull'intero Sistema di Saturno. Attendeva solo di vedere riapparire le due "anse" o "braccia" del pianeta, fenomeno che i suoi calcoli prospettavano entro la fine di aprile 1656. Ma le cose non andarono come voleva. Nel giugno del 1656 Saturno sparì nei raggi del Sole senza aver mostrato le anse. Attendendo con ansia la loro ricomparsa, che non ebbe luogo che il 13 ottobre 1656, Huygens si lamentò varie volte del ritardo forzato; la pubblicazione dell'ipotesi rivale di Hevelius, durante questo periodo, lo spingeva a pubblicare il suo "Systema Saturnium" quanto prima.
In realtà le "braccia" erano riapparse nell'intervallo. Ricordo che l'anello giace nel piano equatoriale del pianeta, il quale forma un'angolo di 26.7° con il piano dell'orbita attorno al Sole. Per due volte in un "anno" saturniano, tale piano passa esattamente per il Sole e quindi da quest'astro l'anello si mostra di taglio, come due "braccia" sottilissime da una parte e dall'altra del globo. Nei periodi intermedi, l'anello si mostra con un certo angolo d'inclinazione e quindi prende la forma di un'ellisse più o meno allungata. Questa era la teoria di Huygens, che tuttavia non aveva tenuto conto del fatto che la Terra non si muove nello stesso piano dell'orbita di Saturno, e ciò causa un'oscillazione complicata dell'anello, visto dal nostro pianeta. A volte noi lo vediamo di taglio fino a tre volte di seguito nel giro di poche settimane, quindi con sparizioni intervallate da brevi ricomparse delle "braccia", intorno al periodo in cui il suo piano passa per il Sole.
Huygens a Mylon, 8 dicembre 1656, {L-00733} I05741 I25839 D16561208 ➤ : Huygens confessò che il libro al quale lavorava « non mi dà poca pena ».
Poco dopo, l'invenzione dell'orologio a pendolo (horologium oscillatorium) gli creò delle occupazioni più pressanti.
Finalmente, in: Huygens a Bouillau, 19 settembre 1658, {L-00734} I05741 I01419 D16580919 ➤, comunicò che aveva ripreso « a lavorare di buona lena all'edizione del mio Sistema di Saturno ».
Alcuni mesi prima, in: Huygens a Chapelain, 28 marzo 1658, {L-00114} I05741 I26114 D16580328 ➤ , aveva svelato il senso dell'anagramma apparso nel libro sulla scoperta del satellite:
ANNULO CINGITUR TENUI, PLANO, NUSQUAM COHAERENTE, AD ECLIPTICAM INCLINATO
(E' circondato da un anello sottile, piano, da nessuna parte aderente, inclinato rispetto all'eclittica).
Seguirono le comunicazioni:
Huygens a Pierre Petit, 1° novembre 1658, {L-00735} I05741 I09628 D16581101 p. 274 ➤ « Il Sistema che prometto in quello [il libro sulla Luna di Saturno] seguirà ben presto »
Huygens a Bouillau, 5 marzo 1659, {L-00736} I05741 I01419 D16590305 ➤ « Il mio Sistema di Saturno sarà presto stampato »
Huygens a Chapelain, 27 marzo 1659, {L-00737} I05741 I26114 D16590327 ➤ « Cioè che vedrete ben presto il sistema che vi ho promesso da lungo tempo. Non avrei mai creduto che mi avrebbe dato tanta pena; tuttavia ora è tutto completato ed è già da qualche tempo che hanno cominciato ad incidere le figure ».
Finalmente il 28 luglio 1659 potè spedire ai suoi corrispondenti i primi esemplari.
Huygens non aveva tenuto tutti in segreto della sua scoperta sino a quel momento. Il primo studioso straniero che ricevette le sue confidenze fu Boulliau, durante la sua visita in Olanda nel 1657. Da: Huygens a Bouillau, 26 dicembre 1657, {L-00738} I05741 I01419 D16571226 ➤ « Tuttavia vi supplico di non comunicare a nessuno quello che sapete del mondo Saturniano, e neanche di far vedere la figura che vi ho tracciato, fino a quando non avrò pubblicato il mio sistema ».
In: Huygens a Chapelain, 28 marzo 1658, {L-00114} I05741 I26114 D16580328 ➤ diede a Chapelain una bella descrizione del suo sistema, che gli pregò di riferire a I26124 de Montmor, pregandolo però di non divulgarlo oltre.
In: Huygens a Chapelain, 18 aprile 1658, {L-00739} I05741 I26114 D16580418 ➤ tolse questa riserva e Chapelain espose la teoria ad un'assemblea riunita nella casa di Montmor, costituita di distinti scienziati e personaggi di rango, che l'accolsero con emozione: Chapelain a Huygens, 10 maggio 1658, {L-00740} I26114 I05741 D16580510 p. 173 ➤ .
Ecco alcune risposte dei corrispondenti:
Chapelain a Huygens, 15 ottobre 1659, {L-00741} I26114 I05741 D16591015 p. 494 ➤
Grégoire de St. Vincent a Huygens, 5 novembre 1659, {L-00742} I25799 I05741 D16591105 p. 504 ➤ , dove questi gli domandò un chiarimento che Huygens fornì nella sua replica: Huygens a Grégoire de St. Vincent, dicembre 1659, {L-00743} I05741 I25799 D16591200 p. 542 ➤
Hevelius a Huygens, 13 luglio 1660, {L-00744} I05372 I05741 D16600713 p. 91 ➤ che mostrò che la forma del disco centrale, sempre rotonda secondo l'ipotesi di Huygens, talvolta abbastanza ellittica secondo la sua, sarebbe servita in futuro per decidere fra le due ipotesi.
Più tardi Hevelius sembrò aver abbandonato la sua teoria, e verso il 1670 dovrebbe aver accettato l'idea dell'anello. Il francese Boulliau, invece, fece penare Huygens.
Le sue due prime lettere: Boulliau a Huygens, 15 agosto 1659, {L-00745} I01419 I05741 D16590815 p. 465 ➤ e Boulliau a Huygens, 10 ottobre 1659, {L-00746} I01419 I05741 D16591010 p. 491 ➤ erano talmente riservate riguardo al "Systema" che Huygens trovò opportuno domandare espressamente quello che pensava della sua ipotesi, in: Huygens a Boulliau, 20 novembre 1659, {L-00747} I05741 I01419 D16591120 p. 509 ➤ .
Prima ancora di riceverla, Boulliau espresse delle serie obiezioni in: Boulliau a Huygens, 21 novembre 1659, {L-00748} I01419 I05741 D16591121 p. 510 ➤ .
Huygens cercò di refutare le obiezioni di Boulliau nella sua lettera: Huygens a Boulliau, 11 dicembre 1659, {L-00749} I05741 I01419 D16591211 p. 523 ➤ , poi l'argomento non fu più trattato nella loro corrispondenza.
Ma è significativa a questo proposito la lettera: Boulliau a Leopoldo de' Medici, 19 dicembre 1659, {L-00750} I01419 I25801 D16591219 p.531 ➤ nella quale esitava a decidere fra il sistema di Huygens e quello di Hevelius. Soprattutto dubitava che un anello come quello di Huygens potesse divenire invisibile.
Anche Roberval fece conoscere la sua opinione attraverso Chapelain; Hodierna invece morì il 6 aprile 1660, prima di aver ricevuto il "Systema".
I10324 Giovan Battista Riccioli, il celebre autore di {B-0025.00_.1651} "Almagestum Novum", non accettò l'ipotesi di Huygens. Probabilmente ebbe l'intenzione di preparare uno scritto diretto specialmente contro quest'ipotesi. Un tale scritto non apparve mai, ma Riccioli espose il suo pensiero su questo argomento in {B-0038.00_.1665} "Astronomia Reformata" (1665).
Huygens attese per lungo tempo una risposta alla quale teneva molto: quella del Principe Leopoldo de' Medici, grande protettore delle scienze e fondatore dell'Accademia del Cimento, al quale aveva dedicato la sua opera. Inizialmente il Principe aveva desiderato ringraziare Huygens, ma poi decise di sentire l'opinione di altri studiosi francesi, che dichiararono che secondo loro l'ipotesi dell'anello appariva abbastanza strana, benché l'opera apparisse piena di erudizione in materia di astronomia. Conosciamo l'opinione, non interamente favorevole, di Boulliau (al quale il Principe si era indirizzato) su questa ipotesi e in effetti, Boulliau non nascose nella sua risposta che approvava le riserve del Principe. Questa fu forse la ragione per cui il Principe non scrisse la sua lettera.
E' vero che, quando seppe del disappunto di Huygens, si rammaricò del suo silenzio. Allora gli fece sapere che non aveva capito che contasse ricevere una risposta, dato che la dedica stampata non era stata accompagnata da una lettera scritta. Gli sarebbe stato gradito ricevere una tale lettera.
Così avvenne: Huygens a Leopoldo de' Medici, 13 agosto 1660, {L-00751} I05741 I25801 D16600813 p. 109 ➤, con la risposta gentilissima: Leopoldo de' Medici a Huygens, 14 settembre 1660, {L-00752} I25801 I05741 D16600914 p. 129 ➤.
Il Principe si dichiarò convinto dell'ipotesi dell'anello, ammettendo che all'inizio era rimasto dubbioso per l'assoluta novità della cosa. Questa lettera fu l'inizio di una corrispondenza abbastanza estesa fra i due (1660-1673).
In realtà le "braccia" erano riapparse nell'intervallo. Ricordo che l'anello giace nel piano equatoriale del pianeta, il quale forma un'angolo di 26.7° con il piano dell'orbita attorno al Sole. Per due volte in un "anno" saturniano, tale piano passa esattamente per il Sole e quindi da quest'astro l'anello si mostra di taglio, come due "braccia" sottilissime da una parte e dall'altra del globo. Nei periodi intermedi, l'anello si mostra con un certo angolo d'inclinazione e quindi prende la forma di un'ellisse più o meno allungata. Questa era la teoria di Huygens, che tuttavia non aveva tenuto conto del fatto che la Terra non si muove nello stesso piano dell'orbita di Saturno, e ciò causa un'oscillazione complicata dell'anello, visto dal nostro pianeta. A volte noi lo vediamo di taglio fino a tre volte di seguito nel giro di poche settimane, quindi con sparizioni intervallate da brevi ricomparse delle "braccia", intorno al periodo in cui il suo piano passa per il Sole.
Huygens a Mylon, 8 dicembre 1656, {L-00733} I05741 I25839 D16561208 ➤ : Huygens confessò che il libro al quale lavorava « non mi dà poca pena ».
Poco dopo, l'invenzione dell'orologio a pendolo (horologium oscillatorium) gli creò delle occupazioni più pressanti.
Finalmente, in: Huygens a Bouillau, 19 settembre 1658, {L-00734} I05741 I01419 D16580919 ➤, comunicò che aveva ripreso « a lavorare di buona lena all'edizione del mio Sistema di Saturno ».
Alcuni mesi prima, in: Huygens a Chapelain, 28 marzo 1658, {L-00114} I05741 I26114 D16580328 ➤ , aveva svelato il senso dell'anagramma apparso nel libro sulla scoperta del satellite:
ANNULO CINGITUR TENUI, PLANO, NUSQUAM COHAERENTE, AD ECLIPTICAM INCLINATO
(E' circondato da un anello sottile, piano, da nessuna parte aderente, inclinato rispetto all'eclittica).
Seguirono le comunicazioni:
Huygens a Pierre Petit, 1° novembre 1658, {L-00735} I05741 I09628 D16581101 p. 274 ➤ « Il Sistema che prometto in quello [il libro sulla Luna di Saturno] seguirà ben presto »
Huygens a Bouillau, 5 marzo 1659, {L-00736} I05741 I01419 D16590305 ➤ « Il mio Sistema di Saturno sarà presto stampato »
Huygens a Chapelain, 27 marzo 1659, {L-00737} I05741 I26114 D16590327 ➤ « Cioè che vedrete ben presto il sistema che vi ho promesso da lungo tempo. Non avrei mai creduto che mi avrebbe dato tanta pena; tuttavia ora è tutto completato ed è già da qualche tempo che hanno cominciato ad incidere le figure ».
Finalmente il 28 luglio 1659 potè spedire ai suoi corrispondenti i primi esemplari.
Huygens non aveva tenuto tutti in segreto della sua scoperta sino a quel momento. Il primo studioso straniero che ricevette le sue confidenze fu Boulliau, durante la sua visita in Olanda nel 1657. Da: Huygens a Bouillau, 26 dicembre 1657, {L-00738} I05741 I01419 D16571226 ➤ « Tuttavia vi supplico di non comunicare a nessuno quello che sapete del mondo Saturniano, e neanche di far vedere la figura che vi ho tracciato, fino a quando non avrò pubblicato il mio sistema ».
In: Huygens a Chapelain, 28 marzo 1658, {L-00114} I05741 I26114 D16580328 ➤ diede a Chapelain una bella descrizione del suo sistema, che gli pregò di riferire a I26124 de Montmor, pregandolo però di non divulgarlo oltre.
In: Huygens a Chapelain, 18 aprile 1658, {L-00739} I05741 I26114 D16580418 ➤ tolse questa riserva e Chapelain espose la teoria ad un'assemblea riunita nella casa di Montmor, costituita di distinti scienziati e personaggi di rango, che l'accolsero con emozione: Chapelain a Huygens, 10 maggio 1658, {L-00740} I26114 I05741 D16580510 p. 173 ➤ .
Ecco alcune risposte dei corrispondenti:
Chapelain a Huygens, 15 ottobre 1659, {L-00741} I26114 I05741 D16591015 p. 494 ➤
Grégoire de St. Vincent a Huygens, 5 novembre 1659, {L-00742} I25799 I05741 D16591105 p. 504 ➤ , dove questi gli domandò un chiarimento che Huygens fornì nella sua replica: Huygens a Grégoire de St. Vincent, dicembre 1659, {L-00743} I05741 I25799 D16591200 p. 542 ➤
Hevelius a Huygens, 13 luglio 1660, {L-00744} I05372 I05741 D16600713 p. 91 ➤ che mostrò che la forma del disco centrale, sempre rotonda secondo l'ipotesi di Huygens, talvolta abbastanza ellittica secondo la sua, sarebbe servita in futuro per decidere fra le due ipotesi.
Più tardi Hevelius sembrò aver abbandonato la sua teoria, e verso il 1670 dovrebbe aver accettato l'idea dell'anello. Il francese Boulliau, invece, fece penare Huygens.
Le sue due prime lettere: Boulliau a Huygens, 15 agosto 1659, {L-00745} I01419 I05741 D16590815 p. 465 ➤ e Boulliau a Huygens, 10 ottobre 1659, {L-00746} I01419 I05741 D16591010 p. 491 ➤ erano talmente riservate riguardo al "Systema" che Huygens trovò opportuno domandare espressamente quello che pensava della sua ipotesi, in: Huygens a Boulliau, 20 novembre 1659, {L-00747} I05741 I01419 D16591120 p. 509 ➤ .
Prima ancora di riceverla, Boulliau espresse delle serie obiezioni in: Boulliau a Huygens, 21 novembre 1659, {L-00748} I01419 I05741 D16591121 p. 510 ➤ .
Huygens cercò di refutare le obiezioni di Boulliau nella sua lettera: Huygens a Boulliau, 11 dicembre 1659, {L-00749} I05741 I01419 D16591211 p. 523 ➤ , poi l'argomento non fu più trattato nella loro corrispondenza.
Ma è significativa a questo proposito la lettera: Boulliau a Leopoldo de' Medici, 19 dicembre 1659, {L-00750} I01419 I25801 D16591219 p.531 ➤ nella quale esitava a decidere fra il sistema di Huygens e quello di Hevelius. Soprattutto dubitava che un anello come quello di Huygens potesse divenire invisibile.
Anche Roberval fece conoscere la sua opinione attraverso Chapelain; Hodierna invece morì il 6 aprile 1660, prima di aver ricevuto il "Systema".
I10324 Giovan Battista Riccioli, il celebre autore di {B-0025.00_.1651} "Almagestum Novum", non accettò l'ipotesi di Huygens. Probabilmente ebbe l'intenzione di preparare uno scritto diretto specialmente contro quest'ipotesi. Un tale scritto non apparve mai, ma Riccioli espose il suo pensiero su questo argomento in {B-0038.00_.1665} "Astronomia Reformata" (1665).
Huygens attese per lungo tempo una risposta alla quale teneva molto: quella del Principe Leopoldo de' Medici, grande protettore delle scienze e fondatore dell'Accademia del Cimento, al quale aveva dedicato la sua opera. Inizialmente il Principe aveva desiderato ringraziare Huygens, ma poi decise di sentire l'opinione di altri studiosi francesi, che dichiararono che secondo loro l'ipotesi dell'anello appariva abbastanza strana, benché l'opera apparisse piena di erudizione in materia di astronomia. Conosciamo l'opinione, non interamente favorevole, di Boulliau (al quale il Principe si era indirizzato) su questa ipotesi e in effetti, Boulliau non nascose nella sua risposta che approvava le riserve del Principe. Questa fu forse la ragione per cui il Principe non scrisse la sua lettera.
E' vero che, quando seppe del disappunto di Huygens, si rammaricò del suo silenzio. Allora gli fece sapere che non aveva capito che contasse ricevere una risposta, dato che la dedica stampata non era stata accompagnata da una lettera scritta. Gli sarebbe stato gradito ricevere una tale lettera.
Così avvenne: Huygens a Leopoldo de' Medici, 13 agosto 1660, {L-00751} I05741 I25801 D16600813 p. 109 ➤, con la risposta gentilissima: Leopoldo de' Medici a Huygens, 14 settembre 1660, {L-00752} I25801 I05741 D16600914 p. 129 ➤.
Il Principe si dichiarò convinto dell'ipotesi dell'anello, ammettendo che all'inizio era rimasto dubbioso per l'assoluta novità della cosa. Questa lettera fu l'inizio di una corrispondenza abbastanza estesa fra i due (1660-1673).
Il Systema Saturnium
Nel 1659 Huygens pubblicò "Systema Saturnium", che aprì una nuova era nell'astronomia. Dopo la dedica a Leopoldo de' Medici, datata 5 luglio 1659, il libro offre un'affascinante introduzione, che merita di essere riportata per esteso:
{B-0031.00_.1659} ➤ Quando Galileo si fu servito per la contemplazione dei corpi celesti delle lenti ottiche, questa eccellente invenzione fatta nei nostri Paesi Bassi (nobilissimum Belgicæ nostræ inventum), e che, per primo, ebbe fatto conoscere ai mortali i notevoli fenomeni planetari che si sa, le osservazioni più sorprendenti mi sembrano essere state quelle che egli ha pubblicato concernenti il pianeta Saturno. Perché le altre, benché degne di ammirazione e di grande stima, non erano tuttavia di tale natura che occorresse domandarsi ardentemente quali potessero essere le cause dei fenomeni osservati. Solo le apparenze variabili di Saturno potevano fare supporre qualche artificio nuovo e nascosto della natura: né Galileo stesso, né alcun altro astronomo in tutto il tempo trascorso da allora (che essi non me ne vogliano) è riuscito d'altronde ad indovinare questa causa.
Aveva inizialmente scorto Saturno lucente non come un disco unico, ma con un'apparenza per così dire tripla, due astri più piccoli e molto vicini all'astro centrale e più grande essendo aggiunti da una parte e dall'altra. E siccome questa apparenza rimaneva pressoché invariabile durante tre anni, restò fortemente convinto che, come Giove ha quattro satelliti, Saturno ne avesse due, ma che sono immobili e resteranno sempre attaccati ai suoi lati nella stessa posizione. Tuttavia fu forzato di cambiare avviso quando Saturno si mostrò solitario, interamente spogliato delle sue appendici. Avendo notato ciò con stupore e cercando di arrivare alla causa del fenomeno per congetture, fece certe predizioni sul tempo di ritorno della prima fase. Ma si è constatato che gli avvenimenti non hanno confermato queste predizioni come aveva sperato e che di più Saturno non si contenta di apparire in due modi diversi solamente: più tardi altre forme sorprendenti e meravigliose si mostrarono, le cui prime descrizioni per quanto ne sappiamo sono state date da Giuseppe Biancani e Francesco Fontana, forme così insolite che molte persone le considerarono come gli effetti di una illusione ottica e come delle immagini proprie piuttosto alle lenti che al cielo, finché fu stabilito che dal fatto che vari osservatori vedevano la stessa cosa, che essi non erano stati pubblicati a partire da vane apparenze.
Essendo di conseguenza spinto, io pure, da un grande desiderio di contemplare questi miracoli celesti, siccome non avevo a mia disposizione che delle lenti comuni di una lunghezza di cinque o sei piedi, mi sono messo a coltivare con tutta la cura e tutta l'energia possibile l'arte di formare delle lenti per questo scopo, e non ho avuto a pentirmi di essermi messo all'opera: dopo aver superato molte difficoltà (poiché quest'arte ha più difficoltà nascoste di quante ne sembra offrire al primo approccio) ho infine costruito delle lenti tali che mi hanno dato l'occasione di scrivere quello che seguirà. Perché dirigendo in modo continuo i miei telescopi su Saturno, vi ho trovato una figura differente da quella che la maggior parte dei miei predecessori vi avevano creduto di vedere: le appendici molto vicine che vi erano attaccate, mi sembrarono essere non due pianeti, ma piuttosto un'altra cosa; mentre io vidi un solo pianeta non avente niente in comune con queste appendici, più lontano da Saturno e circolante intorno ad esso in sedici giorni, pianeta di cui si aveva ignorato l'esistenza durante tutti i secoli passati.
Di questa nuova osservazione fatta da me ho avvertito gli Astronomi tre anni fa secondo il consiglio di un uomo illustre, notevole per la sua intelligenza così come per le sue virtù, cioè Jean Chapelain. In effetti, quando, in occasione del mio soggiorno a Parigi, avevo parlato del satellite di Saturno (Saturni comite) visto da me a questo sapiente oltre che a Gassendi e ad altri, egli stimò che per molte ragioni non dovevo serbare per me la novità, che sarebbe stata di tanto piacere per tutti, fino a che io non avessi terminato di scrivere il Sistema di Saturno, come avevo l'intenzione. Di conseguenza, il 5 marzo dell'anno 1656, ho pubblicato l'osservazione della Luna di Saturno [Saturni Luna] (perché è questo il nome che noi abbiamo dato non senza buona ragione al nuovo astro) e nello stesso tempo l'ipotesi destinata a spiegare la causa degli altri fenomeni di Saturno, ma questa ultima con inversione delle lettere della frase e solamente allo scopo di dimostrare che questa ipotesi ci era già nota a questa data oltre che per invitare altri osservatori a pubblicare il loro modo di vedere su questo soggetto e per impedire loro di rimpiangere che la gloria della scoperta gli fosse levata da quel momento.
Più tardi tuttavia, a richiesta dello stesso eminente uomo, ho dato anche la soluzione di quel logogrifo e gli ho spiegato sommariamente l'ipotesi intera: è possibile che da lui la nostra teoria sulle fasi di Saturno sia già pervenuta a diverse altre persone. Ma la sorprendente ed insolita costruzione della natura attorno a questo pianeta esige senza dubbio una discussione più ampia, e non dobbiamo attenderci che tutti prestino fede sia a quello che noi riferiamo sia a quello che noi assumiamo per spiegare i fenomeni, a meno che non vedano le nostre ipotesi confermate da dei ragionamenti convincenti e le nostre affermazioni dalla testimonianza delle osservazioni. Ecco perché ci proponiamo ora di soddisfare all'una ed all'altra domanda. In primo luogo determineremo dalle osservazioni, tanto esattamente quanto potremo, ciò che si riferisce al movimento e al periodo del pianeta, e costruiremo delle tavole del suo movimento. Poi assegneremo una causa a ciascuna delle fasi di Saturno stesso, in modo che sarà facile concludere anche per le fasi future.
§ D16560804 D16561208 D16571226 D16580328 D16580418 D16580510 D16580919 D16581101 D16590305 D16590327 D16590815 D16591010 D16591015 D16591105 D16591120 D16591121 D16591200 D16591211 D16591219 D16600713 D16600813 D16600914
§ I01083 I01419 I03093 I03920 I04162 I04234 I05372 I05741 I09103 I09628 I10324 I10440 I13528 I25791 I25799 I25801 I25839 I26113 I26114 I26124
§ {B-0025.00_.1651} {B-0027.00_.1656} {B-0028.00_.1656} {B-0030.00_.1657} {B-0031.00_.1659} {B-0038.00_.1665}
§ {L-00114} {L-00732} {L-00733} {L-00734} {L-00735} {L-00736} {L-00737} {L-00738} {L-00739} {L-00740} {L-00741} {L-00742} {L-00743} {L-00744} {L-00745} {L-00746} {L-00747} {L-00748} {L-00749} {L-00750} {L-00751} {L-00752}
§ I01083 I01419 I03093 I03920 I04162 I04234 I05372 I05741 I09103 I09628 I10324 I10440 I13528 I25791 I25799 I25801 I25839 I26113 I26114 I26124
§ {B-0025.00_.1651} {B-0027.00_.1656} {B-0028.00_.1656} {B-0030.00_.1657} {B-0031.00_.1659} {B-0038.00_.1665}
§ {L-00114} {L-00732} {L-00733} {L-00734} {L-00735} {L-00736} {L-00737} {L-00738} {L-00739} {L-00740} {L-00741} {L-00742} {L-00743} {L-00744} {L-00745} {L-00746} {L-00747} {L-00748} {L-00749} {L-00750} {L-00751} {L-00752}