Abbiamo visto che l'unica scoperta astronomica di Huygens fu quella del satellite Titano. In "Systema Saturnium" (1659), nella dedica a I25801 Leopoldo de' Medici, l'astronomo olandese si sbilanciò a fare questa affermazione:
{B-0031.00_.1659} dedica p. 3 ➤ Tuttavia, più a lungo questo satellite di Saturno, scoperto da noi, è restato celato e più son occorsi sforzi per farlo discendere a terra, più noi dobbiamo così rallegrarci di questa cattura; noi lo dobbiamo anche, perché, mancando solo questo, esso completa ora la collezione degli astri erranti e il loro numero di dodici [cioè: sei pianeti, la Luna, i quattro satelliti Medicei e Titano]: oserei quasi affermare che nell'avvenire non se ne troverà più. Quello che è certo, è che i piccoli pianeti esistono ormai in numero uguale a quello dei pianeti grandi e primari, fra i quali occorre contare questa Terra, e che i due gruppi insieme sono espressi dal numero che noi consideriamo come perfetto, tanto che si potrebbe credere che questo modo di esistenza sia stato predestinato dalla volontà dell'architetto sovrano.
Alcuni critici hanno visto queste speculazioni come una macchia nella fulgida carriera scientifica di Huygens. Si legge nell' "Éloge d'Huygens" presente in "Eloges des académiciens de l'académie royale des sciences morts depuis 1666, jusq'en 1699" (1773) di I25862 Condorcet:
{B-0157.00_.1773} p. 117 ➤ L'onore di scoprire gli altri satelliti di Saturno era riservato all'illustre Cassini. Huygens non cercò neppure di vederli; si farà fatica a credere per quale ragione: questo uomo celebre teneva ancora a dei pregiudizi antichi, che Descartes non aveva potuto sradicare completamente. Egli credeva che il numero dei satelliti non potesse sorpassare quello dei pianeti principali.
Ecco ancora il parere di I00352 Arago in "Astronomie Populaire", Tomo IV (ed. postuma):
{B-0064.04_.1867} p. 462 ➤ Lo stesso strumento avrebbe potuto servire per scoprirne di altri; ma Huygens non le cercò; in base alla sua osservazione, il numero dei satelliti si trovava uguale a quello dei pianeti del nuovo sistema; ora, secondo antiche opinioni alla cui dominazione il grande geometra non si era potuto sottrarre, non era possibile che il numero dei pianeti principali fosse inferiore al numero totale dei pianeti secondari. Delle idee teoriche hanno molto spesso condotto a delle brillanti scoperte. Qui l'effetto fu diametralmente opposto; ma così cosa dire di questa pretesa legge del mondo materiale davanti alla quale il genio di Huygens si arrestò?
Mi sembrano giudizi superficiali, che nuocciono più alla reputazione dei giudici, che a quello del giudicato (Arago in varie occasioni espresse pesanti giudizi, spesso non condivisi dai moderni storici). I due insigni accademici stigmatizzarono un'idea formulata da un giovane irruente di 26 anni, ma non andarono a controllare la sua opinione in età più matura.
Vedremo che in {B-0043.00_.1698} "Cosmothereos" (postumo, 1698) Huygens scrisse di ritenere che probabilmente Cassini non aveva scoperto tutti i satelliti di Saturno.
In ogni caso, la famiglia dei satelliti crebbe per merito di Cassini, e Huygens ne prese atto. Nel 1671, quando la costruzione dell'Osservatorio di Parigi non era ancora stata completata, I02089 Gian Domenico Cassini si installò al primo piano e ben presto iniziò una lunga serie di importanti scoperte. Dal 1669 al 1673 anche Huygens fu a Parigi, ed ebbe modo di verificarle immediatamente di persona. Nel 1671 ebbe molte occasioni di mettere alla prova la sua teoria dell'anello di Saturno, e si rese conto di quanto fossero complicati i fenomeni manifestati quando tale anello si presentava di piatto. Si era aspettato che le "braccia" si riducessero gradualmente e sparissero in luglio od agosto. Fu molto stupito non solo dall'invisibilità dell'anello nel maggio 1671, ma anche dalla sua riapparizione ad agosto e dicembre, anche se le anse rimasero sottili. Riuscì comunque a giustificare questi fenomeni tenendo conto dell'inclinazione dell'orbita di Saturno sull'eclittica, ed in tal modo la teoria dell'anello, lungi dall'essere messa in forse, ne uscì ulteriormente verificata.
Nel 1671 Cassini scoprì un nuovo satellite di Saturno, e l'anno dopo un secondo. Descrisse queste scoperte nel libretto di 20 pagine "Découverte de deux nouvelles planetes autour de Saturne" (Parigi 1673), con la dedica:
Vedremo che in {B-0043.00_.1698} "Cosmothereos" (postumo, 1698) Huygens scrisse di ritenere che probabilmente Cassini non aveva scoperto tutti i satelliti di Saturno.
In ogni caso, la famiglia dei satelliti crebbe per merito di Cassini, e Huygens ne prese atto. Nel 1671, quando la costruzione dell'Osservatorio di Parigi non era ancora stata completata, I02089 Gian Domenico Cassini si installò al primo piano e ben presto iniziò una lunga serie di importanti scoperte. Dal 1669 al 1673 anche Huygens fu a Parigi, ed ebbe modo di verificarle immediatamente di persona. Nel 1671 ebbe molte occasioni di mettere alla prova la sua teoria dell'anello di Saturno, e si rese conto di quanto fossero complicati i fenomeni manifestati quando tale anello si presentava di piatto. Si era aspettato che le "braccia" si riducessero gradualmente e sparissero in luglio od agosto. Fu molto stupito non solo dall'invisibilità dell'anello nel maggio 1671, ma anche dalla sua riapparizione ad agosto e dicembre, anche se le anse rimasero sottili. Riuscì comunque a giustificare questi fenomeni tenendo conto dell'inclinazione dell'orbita di Saturno sull'eclittica, ed in tal modo la teoria dell'anello, lungi dall'essere messa in forse, ne uscì ulteriormente verificata.
Nel 1671 Cassini scoprì un nuovo satellite di Saturno, e l'anno dopo un secondo. Descrisse queste scoperte nel libretto di 20 pagine "Découverte de deux nouvelles planetes autour de Saturne" (Parigi 1673), con la dedica:
{B-0042.00_.1672} ➤ Al Re. Sire, Io presento a Vostra Maestà due Pianeti, che sono stati sconosciuti a tutti i secoli passati, e che non sono stati scoperti che dopo che V. M. avendo stabilita la sua Accademia delle Scienze, ha fatto elevare un Osservatorio per la contemplazione degli Astri
Una esposizione in inglese apparve come {A-0002.0008_.0092.16730404-5178_5185} "A discovery of two New Planets about Saturn...", Philosophical Transactions, 25 marzo 1673/3.4.1673, pp. 5178-5185 ➤.
Nel 1677 Cassini diede la situazione aggiornata delle sue conoscenze sui satelliti in {A-0004.1677_.0006.16770315-0070_0072} "Histoire de la decovverte de devx Planetes autour de Saturne, faite à l'Observatoire Royal par M. Cassini", Journal des Sçavans du Lundy 15 mars 1677, pagg. 70-72 ➤ .
L'articolo fu ristampato in {A-0005.0010_.0000.17300000-0584_0587}, Mémoires de L'Académie 1666-1699, X (1730) ➤ e tradotta in {A-0002.0012_.0133.16770404-0831_0833}, Philosophical Transactions (1677) ➤.
Ecco un riassunto di quanto scritto in queste pubblicazioni. Cassini osservò Saturno alla fine dell'ottobre 1671, usando quella stessa lente di Campani di 17 piedi (5.5 m) e probabilmente 2.5 pollici (6 cm) di apertura che aveva usato in Italia per osservare Giove e Marte. A partire dal 25 ottobre, e fino al 6 novembre, osservò una stellina in movimento rispetto a Saturno e alle stelle fisse: ipotizzò che si trattasse di un nuovo satellite (in effetti, era quello oggi chiamato Giapeto), orbitante molto all'esterno dell'unico satellite noto allora (l'attuale Titano). Rimase stupito del fatto che lo spostamento del satellite fosse incompatibile con un'orbita posta sullo stesso piano dell'anello e dell'orbita di Titano: non si sentì di escludere che si trattasse di un oggetto in moto attorno al Sole e solo prospetticamente vicino a Saturno. Huygens, che era a Parigi, scrisse al fratello Constantyn (4 dicembre 1671):
Nel 1677 Cassini diede la situazione aggiornata delle sue conoscenze sui satelliti in {A-0004.1677_.0006.16770315-0070_0072} "Histoire de la decovverte de devx Planetes autour de Saturne, faite à l'Observatoire Royal par M. Cassini", Journal des Sçavans du Lundy 15 mars 1677, pagg. 70-72 ➤ .
L'articolo fu ristampato in {A-0005.0010_.0000.17300000-0584_0587}, Mémoires de L'Académie 1666-1699, X (1730) ➤ e tradotta in {A-0002.0012_.0133.16770404-0831_0833}, Philosophical Transactions (1677) ➤.
Ecco un riassunto di quanto scritto in queste pubblicazioni. Cassini osservò Saturno alla fine dell'ottobre 1671, usando quella stessa lente di Campani di 17 piedi (5.5 m) e probabilmente 2.5 pollici (6 cm) di apertura che aveva usato in Italia per osservare Giove e Marte. A partire dal 25 ottobre, e fino al 6 novembre, osservò una stellina in movimento rispetto a Saturno e alle stelle fisse: ipotizzò che si trattasse di un nuovo satellite (in effetti, era quello oggi chiamato Giapeto), orbitante molto all'esterno dell'unico satellite noto allora (l'attuale Titano). Rimase stupito del fatto che lo spostamento del satellite fosse incompatibile con un'orbita posta sullo stesso piano dell'anello e dell'orbita di Titano: non si sentì di escludere che si trattasse di un oggetto in moto attorno al Sole e solo prospetticamente vicino a Saturno. Huygens, che era a Parigi, scrisse al fratello Constantyn (4 dicembre 1671):
Chr. Huygens a Con. Huygens, 4 dicembre 1671, {L-00129} I05741 I25821 D16711204 p.122 ➤ Monsieur Cassini ha creduto ultimamente di aver scoperto un nuovo satellite di Saturno, ma a quanto ha potuto giudicare dalle poche osservazioni che ne ha, (perché il tempo scuro non gli ha permesso di farne di più) può essere semplicemente qualche piccola cometa senza coda. Ciò non ha mancato di fare rumore.
Il ministro Colbert, impressionato dai buoni risultati dell'obiettivo di Campani, in confronto con quelli ottenuti con le lenti costruite in Francia, ottenne dal Re il permesso di acquistare una nuova lente semplice da 34 piedi (10.7 m) di focale e 4 pollici (10.8 cm) di apertura utile, al prezzo di 1000 scudi. Il nuovo acquisto diede buoni frutti: il 23 dicembre 1672 Cassini individuò un nuovo satellite di Saturno (quello oggi chiamato Rea). In realtà, quella notte l'astronomo italiano ipotizzò che si trattasse del satellite perduto il 6 novembre dell'anno prima, e non fu l'unico a fare quest'ipotesi. All'osservazione parteciparono anche Huygens, I09699 Picard, I26116 Mariotte ed il danese I10516 Ole Rømer. Lo stato del cielo impedì le osservazioni sino al giorno 30, quando l'oggetto fu rivisto. Negli appunti di Huygens si trovano due schizzi per le date del 23 e 30 dicembre (è probabile che fosse con Cassini anche nella seconda occasione). ➤
"mius" (mio) è Titano; "novus" è il nuovo oggetto. La prima osservazione riporta la data 23 dicembre ore 6 post-meridiane; la seconda 30 dicembre ore 8 post-meridiane. Le posizioni sono le stesse date da Cassini nella fig. II della Tavola II del suo articolo, salvo che qui l'osservazione del 23 dicembre viene data per le 7 di sera. Le note di Huygens proseguono con dei calcoli volti alla determinazione del periodo e dell'elongazione del satellite, supponendo che si trattasse di "Giapeto". I calcoli terminano con la conclusione: « il raggio dell'orbita del satellite nuovo rispetto al raggio dell'orbita del mio satellite di Saturno sta nel rapporto 8.2 ad 1. Tempo periodico vero del satellite nuovo circa 375 giorni. Distanza apparente massima 27' ». Ma dopo si legge: « N. B. dunque il nuovo esegue un periodo e mezzo in 7 giorni, diversamente a come avevo pensato. Il tempo periodico è prossimo a 4.5 giorni. »
Evidentemente, l'ultima annotazione fu aggiunta dopo che ebbe appreso da Cassini il reale valore del periodo orbitale del nuovo satellite. Il 10 gennaio 1673 l'astronomo italiano lo aveva osservato, trovandolo per la terza volta consecutiva più vicino a Saturno di Titano. Cosa ben strana, dato che aveva supposto si trattasse del satellite visto per la prima volta nell'ottobre e novembre 1671, e molto più distante di Titano! Anche Huygens annotò la posizione del satellite per quella data, alle 7 di sera ➤.
Ma fu solo l'osservazione del 15 gennaio che finì col convincere definitivamente Cassini che l'astro osservato nelle ultime occasioni era un nuovo satellite, con periodo di circa 4 giorni e mezzo (avendo compiuto circa 4 rivoluzioni in 18 giorni, cioè dal 23 dicembre 1672 al 10 gennaio 1673). Dunque la sua orbita doveva essere interna a quella di Titano. Anche Huygens registrò l'osservazione del 15 gennaio (fra le 6 e le 9) ➤.
Nella seconda figura l'astronomo olandese riassunse le osservazioni del 23 e 30 dicembre 1672, e del 10 e 15 gennaio 1673. I tre punti al di fuori del cerchio rappresentano le posizioni di Titano per le 4 date (quelle del 30 dicembre e del 15 gennaio sono pressoché coincidenti) e sulla linea delle braccia vengono rappresentate le posizioni del nuovo satellite. Ma dov'era andato a finire il primo satellite? Il 6 febbraio 1673 finalmente Cassini osservò un oggetto che avrebbe potuto essere il satellite cercato, e lo osservò incessantemente insieme a Huygens e Mariotte. Negli appunti di Huygens si trovano dei disegni riferentesi alle date dell'11 febbraio 1673 ora 6 e mezzo, e 12 febbraio ora 6 e mezzo ➤.
Sopra i disegni si legge: « proprie osservazioni del terzo compagno di Saturno »; il secondo disegno rappresenta la posizione di Titano alla prima data.
Mentre Cassini finì con l'accettare l'esistenza del satellite esterno (comprendendone anche le misteriose "sparizioni") Huygens continuò ad essere dubbioso sulla sua esistenza. Difatti, da quanto risulta dalle sue note, dopo la notte del 12 febbraio 1673, una volta tornato in patria, riuscì a vedere non più di 6 volte quello che chiamava "extimus Cassini " (estremo di Cassini): 2.2.1683; 8.3.1683; 21.3.1683; 5.5.1684; 28.2.1685; 1.4.1685. La migliore osservazione fu quella fatta insieme al fratello nel 1684, a l'Aia, quando 3 satelliti apparvero contemporaneamente, grazie al nuovo telescopio senza tubo da 34 piedi. E' probabile che sia stato proprio il desiderio di vedere le deboli lune di Saturno a spingerli a migliorare sempre più le loro lenti. Ma Huygens ebbe meno fortuna di Cassini (forse anche a causa della foschia che affliggeva le osservazioni serali, come appare in una sua lettera del 25 aprile 1683); anche Rea fu osservato raramente.
Cassini capì che le sparizioni del satellite scoperto nel 1671 erano dovute a forti variazioni di luminosità, e molto argutamente le attribuì alla diversa conformazione dei due emisferi del satellite (in effetti una faccia di Giapeto riflette circa 6 volte più luce dell'altra, e quando volge verso la Terra la faccia più scura diventa troppo debole per essere visto con strumenti come quelli di Cassini). Le prime osservazioni gli avevano fatto stimare un periodo di rivoluzione fra 80 e 96 giorni; in seguito stimò che la durata di 9 rivoluzioni fosse pari a 719 giorni (ciò corrisponderebbe ad un periodo di 79 d 21.3 h). Cassini, dopo aver cercato a lungo di vedere Giapeto nella parte "proibita" della sua orbita, sia con il telescopio da 34 piedi che con uno di 45, ci riuscì finalmente nel 1707 (all'età di 82 anni!).
"mius" (mio) è Titano; "novus" è il nuovo oggetto. La prima osservazione riporta la data 23 dicembre ore 6 post-meridiane; la seconda 30 dicembre ore 8 post-meridiane. Le posizioni sono le stesse date da Cassini nella fig. II della Tavola II del suo articolo, salvo che qui l'osservazione del 23 dicembre viene data per le 7 di sera. Le note di Huygens proseguono con dei calcoli volti alla determinazione del periodo e dell'elongazione del satellite, supponendo che si trattasse di "Giapeto". I calcoli terminano con la conclusione: « il raggio dell'orbita del satellite nuovo rispetto al raggio dell'orbita del mio satellite di Saturno sta nel rapporto 8.2 ad 1. Tempo periodico vero del satellite nuovo circa 375 giorni. Distanza apparente massima 27' ». Ma dopo si legge: « N. B. dunque il nuovo esegue un periodo e mezzo in 7 giorni, diversamente a come avevo pensato. Il tempo periodico è prossimo a 4.5 giorni. »
Evidentemente, l'ultima annotazione fu aggiunta dopo che ebbe appreso da Cassini il reale valore del periodo orbitale del nuovo satellite. Il 10 gennaio 1673 l'astronomo italiano lo aveva osservato, trovandolo per la terza volta consecutiva più vicino a Saturno di Titano. Cosa ben strana, dato che aveva supposto si trattasse del satellite visto per la prima volta nell'ottobre e novembre 1671, e molto più distante di Titano! Anche Huygens annotò la posizione del satellite per quella data, alle 7 di sera ➤.
Ma fu solo l'osservazione del 15 gennaio che finì col convincere definitivamente Cassini che l'astro osservato nelle ultime occasioni era un nuovo satellite, con periodo di circa 4 giorni e mezzo (avendo compiuto circa 4 rivoluzioni in 18 giorni, cioè dal 23 dicembre 1672 al 10 gennaio 1673). Dunque la sua orbita doveva essere interna a quella di Titano. Anche Huygens registrò l'osservazione del 15 gennaio (fra le 6 e le 9) ➤.
Nella seconda figura l'astronomo olandese riassunse le osservazioni del 23 e 30 dicembre 1672, e del 10 e 15 gennaio 1673. I tre punti al di fuori del cerchio rappresentano le posizioni di Titano per le 4 date (quelle del 30 dicembre e del 15 gennaio sono pressoché coincidenti) e sulla linea delle braccia vengono rappresentate le posizioni del nuovo satellite. Ma dov'era andato a finire il primo satellite? Il 6 febbraio 1673 finalmente Cassini osservò un oggetto che avrebbe potuto essere il satellite cercato, e lo osservò incessantemente insieme a Huygens e Mariotte. Negli appunti di Huygens si trovano dei disegni riferentesi alle date dell'11 febbraio 1673 ora 6 e mezzo, e 12 febbraio ora 6 e mezzo ➤.
Sopra i disegni si legge: « proprie osservazioni del terzo compagno di Saturno »; il secondo disegno rappresenta la posizione di Titano alla prima data.
Mentre Cassini finì con l'accettare l'esistenza del satellite esterno (comprendendone anche le misteriose "sparizioni") Huygens continuò ad essere dubbioso sulla sua esistenza. Difatti, da quanto risulta dalle sue note, dopo la notte del 12 febbraio 1673, una volta tornato in patria, riuscì a vedere non più di 6 volte quello che chiamava "extimus Cassini " (estremo di Cassini): 2.2.1683; 8.3.1683; 21.3.1683; 5.5.1684; 28.2.1685; 1.4.1685. La migliore osservazione fu quella fatta insieme al fratello nel 1684, a l'Aia, quando 3 satelliti apparvero contemporaneamente, grazie al nuovo telescopio senza tubo da 34 piedi. E' probabile che sia stato proprio il desiderio di vedere le deboli lune di Saturno a spingerli a migliorare sempre più le loro lenti. Ma Huygens ebbe meno fortuna di Cassini (forse anche a causa della foschia che affliggeva le osservazioni serali, come appare in una sua lettera del 25 aprile 1683); anche Rea fu osservato raramente.
Cassini capì che le sparizioni del satellite scoperto nel 1671 erano dovute a forti variazioni di luminosità, e molto argutamente le attribuì alla diversa conformazione dei due emisferi del satellite (in effetti una faccia di Giapeto riflette circa 6 volte più luce dell'altra, e quando volge verso la Terra la faccia più scura diventa troppo debole per essere visto con strumenti come quelli di Cassini). Le prime osservazioni gli avevano fatto stimare un periodo di rivoluzione fra 80 e 96 giorni; in seguito stimò che la durata di 9 rivoluzioni fosse pari a 719 giorni (ciò corrisponderebbe ad un periodo di 79 d 21.3 h). Cassini, dopo aver cercato a lungo di vedere Giapeto nella parte "proibita" della sua orbita, sia con il telescopio da 34 piedi che con uno di 45, ci riuscì finalmente nel 1707 (all'età di 82 anni!).
La divisione di Casini
Nel 1675 (probabilmente intorno a luglio o agosto) Cassini compì un'importante osservazione riguardante l'anello di Saturno.
La prima comunicazione conosciuta è una lettera di Cassini a Oldenburg, segretario della Royal Society (26 agosto 1676), pubblicata in estratto in {A-0002.0011_.0128.16761005-0689_0690}, Philosophical Transactions, Vol. XI, 25 settembre 1676, p. 690 ➤ « ... la larghezza dell'anello era divisa in due, da una linea scura, di apparenza ellittica, in realtà circolare, come in due anelli concentrici, dei quali l'interno era più brillante dell'esterno. »
L'incisione realizzata nella pubblicazione non risultò molto accurata ➤. Seguì la comunicazione "Observations novvelles de M. Cassini, touchant le Globe & l'Anneau de Saturne", Journal de Sçavans, Lundy 1. Mars 1677, p. 56-59, contenente la descrizione:
La prima comunicazione conosciuta è una lettera di Cassini a Oldenburg, segretario della Royal Society (26 agosto 1676), pubblicata in estratto in {A-0002.0011_.0128.16761005-0689_0690}, Philosophical Transactions, Vol. XI, 25 settembre 1676, p. 690 ➤ « ... la larghezza dell'anello era divisa in due, da una linea scura, di apparenza ellittica, in realtà circolare, come in due anelli concentrici, dei quali l'interno era più brillante dell'esterno. »
L'incisione realizzata nella pubblicazione non risultò molto accurata ➤. Seguì la comunicazione "Observations novvelles de M. Cassini, touchant le Globe & l'Anneau de Saturne", Journal de Sçavans, Lundy 1. Mars 1677, p. 56-59, contenente la descrizione:
{A-0004.1677_.0005.16770301-0056_0059} ➤ Dopo l'uscita di Saturno dai raggi del Sole l'anno 1675, nel crepuscolo del mattino il globo di questo Pianeta apparve con una banda oscura simile a quelle di Giove, estesa secondo la lunghezza dell'anello da oriente ad occidente come si vide quasi sempre con il cannocchiale di 34 piedi: e la la larghezza dell'anello era divisa da una linea oscura in due parti uguali di cui la più interna e più vicina al globo era molto chiara, e l'esterna un poco oscura. C'era fra i colori di queste due parti pressappoco la stessa differenza che c'è fra l'argento opaco, e brunito (cosa che non era mai stata osservata prima) e che in seguito si è visto varie volte con lo stesso cannocchiale, ma più chiaramente nel crepuscolo e al chiarore della Luna che in una notte più oscura. Questa apparenza diede l'idea come di un anello doppio, di cui l'interno più largo ed più oscuro fosse coperto da uno più stretto e più chiaro. Ciò fece ricordare che l'anno 1671, quando le braccia di Saturno erano sul punto di sparire esse si accorciarono in anticipo, forse perché la parte esterna dell'anello che era semplice ed oscura sparì prima della parte interna che era doppia e più chiara. Lo stesso anno 1671 il diametro più corto dell'anello era ancora minore del diametro del Globo che sporgeva fuori dall'anello dalla parte di Mezzogiorno e di Settentrione: e questa fase durò sino all'immersione di Saturno nei raggi del Sole l'anno 1676; ma dopo la sua Emersione che avvenne l'estate scorsa il diametro più corto dell'Anello eccedeva quello del Globo, come si vede ancora presentemente. Queste due fasi sono rappresentate nelle due figure che diamo qui ➤.
C'è una osservazione di M. Hevelius nel Iournal d'Angleterre [Philosophical Transactions], che corrisponde alla prima di queste due fasi: ma siccome egli non ha segnato né la banda di Saturno né la distinzione, che si vede nell'Anello, si ha ragione di ritenere che i cannocchiali di cui si serve siano molto inferiori a quelli dell'Osservatorio Reale.
La linea oscura di cui si parla oggi è chiamata 'divisione di Cassini', e sappiamo di trattarsi di una zona di rarefazione fra l'anello A e l'anello B, che negli strumenti moderni appare come una linea molto scura e ben definita. Ma era alla portata dei cannocchiali di Cassini? Difficilmente. Valenti osservatori moderni hanno scorto la Divisione con aperture di 5 o 6 cm, ma ovviamente con lenti di qualità ben superiore. Il telescopio da 34 piedi di Cassini aveva un'obiettivo con un'apertura di 137 mm (diaframmata a 108), e quello da 20 piedi un'apertura non diaframmata di 63 mm; quella che fu vista non fu una divisione, ma un brusco cambiamento di luminosità fra le due parti dell'anello (come appare dai disegni pubblicati su JdS e sulle Memoires: non è disponibile l'originale, ma se l'incisore avesse visto sul foglio una riga nera e ben definita, l'avrebbe rappresentata forse ancora più evidente). Del resto, la sua strana interpretazione data da Cassini lo conferma: « Questa apparenza diede l'idea come di un anello doppio, di cui quello inferiore più largo e più oscuro fosse coperto da uno più stretto e più chiaro ».
Molti anni dopo, l'articolo fu ristampato in {A-0005.0010_.0000.17300000-0582_0584} "Observations nouvelles, Touchant le Globe & l'Anneau de Saturne, Par M. Cassini", Memoires de L'Academie 1666-1699, X (1730) ➤. Qui si trova una variazione: « l'interieure un peu obscure » (invece di exterieure, com'è scritto in J. de S.).
È interessante discutere le osservazioni di Huygens nello stesso periodo. Esaminando i suoi appunti, si trova che nel cosiddetto Manoscritto E, copiato poi nel Manoscritto K, si trova un'osservazione relativa all'8 dicembre 1675 alle 5 post-meridiane. Essa fu eseguita insieme a Cassini con un telescopio di Campani da 36 piedi.
Il disegno mostra diverse caratteristiche interessanti: l'ombra del globo sull'anello (A); l'oscurità della parte esterna dell'anello, separata distintamente dal cerchio b (nel manoscritto K si legge che ciò è in accordo con le osservazioni di Campani); una leggera oscurità in C, dove l'anello si proiettava sul pianeta (quasi a far pensare ad una visione dell'anello C); una fascia (d) sul globo del pianeta. Tuttavia, Huygens in questa nota non fece alcuna menzione della linea oscura di cui poi parlò Cassini, che pure era con lui quella sera: citò solo un « distincte terminatum circulo b b b ». Nel Manoscritto K (realizzato dopo aver visto l'articolo di Cassini) aggiunse: Che da Giuseppe Campani già un tempo ha osservato come la figura da esso pubblicata comprova.
Queste considerazioni si scontrano con i concetti sorprendentemente moderni che si trovano in una Memoria presentata da Cassini il 14 gennaio 1705 (all'età di 80 anni): "Reflexions Sur les Observations des Satellites de Saturne & de son Anneau"; leggendo quest'opera viene da pensare che anche quello che (forse) Cassini non vide, riuscì genialmente ad intuirlo.
Molti anni dopo, l'articolo fu ristampato in {A-0005.0010_.0000.17300000-0582_0584} "Observations nouvelles, Touchant le Globe & l'Anneau de Saturne, Par M. Cassini", Memoires de L'Academie 1666-1699, X (1730) ➤. Qui si trova una variazione: « l'interieure un peu obscure » (invece di exterieure, com'è scritto in J. de S.).
È interessante discutere le osservazioni di Huygens nello stesso periodo. Esaminando i suoi appunti, si trova che nel cosiddetto Manoscritto E, copiato poi nel Manoscritto K, si trova un'osservazione relativa all'8 dicembre 1675 alle 5 post-meridiane. Essa fu eseguita insieme a Cassini con un telescopio di Campani da 36 piedi.
Il disegno mostra diverse caratteristiche interessanti: l'ombra del globo sull'anello (A); l'oscurità della parte esterna dell'anello, separata distintamente dal cerchio b (nel manoscritto K si legge che ciò è in accordo con le osservazioni di Campani); una leggera oscurità in C, dove l'anello si proiettava sul pianeta (quasi a far pensare ad una visione dell'anello C); una fascia (d) sul globo del pianeta. Tuttavia, Huygens in questa nota non fece alcuna menzione della linea oscura di cui poi parlò Cassini, che pure era con lui quella sera: citò solo un « distincte terminatum circulo b b b ». Nel Manoscritto K (realizzato dopo aver visto l'articolo di Cassini) aggiunse: Che da Giuseppe Campani già un tempo ha osservato come la figura da esso pubblicata comprova.
Queste considerazioni si scontrano con i concetti sorprendentemente moderni che si trovano in una Memoria presentata da Cassini il 14 gennaio 1705 (all'età di 80 anni): "Reflexions Sur les Observations des Satellites de Saturne & de son Anneau"; leggendo quest'opera viene da pensare che anche quello che (forse) Cassini non vide, riuscì genialmente ad intuirlo.
{A-0006.1705_.0000.17300000-0014_0024m} p. 17 (mémoires) ➤ Questa ipotesi [il modello dell'anello di Huygens] fu trovata ammirevole, e molto adatta a spiegare le differenti fasi di Saturno, anche se non fu accolta da tutti quelli che erano pervenuti ad altre ipotesi. Non osammo compararvi un pensiero che ci era venuto, che questo anello potesse essere formato come da uno sciame di piccoli satelliti che potrebbero fare a Saturno un'apparenza analoga a quella che la Via Lattea fa alla Terra a causa di una infinità di piccole stelle di cui essa à formata; ma con questa differenza che essa non fa nessuna parallasse alla Terra; mentre questa traccia ne fa una molto grande a Saturno.
* * *
Si giudicò anche che i satelliti, che possono comporre la parte dell'anello più vicina a Saturno, sono in più grande numero in proporzione allo spazio che essi occupano, che quelli che formano la parte più lontana. Questo pensiero fu poi confermato dalle osservazioni fatte negli anni in cui l'anello di Saturno appariva più largo e più aperto; perché la larghezza dell'anello si vedeva divisa in due da una linea ellittica oscura, di cui la parte più vicina al globo era più chiara della parte più lontana. Questa linea marcava come un piccolo intervallo fra queste due parti, come la distanza fra il globo e l'anello è marcata dalla grande oscurità che c'e fra i due.
Questa brillante discussione non si accorda del tutto con le descrizioni fatte trent'anni prima, per cui si può avanzare qualche dubbio sul fatto che Cassini abbia avuto veramente le idee così chiare sin dall'inizio. Ad ogni modo, bisogna prendere atto del fatto verso la fine della sua vita era arrivato a supporre che fra le due parti dell'anello ci fossa come una piccola separazione, scura circa come lo spazio fra il pianeta e l'anello. Tipica descrizione della Divisione di Cassini!
L'ipotesi della natura corpuscolare dell'anello non prese il sopravvento sulle altre, anche se fu divulgata da suo figlio I02090 Jacques Cassini nei suoi {B-0080.00_.1740} "Élements d'Astronomie”, Tomo I (1715), p. 338 ➤ .
L'ipotesi della natura corpuscolare dell'anello non prese il sopravvento sulle altre, anche se fu divulgata da suo figlio I02090 Jacques Cassini nei suoi {B-0080.00_.1740} "Élements d'Astronomie”, Tomo I (1715), p. 338 ➤ .
§ D16711204
§ I00352 I01960 I02068 I02089 I02090 I05372 I05741 I09699 I10516 I25798 I25801 I25821 I25862 I26116 I26139
§ {A-0002.0008_.0092.16730404-5178_5185} {A-0002.0011_.0128.16761005-0689_0690} {A-0002.0012_.0133.16770404-0831_0833} {A-0004.1677_.0005.16770301-0056_0059} {A-0004.1677_.0006.16770315-0070_0072} {A-0005.0010_.0000.17300000-0582_0584} {A-0005.0010_.0000.17300000-0584_0587} {A-0006.1705_.0000.17300000-0014_0024m}
§ {B-0031.00_.1659} {B-0042.00_.1672} {B-0043.00_.1698} {B-0064.04_.1867} {B-0080.00_.1740} {B-0157.00_.1773}
§ {L-00129}
§ I00352 I01960 I02068 I02089 I02090 I05372 I05741 I09699 I10516 I25798 I25801 I25821 I25862 I26116 I26139
§ {A-0002.0008_.0092.16730404-5178_5185} {A-0002.0011_.0128.16761005-0689_0690} {A-0002.0012_.0133.16770404-0831_0833} {A-0004.1677_.0005.16770301-0056_0059} {A-0004.1677_.0006.16770315-0070_0072} {A-0005.0010_.0000.17300000-0582_0584} {A-0005.0010_.0000.17300000-0584_0587} {A-0006.1705_.0000.17300000-0014_0024m}
§ {B-0031.00_.1659} {B-0042.00_.1672} {B-0043.00_.1698} {B-0064.04_.1867} {B-0080.00_.1740} {B-0157.00_.1773}
§ {L-00129}