Anticipazioni
Il frate cappuccino I10311 A.M.Schyrlaeus de Rheita nell'annunciare la scoperta di 5 nuovi satelliti di Giove aveva frettolosamente accennato alla possibilità che Marte ne avesse alcuni. Ritornò dubbioso sull'argomento nel libro {B-0022.00_.1645} “Oculus Enoch et Eliae” (1645) p. 287 ➤, e la sorprendente figura riportata in una tavola ➤ mostra che quello che pensava di aver visto dipendeva da un complicato effetto ottico, con 6 strani oggetti spuri disposti simmetricamente.
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I06347 Keplero aveva avanzato la ragionevole opinione che Marte, essendo fra la Terra (con 1 satellite) e Giove (con 4) dovesse pur avere qualche satellite, che attendeva solo di essere scoperto. Più di un secolo dopo, così la pensava il teologo inglese I02995 William Derham, che in "Astro-Theology" (IV ed., 1721) scrisse:
{B-0085.00_.1721} p. 193 ➤ In Marte davvero noi possiamo discernere una grande similitudine con la Terra, nella sua opacità e macchie, ma non siamo ancora stati in grado di percepire nessuna assistenza di lune, come negli altri pianeti superiori: non così probabilmente perché non ce ne sono, ma perché sono piccole, o riflettono una luce debole, e sono a grande distanza da noi.
Anche in Germania, delle lune di Marte erano state ipotizzate (per la sua posizione fra Marte e Giove) da I18327 Andreas Ehrenberg (pseudonimo Hareneus Geierbrand) in "Curiöse und wohlgegründete Gedancken von mehr als einer bewohnten Welt" (1711); II ed. 1718 : {B-0524.00_.1718} p. 81 ➤ .
Un ragionamento molto simile si trova in {B-0472.00_.1721} "De probabili mundorum pluralitate" (1721) di I25934 Johann Jacob Schudt in liber II, p. 44 ➤ « Marte, minore della nostra Terra, o ha una luna, non ancora osservata dai nostri matematici, oppure da Giove, dai suoi satelliti o da altro, non ancora a noi noto per il momento, può godere della luce del Sole. »
Cito I13483 Christian von Wolff dalla seconda edizione (1752) "Vernünftige Gedanken von den Absichten der natürlichen Dinge" {B-0534.00_.1752} p. 142 ➤ « Si può assumere che Marte possieda una o più lune, ma che esse sono così piccole che non possiamo scoprirle dalla Terra, neppure con i nostri telescopi. » In alternativa, Wolff ipotizzò che la luna marziana riflettesse poca luce.
Lo scrittore inglese I25864 Jonathan Swift (1667-1745) è noto al grande pubblico soprattutto per un libro apparso nel 1726 ed intitolato "Travels into Several Remote Nations of the World", più noto come "Gulliver's Travels" (I viaggi di Gulliver). Probabilmente molti l'hanno letto nella riduzione per l'infanzia, censurato della sua satira mordace.
Il libro narra le avventure del dottor Lemuel Gulliver, chirurgo a bordo di una nave, venuto a contatto dopo un naufragio con mondi straordinari. Il primo viaggio si svolge a Lilliput, la città delle persone minuscole; il secondo a Brobdingnag, il paese dei giganti; il terzo a Laputa, un paese di scienziati e filosofi; il quarto nel paese degli Houyhnhnm, i cavalli intelligenti. Nel terzo viaggio, Gulliver arriva su Laputa, un'isola che vola sospinta da forze magnetiche sopra un'isola più grande, il regno di Balnibarbi. Gli abitanti di Laputa sono ferrati nelle scienze, e anche nell'astronomia:
Un ragionamento molto simile si trova in {B-0472.00_.1721} "De probabili mundorum pluralitate" (1721) di I25934 Johann Jacob Schudt in liber II, p. 44 ➤ « Marte, minore della nostra Terra, o ha una luna, non ancora osservata dai nostri matematici, oppure da Giove, dai suoi satelliti o da altro, non ancora a noi noto per il momento, può godere della luce del Sole. »
Cito I13483 Christian von Wolff dalla seconda edizione (1752) "Vernünftige Gedanken von den Absichten der natürlichen Dinge" {B-0534.00_.1752} p. 142 ➤ « Si può assumere che Marte possieda una o più lune, ma che esse sono così piccole che non possiamo scoprirle dalla Terra, neppure con i nostri telescopi. » In alternativa, Wolff ipotizzò che la luna marziana riflettesse poca luce.
Lo scrittore inglese I25864 Jonathan Swift (1667-1745) è noto al grande pubblico soprattutto per un libro apparso nel 1726 ed intitolato "Travels into Several Remote Nations of the World", più noto come "Gulliver's Travels" (I viaggi di Gulliver). Probabilmente molti l'hanno letto nella riduzione per l'infanzia, censurato della sua satira mordace.
Il libro narra le avventure del dottor Lemuel Gulliver, chirurgo a bordo di una nave, venuto a contatto dopo un naufragio con mondi straordinari. Il primo viaggio si svolge a Lilliput, la città delle persone minuscole; il secondo a Brobdingnag, il paese dei giganti; il terzo a Laputa, un paese di scienziati e filosofi; il quarto nel paese degli Houyhnhnm, i cavalli intelligenti. Nel terzo viaggio, Gulliver arriva su Laputa, un'isola che vola sospinta da forze magnetiche sopra un'isola più grande, il regno di Balnibarbi. Gli abitanti di Laputa sono ferrati nelle scienze, e anche nell'astronomia:
{B-0191.02_.1726} p. 42 ➤ Essi passano la maggior parte delle loro vite osservando i corpi celesti, cosa che fanno con l'assistenza di lenti molto superiori in qualità alle nostre. Questo vantaggio li ha messi in grado di estendere le loro scoperte molto oltre quelle dei nostri astronomi in Europa; perchè essi hanno fatto un catalogo di diecimila stelle fisse; mentre il maggiore dei nostri non contiene più della terza parte di questo numero. Essi hanno similmente scoperto due stelle minori, o satelliti, che ruotano attorno a Marte, di cui il più interno è distante dal centro del pianeta primario esattamente tre suoi diametri, e il più esterno cinque; il primo ruota nello spazio di dieci ore, e il secondo in ventuno e mezzo; quindi il quadrato dei loro tempi periodici, è quasi esattamente nella stessa proporzione dei cubi delle distanze dal centro di Marte, il che evidentemente mostra che essi sono governati dalla stessa Legge di Gravitazione, che influenza gli altri corpi celesti.
Questa previsione è curiosa per alcuni aspetti. Intanto, i periodi di rivoluzione, che Swift attribuisce ai satelliti (10 e 21.5 ore) sono inferiori al periodo di rotazione del pianeta (24.6 ore), che era già stata determinata da Cassini: a quell'epoca non si conosceva nessun satellite con tale proprietà, ed è singolare che Swift abbia pensato di introdurla. Oltretutto, nella realtà i periodi sono 7.7 e 30.2 ore, quindi Swift ha abbondato attribuendo questo carattere particolare addirittura ad entrambe i satelliti. Le distanze reali dei satelliti sono 1.3 e 3.5 diametri, inferiori a quelle assegnate da Swift (3 e 5 diametri).
Lo scrittore citò la terza legge di Keplero, ma si può dubitare che fosse un esperto d'astronomia, perché si conosce una sua lettera in cui ammise di aver scoperto solo allora che gli anni bisestili venivano ogni 4 anni, e non ogni 3, come aveva sempre creduto.
Ciò fu notato da I08543 Augustus de Morgan in {B-0070.00_.1872} “A budget of paradoxes” (London 1872) p. 79 ➤, ipotizzando che si fosse fatto aiutare dal suo amico matematico I25581 John Arbuthnot.
Però a parità di raggio orbitale, il periodo di rivoluzione dipende dalla massa del pianeta; fornendo questi parametri orbitali, Swift attribuì a Marte una massa circa 6 volte superiore a quella reale, cioè circa 2/3 di quella terrestre. Anche se a quel tempo non si conosceva la massa di Marte (e non si poteva misurarla) doveva sembrare evidente che un pianeta così piccolo non poteva avere una massa paragonabile a quella terrestre.
E' probabile che Swift (o chi per lui) non abbia fatto una previsione rigorosa, ma abbia soltanto scelto secondo il suo gusto il raggio e il periodo di un satellite (senza pensare alla verosimiglianza di queste cifre) e poi abbia calcolato i dati dell'altra luna con la terza legge di Keplero. I26205 K. Ludendorff [fonte sconosciuta] ha suggerito che per la scelta dei raggi orbitali si possa essere ispirato ai due satelliti più interni di Giove (conosciuti al tempo) che hanno raggi orbitali pari a 3.0 e 4.7 diametri planetari.
I26178 Roscoe Lamont in {A-0078.0033_.0328.19251000-0496_0499}, Popular Astronomy (1925) suggerì varie ipotesi sui ragionamenti che avrebbe potuto aver fatto Swift. Una è questa ➤.
Una distanza di 3 diametri marziani corrisponde a 22-23.000 km, stando alla stima del diametro di Marte che allora si faceva. Un satellite che gravitasse attorno alla Terra a quella distanza percorrerebbe l'orbita in 9-10 ore; Swift, non avendo idea di quale fosse la massa di Marte, può aver deciso di assumere 10 ore in cifra tonda, poi calcolando le 21.5 ore per l'altro satellite in base alla terza legge di Keplero. Chiaramente la previsione di Swift è curiosa, ma non ha nulla di magico.
In “The provenance of Swift” [Worlds of Tomorrow, 1, no. 6 (1964), pp. 88-95 ; The graduate journal, 7 (1965), pp. 235-343)] la storica dell'astronomia I01466 Lyle Gifford Boyd (Harvard College Observatory) formulò la tesi parodistica che Swift fosse un marziano trasportato sulla Terra.
Ecco un'altra famosa previsione dei satelliti di Marte. Ospite della I26090 marchesa du Châtelet nel castello di Cirey (a partire dal 1734), il celebre filosofo e letterato francese I25846 François Marie Arouet de Voltaire scrisse il romanzo breve satirico "Micromégas", che però pubblicò solo molti anni dopo (Londra [o Berlino] 1752). Il racconto parla di Micromégas, un gigantesco abitante della stella Sirio, alto qualcosa come 36 km. Cacciato dalla Corte del suo paese per le sue idee, inizia un viaggio fra le stelle ed i pianeti. Giunto su Saturno, fa amicizia con gli abitanti locali, alti "appena" 2 km, e con uno di essi fa un viaggio nel sistema solare. Inutile dire che l'incontro dei due giganti con i microscopici terrestri è per Voltaire lo spunto per gustose frecciate satiriche sulle manie di grandezza dell'uomo, che Micromégas scambia per una specie di insetto privo d'intelligenza. Quando la specie umana riesce a comunicare con lui, gloriandosi della sua civiltà, riesce solo ad entrare in contraddizione e a rendersi ancora più ridicola. Il brano che ci interessa qui riguarda il passaggio dei due viaggiatori vicino a Marte.
Lo scrittore citò la terza legge di Keplero, ma si può dubitare che fosse un esperto d'astronomia, perché si conosce una sua lettera in cui ammise di aver scoperto solo allora che gli anni bisestili venivano ogni 4 anni, e non ogni 3, come aveva sempre creduto.
Ciò fu notato da I08543 Augustus de Morgan in {B-0070.00_.1872} “A budget of paradoxes” (London 1872) p. 79 ➤, ipotizzando che si fosse fatto aiutare dal suo amico matematico I25581 John Arbuthnot.
Però a parità di raggio orbitale, il periodo di rivoluzione dipende dalla massa del pianeta; fornendo questi parametri orbitali, Swift attribuì a Marte una massa circa 6 volte superiore a quella reale, cioè circa 2/3 di quella terrestre. Anche se a quel tempo non si conosceva la massa di Marte (e non si poteva misurarla) doveva sembrare evidente che un pianeta così piccolo non poteva avere una massa paragonabile a quella terrestre.
E' probabile che Swift (o chi per lui) non abbia fatto una previsione rigorosa, ma abbia soltanto scelto secondo il suo gusto il raggio e il periodo di un satellite (senza pensare alla verosimiglianza di queste cifre) e poi abbia calcolato i dati dell'altra luna con la terza legge di Keplero. I26205 K. Ludendorff [fonte sconosciuta] ha suggerito che per la scelta dei raggi orbitali si possa essere ispirato ai due satelliti più interni di Giove (conosciuti al tempo) che hanno raggi orbitali pari a 3.0 e 4.7 diametri planetari.
I26178 Roscoe Lamont in {A-0078.0033_.0328.19251000-0496_0499}, Popular Astronomy (1925) suggerì varie ipotesi sui ragionamenti che avrebbe potuto aver fatto Swift. Una è questa ➤.
Una distanza di 3 diametri marziani corrisponde a 22-23.000 km, stando alla stima del diametro di Marte che allora si faceva. Un satellite che gravitasse attorno alla Terra a quella distanza percorrerebbe l'orbita in 9-10 ore; Swift, non avendo idea di quale fosse la massa di Marte, può aver deciso di assumere 10 ore in cifra tonda, poi calcolando le 21.5 ore per l'altro satellite in base alla terza legge di Keplero. Chiaramente la previsione di Swift è curiosa, ma non ha nulla di magico.
In “The provenance of Swift” [Worlds of Tomorrow, 1, no. 6 (1964), pp. 88-95 ; The graduate journal, 7 (1965), pp. 235-343)] la storica dell'astronomia I01466 Lyle Gifford Boyd (Harvard College Observatory) formulò la tesi parodistica che Swift fosse un marziano trasportato sulla Terra.
Ecco un'altra famosa previsione dei satelliti di Marte. Ospite della I26090 marchesa du Châtelet nel castello di Cirey (a partire dal 1734), il celebre filosofo e letterato francese I25846 François Marie Arouet de Voltaire scrisse il romanzo breve satirico "Micromégas", che però pubblicò solo molti anni dopo (Londra [o Berlino] 1752). Il racconto parla di Micromégas, un gigantesco abitante della stella Sirio, alto qualcosa come 36 km. Cacciato dalla Corte del suo paese per le sue idee, inizia un viaggio fra le stelle ed i pianeti. Giunto su Saturno, fa amicizia con gli abitanti locali, alti "appena" 2 km, e con uno di essi fa un viaggio nel sistema solare. Inutile dire che l'incontro dei due giganti con i microscopici terrestri è per Voltaire lo spunto per gustose frecciate satiriche sulle manie di grandezza dell'uomo, che Micromégas scambia per una specie di insetto privo d'intelligenza. Quando la specie umana riesce a comunicare con lui, gloriandosi della sua civiltà, riesce solo ad entrare in contraddizione e a rendersi ancora più ridicola. Il brano che ci interessa qui riguarda il passaggio dei due viaggiatori vicino a Marte.
{B-0145.00_.1752} p. 34 ➤ Ma torniamo ai nostri Viaggiatori: uscendo da Giove essi attraversarono uno spazio di circa cento milioni di leghe, e costeggiarono il pianeta Marte, che come si sa è cinque volte più piccolo del nostro piccolo Globo. Essi videro due lune che servono a questo Pianeta, e che sono sfuggite agli sguardi dei nostri Astronomi. So bene che il Padre Castel scriverà anche abbastanza piacevolmente contro l'esistenza di queste due Lune, ma mi riferisco a quelli che ragionano per analogia. Questi buoni Filosofi sanno come sarebbe difficile che Marte che è così distante dal Sole, potesse tirare avanti con meno di due lune…
La frecciata era rivolta al matematico e fisico gesuita I26089 Louis Bertrand Castel, cartesiano e nemico della fisica newtoniana. Sicuramente Voltaire si era ispirato a Swift, che aveva incontrato nel suo soggiorno a Londra nel 1726-29.
Kindermann
Un satellite di Marte fu citato in alcune opere del tedesco I19797 Eberhard Christian Kindermann, matematico e cultore di astronomia (autodidatta), di cui si sa poco. Si ipotizza che sia nato intorno al 1715 a Weißenfels [Weissenfels in Sachsen-Anhalt], e alcuni suppongono che sia morto nella stessa città. Tuttavia, dopo la morte di I07520 Georg Moritz Lowitz (1722-1774) in Russia, si seppe che questo celebre astronomo si era spostato 3 volte, l'ultima volta a Saratov il giorno 8 [19 n.s.] ottobre 1772, con la figlia del Capitano Kindermann, una giovane vedova, che abitava in Russia. Si stabilì [non so con quale certezza] che si trattasse di Eberhard Christian Kindermann, che fra gli astronomi tradizionali si era reso malfamato (più che famoso) per le sue teorie assurde: a quanto pare, era diventato un capitano, e colono a Saratov. Con ricerche online sui registri parrocchiali, ho trovato che una persona apparentemente coincidente con il protagonista di questa sezione, ebbe almeno 4 figlie (3 a Dresda: 1741, 1744, 1747) e una a Berlino (1752). Non sono riuscito a trovare notizie su nessun matrimonio, ma la figlia del 1752 (Clara Sophia Charitas) potrebbe essere stata la moglie di Lowitz, sempre ammettendo che il suocero di questi fosse la stessa persona del satellite di Marte.
Comunque sia, questa premessa fa capire che questo personaggio fu preso sul serio solo all'interno di una stretta cerchia; ma, siccome riuscì a pubblicare diversi libri in pochi anni, gli ammiratori (e patroni) non gli dovettero mancare. I06244 Abraham Gotthelf Kästner scrisse: ➤ « Ciò nonostante, quest'uomo è stato per qualche tempo astronomo della Corte di Sassonia sotto la protezione, per quanto si dice, del Conte von H. al quale diceva la buona sorte, perché era anche astrologo. »
Si scrisse che il celebre astronomo dilettante tedesco I09313 Palitzsch fosse rimasto affascinato leggendo i libri di Kindermann.
Nel 1739 Kindermann pubblicò un piccolo libro anonimo con il chilometrico titolo:
{B-0194.00_.1739} "Reise in Gedancken [Viaggio Immaginario] durch die eröffneten allgemeinen Himmels-Kugeln: auf welcher alle von Gott erschaffene Welt-Cörper, sowohl deren Namen, Natur und Eigenschafften nach gantz genau betrauchtet ... / mit etlichen Kupffern versehen von Einem Christlichen Künstler" ➤
in cui speculava sui corpi del sistema solare. Rivelò di esserne l'autore in un libro stampato nel 1744:
"Vollständige Astronomie [Astronomia Completa], Oder: Sonderbare Betrachtungen derer vornehmsten an dem Firmament befindlichen Planeten und Sternen: So wohl ihren Nahmen, Bedeutung und Situation nach, als auch was etwan von einer jeden dieser sichtbaren Himmels-Kugeln vor Meynungen von verschiedenen Auctoribus geheget". Ristampa del 1747 {B-0192.00_.1747} ➤
Si qualificò come matematico e cultore di astronomia, e in una introduzione, firmata Dresda 10 giugno 1744, informò che lavorava come segretario in quella città e che aveva studiato al Gymnasium illustre Augusteum di Weissenfels (sembra che, per problemi economici, non sia riuscito a completare gli studi).
Comunque sia, questa premessa fa capire che questo personaggio fu preso sul serio solo all'interno di una stretta cerchia; ma, siccome riuscì a pubblicare diversi libri in pochi anni, gli ammiratori (e patroni) non gli dovettero mancare. I06244 Abraham Gotthelf Kästner scrisse: ➤ « Ciò nonostante, quest'uomo è stato per qualche tempo astronomo della Corte di Sassonia sotto la protezione, per quanto si dice, del Conte von H. al quale diceva la buona sorte, perché era anche astrologo. »
Si scrisse che il celebre astronomo dilettante tedesco I09313 Palitzsch fosse rimasto affascinato leggendo i libri di Kindermann.
Nel 1739 Kindermann pubblicò un piccolo libro anonimo con il chilometrico titolo:
{B-0194.00_.1739} "Reise in Gedancken [Viaggio Immaginario] durch die eröffneten allgemeinen Himmels-Kugeln: auf welcher alle von Gott erschaffene Welt-Cörper, sowohl deren Namen, Natur und Eigenschafften nach gantz genau betrauchtet ... / mit etlichen Kupffern versehen von Einem Christlichen Künstler" ➤
in cui speculava sui corpi del sistema solare. Rivelò di esserne l'autore in un libro stampato nel 1744:
"Vollständige Astronomie [Astronomia Completa], Oder: Sonderbare Betrachtungen derer vornehmsten an dem Firmament befindlichen Planeten und Sternen: So wohl ihren Nahmen, Bedeutung und Situation nach, als auch was etwan von einer jeden dieser sichtbaren Himmels-Kugeln vor Meynungen von verschiedenen Auctoribus geheget". Ristampa del 1747 {B-0192.00_.1747} ➤
Si qualificò come matematico e cultore di astronomia, e in una introduzione, firmata Dresda 10 giugno 1744, informò che lavorava come segretario in quella città e che aveva studiato al Gymnasium illustre Augusteum di Weissenfels (sembra che, per problemi economici, non sia riuscito a completare gli studi).
Nel libro del 1744 discusse la possibile esistenza di un satellite di Marte, ma poco dopo, il 10 luglio, si illuse di averlo scoperto! Subito pubblicò a Berlino un libretto di 30 pagine:
{B-0277.00_.1744} "Die Geschwinde Reise auf dem Lufft-Schiff nach der obern Welt, welche jüngsthin fünff Personen angestellet um zu erfahren, ob es eine Wahrheit sey, dass der Planet Mars den 10. Jul. dieses Jahres das erste Mahl, so lange die Welt stehet, mit einem Trabanten oder Mond erschienen? Der untern Welt zu curieuser Gemüths-Ergötzung und Versicherung dieser Begebenheit mitgetheilet durch die allgemeine Fama." [Il veloce viaggio dell’aeronave verso il mondo superiore, che molto recentemente 5 persone hanno fatto per vedere se è vero che il 10 luglio di quest'anno, il pianeta Marte appariva con un satellite o luna per la prima volta da quando esiste il mondo? ....] Nella prefazione, Kindermann scrisse che il satellite era stato scoperto la mattina del 10 luglio fra le 3 e le 4, con un Tubo di sua costruzione. Riuscì a seguire l'astro solo per una parte della sua orbita, prima che si spostasse dietro il pianeta. Lo segnò anche in una barocca e fantasiosa illustrazione, l'unica del libro (vedi a lato). |
Tale opera viene considerata il primo romanzo di fantascienza in lingua tedesca. La novella è corredata da argomentazioni scientifiche: la carta del cielo, il calcolo della distanza Marte-Terra, la teoria del vuoto. Ha uno stile barocco con allegorie tratte dalla mitologia greco-romana e riferimenti religiosi (protestanti). Marte è rappresentato come un'utopia religiosa in cui gli abitanti comunicano direttamente con Dio, senza l'intercessione della Bibbia. Il viaggio è compiuto da cinque uomini (Auditus, Visus, Odor, Gustus, Tactus) con una specie di imbarcazione a remi sospesa a dei palloni. Le straordinarie scoperte vengono riferite alla Terra da un'angelo, Fama.
Due anni dopo Kindermann pubblicò un opuscolo di 10 pagine dal titolo:
{B-0193.00_.1746} "Eberhard Christian Kindermanns, Königl. Pohl. und Churfürstl. Sächszl. Hof-Math. und Astronomi, Astronomische Beschreibung und Nachricht von dem Cometen 1746. Und denen noch kommenden, welche in denen innen besagten Jahren erscheinen werden. Dreszden, zu finden bey Gottlob Christian Hilschern, Hof-Buchhändler, 1746." ➤ Kindermann aveva compiuto un salto di qualità, potendosi fregiare della qualifica Matematico primario e astronomo del Principe Elettore di Sassonia, Re di Polonia (si tratta di Federico Augusto II Elettore di Sassonia = Augusto III di Polonia, 1696-1763). Questo libro parla della scoperta di una cometa e la tavola posta all'inizio contiene una piccola figura dell'orbita del satellite, con l'iscrizione "Via Luna Martis entdectet vom Autore den 10. Iul: 1744". Sul pianeta sono segnate delle macchie, simili a quelle di segnate da Cassini; il satellite, a 2.5 raggi dal centro del pianeta, ha un diametro di circa 4/10 di questo, ed entrambe i corpi sono provvisti di atmosfera. Con ogni probabilità Kindermann fu ingannato da quelle immagini "fantasma" che si formano per una riflessione spuria, che fa apparire, di fianco al pianeta, una sua replica rimpiccolita. Le estese atmosfere che attribuisce a corpi sono forse frutto della sfocatura delle immagini. |
All'interno non si fa alcuna menzione del satellite, ma la cometa viene battezzata 'Hetor'. Almeno quella ebbe conferma? No. Anche quell'osservazione si rivelò strampalata. Nella sua "Cometographie" (1784) I09751 Pingré scrisse:
{B-0163.00_.1784} p. ➤ 1746. Éberhard-Cristian Kindermanns, astronomo del re di Polonia, elettore di Sassonia, vide il 2 febbraio, un'ora prima di mezzanotte, una cometa nella testa della Medusa. All'occhio nudo appariva come una stella di seconda grandezza, senza coda; con il telescopio si scopriva la coda. Il 20 febbraio, alle 10, la cometa era nella gamba destra del Pegaso; il 21 fu sotto la Lira, il 22 nella testa di Ercole, il 23 nella sua coscia, il 24 nella spalla sinistra del Serpentario; il 25 essa attraversò l'eclittica a 220 gradi di latitudine; il 27 sparì fra la Vergine e la Bilancia. Struyck ha tratto questo dettaglio da una una lettera a lui scritta da Kindermanns, datata Dresda 20 febbraio 1748: nota con ragione che il percorso che ha fatto tenere alla cometa non è molto regolare. Aggiunge che anche altri hanno visto questa cometa. In in un'opera, citata da Stryck, Kindermanns ha reso conto al Pubblico delle sue osservazioni. [Struyck 1753 p.91, 92]
Penso che Pingré non sia reso conto che il 'Kindermanns' presente del titolo significa 'di Kindermann'. Cita il libro {B-0613.00_.1753} "Vervolg van de beschrijving der staartsterren en nadere ontdekkingen omtrent den staat van´t menselyk geslagt" (1753) ➤ di I12009 Nicolaas Struyck, che tratta di comete.
Nel 1747 Kindermann pubblicò un nuovo trattato di astronomia, "Collegium Astronomicum, Als der Andere Theil, Oder Erklärung seiner Teutschen Astronomie" (1747); esso fu stampato rilegato insieme a “ Vollständige Astronomie” del 1744; fra i due si trova una tavola dei pianeti con segnato il satellite di Marte ➤. Finalmente, nel testo Kindermann si riferì esplicitamente al satellite di Marte:
Nel 1747 Kindermann pubblicò un nuovo trattato di astronomia, "Collegium Astronomicum, Als der Andere Theil, Oder Erklärung seiner Teutschen Astronomie" (1747); esso fu stampato rilegato insieme a “ Vollständige Astronomie” del 1744; fra i due si trova una tavola dei pianeti con segnato il satellite di Marte ➤. Finalmente, nel testo Kindermann si riferì esplicitamente al satellite di Marte:
{B-0192.00_.1747} ➤ 'Luna Martis' compie una rivoluzione attorno a Marte in 59 ore 50 minuti e 6 secondi
{B-0192.00_.1747} ➤ nuova scoperta di una Luna Martis, un'altra volta osservata l'8 ottobre 1744
{B-0192.00_.1747} ➤ Siccome io, l'autore, ho notato un satellite di Marte e l'ho già reso noto al mondo degli studiosi; così gli abitanti di Marte avranno dal loro Corpo Lunare gli stessi cambiamenti della nostra Luna, avranno eclissi solari e lunari, e la Terra per loro sarà stella della sera e del mattino.
Confrontando le "osservazioni" del 10 luglio e dell'8 ottobre 1744, l'ineffabile Kindermann fu in grado di ricavare il periodo di rivoluzione.
Non so chi per primo stampò un commento su questa falsa scoperta.
Posso solo citare una tarda segnalazione in {B-0278.02_.1892} "Handbuch der Astronomie - ihrer Geschicht un Litteratur" (1892) di I13475 Rudolf Wolf: p. 454 ➤ « ma il suocero di Lowitz, il capitano Kindermann di Dresda, in tempi più recenti fu fervente nella ricerca di tali lune. Realmente credette di aver trovato il 10 luglio 1744 una Luna con un tempo periodico di 59h 50m 6s, aggiunta nel suo "Collegium astronomicum. Dresden 1747 in 4." con l'enfatico [bombastichen] titolo "Das Kindermannische mir einem Planetem vermehrte Welt-Systema" nella tavola iniziale. »
Anche l'inglese I02569 Ralph Copeland in due articoli, {A-0075.0052_.0007.18920513-0493_0494} ➤ e {A-0072.0015_.0189.18920600-0233_0246} ➤ parlò delle "scoperte" di Kindermann.
Non so chi per primo stampò un commento su questa falsa scoperta.
Posso solo citare una tarda segnalazione in {B-0278.02_.1892} "Handbuch der Astronomie - ihrer Geschicht un Litteratur" (1892) di I13475 Rudolf Wolf: p. 454 ➤ « ma il suocero di Lowitz, il capitano Kindermann di Dresda, in tempi più recenti fu fervente nella ricerca di tali lune. Realmente credette di aver trovato il 10 luglio 1744 una Luna con un tempo periodico di 59h 50m 6s, aggiunta nel suo "Collegium astronomicum. Dresden 1747 in 4." con l'enfatico [bombastichen] titolo "Das Kindermannische mir einem Planetem vermehrte Welt-Systema" nella tavola iniziale. »
Anche l'inglese I02569 Ralph Copeland in due articoli, {A-0075.0052_.0007.18920513-0493_0494} ➤ e {A-0072.0015_.0189.18920600-0233_0246} ➤ parlò delle "scoperte" di Kindermann.
§ I01466 I02089 I02569 I02995 I06244 I06347 I07520 I08543 I09313 I09751 I10311 I12009 I13475 I13483 I18327 I19797 I25581 I25846 I25864 I25934 I26089 I26090 I26178 I26205
§ {A-0072.0015_.0189.18920600-0233_0246} {A-0075.0052_.0007.18920513-0493_0494} {A-0078.0033_.0328.19251000-0496_0499}
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