Si prevedeva che il pianeta si sarebbe reso visibile verso settembre, e von Zach ebbe cura di pubblicare (per la prima volta) le osservazioni di Piazzi, dopo le correzioni degli errori: "Fortgesetzte Nachrichten über den längst vermutheten neuen Haupt-Planeten unseres Sonnen-Systems", Monatliche Correspondenz, 4, pp. 279-283 {A-0007.0004_.0009.18010900-0279_0283} (settembre 1801). ➤
Bode tracciò una carta a grande scala delle costellazioni del Cancro e del Leone (dove doveva riapparire l'astro in settembre) inserendo tutte le stelle del suo catalogo e tracciando le varie orbite apparenti che aveva calcolato. Compì ricerche a partire dalle 2 o 3 del mattino, durante settembre, ottobre, novembre e dicembre, ogni volta che il clima e la Luna glielo permisero. Usò dei cannocchiale di Dollond da 2 piedi e da 3 piedi e mezzo (ingrandente 50 volte), esplorando il Leone e la parte occidentale della Vergine, e talvolta scambiò delle piccole stelle telescopiche per il pianeta. La difficoltà era che non si poteva pensare di riconoscere l'oggetto percependo un disco, ma solo individuando il suo movimento.
Il 15 settembre credette di aver compiuto l'impresa, poiché non era riapparsa una piccola stella che aveva intravisto il giorno prima; la foschia gli impedi di continuare l'osservazione la mattina del 15. Avrebbe dovuto aspettare la mattina dopo (che gli avrebbe mostrato l'errore) ma, siccome era il giorno di ritiro della posta, non seppe resistere all'impulso di avvertire Olbers del suo sospetto. Dopo la disillusione, con la {L-02306} del 19 settembre scrisse ad Olbers di augurarsi che non avesse sparso la voce. Però lui aveva avvertito Zach, che prese la cosa molto sul serio, e il giorno 23 si affrettò a scrivere al Duca di Gotha, Ernst II: «... non esito un minuto ad annunciare che la stella vista da Bode è in nuovo pianeta Hera e quindi oso dare a Vostra Altezza questa novità come un fatto certo.» Questo si dice osare. Quasi un mese dopo, nella {L-01582} del 17 ottobre, Zach scrisse a Lalande che il giorno 19 "Baudet" aveva lanciato l'allarme. Lui, David e Bürg cercarono, ma non videro niente. Con la successiva posta, arrivò la smentita di Bode; Zach scrisse a Lalande che l'aveva insultato per averlo allarmato inutilmente (ma non scrisse che lui a sua volta aveva allarmato il Duca, ed era questo che gli bruciava).
Il 18 ottobre Zach scrisse a Bode:
Bode tracciò una carta a grande scala delle costellazioni del Cancro e del Leone (dove doveva riapparire l'astro in settembre) inserendo tutte le stelle del suo catalogo e tracciando le varie orbite apparenti che aveva calcolato. Compì ricerche a partire dalle 2 o 3 del mattino, durante settembre, ottobre, novembre e dicembre, ogni volta che il clima e la Luna glielo permisero. Usò dei cannocchiale di Dollond da 2 piedi e da 3 piedi e mezzo (ingrandente 50 volte), esplorando il Leone e la parte occidentale della Vergine, e talvolta scambiò delle piccole stelle telescopiche per il pianeta. La difficoltà era che non si poteva pensare di riconoscere l'oggetto percependo un disco, ma solo individuando il suo movimento.
Il 15 settembre credette di aver compiuto l'impresa, poiché non era riapparsa una piccola stella che aveva intravisto il giorno prima; la foschia gli impedi di continuare l'osservazione la mattina del 15. Avrebbe dovuto aspettare la mattina dopo (che gli avrebbe mostrato l'errore) ma, siccome era il giorno di ritiro della posta, non seppe resistere all'impulso di avvertire Olbers del suo sospetto. Dopo la disillusione, con la {L-02306} del 19 settembre scrisse ad Olbers di augurarsi che non avesse sparso la voce. Però lui aveva avvertito Zach, che prese la cosa molto sul serio, e il giorno 23 si affrettò a scrivere al Duca di Gotha, Ernst II: «... non esito un minuto ad annunciare che la stella vista da Bode è in nuovo pianeta Hera e quindi oso dare a Vostra Altezza questa novità come un fatto certo.» Questo si dice osare. Quasi un mese dopo, nella {L-01582} del 17 ottobre, Zach scrisse a Lalande che il giorno 19 "Baudet" aveva lanciato l'allarme. Lui, David e Bürg cercarono, ma non videro niente. Con la successiva posta, arrivò la smentita di Bode; Zach scrisse a Lalande che l'aveva insultato per averlo allarmato inutilmente (ma non scrisse che lui a sua volta aveva allarmato il Duca, ed era questo che gli bruciava).
Il 18 ottobre Zach scrisse a Bode:
Zach a Bode, 18 ottobre 1801, {L-00225} I13680 I01252 D18011018
Bode: {B-0047.00_.1802} p. 52 ➤ Il 18 ottobre il Barone von Zach mi scrisse da Gotha quanto segue: Grazie per la comunicazione del foglio stampato delle osservazioni di Piazzi; ... e le notifico allo stesso tempo, anche che Piazzi mi ha mandato il suo trattato stampato attraverso Vienna. Anche lui crede che il pianeta non sarà visto prima di novembre. Le ultime notizie da Parigi non riportano niente su Ceres. Méchain mi scrisse, che mi avrebbe scritto subito, quando l'avesse trovato; gli ho promesso di fare lo stesso. Con il mio eccellente strumento dei passaggi spero per il nostro bene di mettermi sulle sue tracce, o non lo troveremo più; nel frattempo sono impegnato a dargli la caccia, quando il clima lo permette. Ceres deve essere il nome del pianeta, io ne sono soddisfatto. Evidentemente Piazzi ha il diritto di battezzare suo figlio, e il nome è del tutto appropriato.
Il dott. Olbers, uno dei Poliziotti Celesti, deve essere onorato per l'impegno nel calcolo dell'orbita, ma i risultati più notevoli furono ottenuti da Gauss.
Karl Friedich Gauss (1777-1855) a 23 anni era già un genio matematico. Si dice che l'idea di ideare un nuovo metodo di calcolo delle orbite gli sia venuta nel corso di una conversazione con il suo patrono, l'insegnante ed amico Eberhard August Wilhelm Zimmermann (1743-1815), professore di matematica, fisica e storia naturale al Collegiun Carolinum di Brunswick (dove Gauss stava lavorando alla teoria dei numeri). Sebbene impegnato a fondo in ricerche di matematica pura ed alla Teoria della Luna, Gauss fu interessato dal resoconto della scoperta di Piazzi apparso nel settembre 1801 su Monatliche Correspondenz; accantonò temporaneamente gli altri lavori e cercò di calcolare un'orbita soddisfacente.
Nella prefazione del suo celeberrimo trattato, {B-0171.00_.1809} "Theoria motus corporum coelestium" (1809) si legge:
Karl Friedich Gauss (1777-1855) a 23 anni era già un genio matematico. Si dice che l'idea di ideare un nuovo metodo di calcolo delle orbite gli sia venuta nel corso di una conversazione con il suo patrono, l'insegnante ed amico Eberhard August Wilhelm Zimmermann (1743-1815), professore di matematica, fisica e storia naturale al Collegiun Carolinum di Brunswick (dove Gauss stava lavorando alla teoria dei numeri). Sebbene impegnato a fondo in ricerche di matematica pura ed alla Teoria della Luna, Gauss fu interessato dal resoconto della scoperta di Piazzi apparso nel settembre 1801 su Monatliche Correspondenz; accantonò temporaneamente gli altri lavori e cercò di calcolare un'orbita soddisfacente.
Nella prefazione del suo celeberrimo trattato, {B-0171.00_.1809} "Theoria motus corporum coelestium" (1809) si legge:
p. viii ➤ Nel mese di settembre 1801, occupato allora da un lavoro del tutto differente, mi erano venute alcune idee che sembravano dovermi condurre alla soluzione del grande problema di cui ho parlato. Non è raro, in un caso del genere, che, per non distrarci troppo da una ricerca interessante, noi lasciamo dissipare un insieme di idee che, esaminate con maggiore attenzione, potrebbero fornire dei risultati fecondi. La stessa sorte avrebbe potuto essere riservata alle mie idee se esse non fossero molto fortunatamente arrivate in un tempo certamente più favorevole di qualsiasi altro perché esse fossero conservate e coltivate. Verso la stessa epoca, in effetti, la voce del nuovo pianeta scoperto il primo gennaio di quell’anno nel telescopio di Palermo volava di bocca in bocca, e le osservazioni di quest’astro fatte da quella data fino all’11 febbraio dall’eminente Piazzi divennero pubbliche. Non troviamo certo in alcuna parte degli annali dell’astronomia un’occasione così seria, e se ne può appena immaginare una così grave per far avvertire nel modo più vivo l’importanza di questo problema, che questa circostanza imperiosa in cui ogni speranza di ritrovare nel cielo questo atomo planetario, in mezzo ad innumerevoli stelle dopo che era passato quasi un anno, dipendeva unicamente dalla conoscenza sufficientemente approssimata dell’orbita stabilita su un così piccolo numero di osservazioni. Avrei potuto mai esperimentare più a proposito il valore pratico delle mie teorie che che usandole allora alla determinazione dell'orbita di Ceres, di questo pianeta che descrisse solamente un'arco geocentrico di tre gradi nello spazio di questi 41 giorni e che, passato un anno, dovette essere cercato in un punto della volta celeste molto lontano da questo arco? La prima applicazione di questa teoria fu fatta nel mese di ottobre 1801, e la prima notte serena nella quale il pianeta fu cercato, secondo le posizioni fornite fornite da questo metodo, restituì il disertore alle osservazioni.
Il metodo descritto nel libro era ben diverso, e molto superiore, a quello usato da Gauss in quella prima occasione. L'articolo {A-0007.0004_.0012.18011200-0638_0649} "Fortgesetze Nachrichten über den längst vermutheten neuen Haupt-Planeten unseres Sonnes-Systems", Monatliche Correspondenz, 4, pp. 638-649 (dic. 1801) ➤ riportò tre successive determinazioni di Gauss, che ridussero gli errori osservazione-calcolo ad un massimo di pochi secondi d'arco: un risultato sorprendente, rispetto alle stime precedenti. Sin da subito il metodo di Gauss si rivelò innovativo, fornendo delle posizioni differenti anche di 6-7° da quelle calcolate in precedenza.
Gauss aveva iniziato a fornirgli delle buone orbite già a novembre; Zach subito avvisò Bode, Lalande e Piazzi che la zona di ricerca doveva essere spostata molto più ad est. Fu importante anche il ruolo di Olbers, anche lui in stretto contatto di Gauss. Purtroppo, tutti gli osservatori tedeschi si lamentarono del tempo atmosferico estremamente sfavorevole.
In quel tempo, Piazzi non sapeva niente di questi analisi, e stava cercando con orbite calcolate da lui e da Burckhardt:
Gauss aveva iniziato a fornirgli delle buone orbite già a novembre; Zach subito avvisò Bode, Lalande e Piazzi che la zona di ricerca doveva essere spostata molto più ad est. Fu importante anche il ruolo di Olbers, anche lui in stretto contatto di Gauss. Purtroppo, tutti gli osservatori tedeschi si lamentarono del tempo atmosferico estremamente sfavorevole.
In quel tempo, Piazzi non sapeva niente di questi analisi, e stava cercando con orbite calcolate da lui e da Burckhardt:
Piazzi a Oriani, 6 novembre 1801, {L-00945} I09696 I09199 D18011106
Piazzi: {B-0308.00_.1874} p. 54 ➤ Spero che da più tempo vi saranno giunte le due mie lettere che vi scrissi in luglio ed in agosto (2), colla Memoria che vi mandai in settembre. Li 3 e 4 del corrente, essendo il tempo bellissimo, si è da me tentato di ricercare la nuova stella; e come non ho nè macchina parallatica, nè equatoriale, ho impiegato gli azzimuti e le distanze dallo zenit, calcolati secondo gli elementi del signor Burckhardt e miei. Con quei di Burckhardt ho trovato una stelluccia, che per 24 ore mi fece sperare che fosse la mia; ma, replicate le osservazioni, essa conservava la stessa A. R. e declinazione, cioè 10h 51m 8s e 73° 50' 40” di distanza polare. Avete voi ritrovato niente? Ne comincio fortemente a dubitare. Intanto, per non lasciar niente d’intentato, ho calcolato le sue A. R. e distanze polari per tutto il mese di dicembre, nel quale dovrebbe passare al meridiano un'ora prima circa del nascere del Sole. Se voi avete rettificati gli elementi, vi prego di comunicarmeli subito, onde non perda inutilmente il tempo. Ultimamente mi ha scritto La Lande, avvisandomi che vi ha spedito un involto di libri per me; al medesimo vi prego di unire le vostre Effemeridi dal 1797 in poi, l'ottavo tomo delle Memorie della Società italiana e gli Opuscoli, e spedirgli a Genova, perchè mi vengano rimessi il più presto. Avvisatemi a chi possa dirigere in Genova un barile di vino che penso mandarvi e che mi lusingo sarete per gradire. La mia salute va meglio. Fate i miei complimenti ai vostri colleghi ed all’ab. Testa, e conservatemi la cara amicizia vostra. NOTA: (2) Sono Ie due precedenti, le cui date sono certamente 8 agosto e 25 agosto, giunte a Milano il 4 e il 18 settembre, come risulta dai bolli postali.
Il 16 novembre Zach diede a Bode un'importante notizia:
Zach a Bode, 16 novembre 1801, {L-00201} I13680 I01252 D18011116
Bode: {B-0047.00_.1802} p. 58 ➤ Il 16 novembre ricevetti dal Barone v. Zach una lettera con il seguente contenuto: Fedele alla mia promessa, io continuo a darle notizie di tutto quanto riguarda il nuovo pianeta. Questa volta sono i nuovi elementi ellittici dell'orbita, del D. Gauss a Braunschweig, che sono importanti perché specificano una posizione del pianeta da 6 a 7° differente da quella dei nostri precedenti elementi circolari e dall'ellisse di Burkhardt. Si deve ora estendere la regione d'esame nel cielo ancora più a est, e siccome molti astronomi potrebbero trascurarli per gli elementi precedenti, ho fretta di informarla di questo. L'ellisse di Gauss deve ispirare diducia, se concorda con le osservazioni di Piazzi. Le differenze con le posizioni calcolate dall'ellisse di Gauss si comportano così:[...] Non si può dire diversamente. che questa ellisse non potrebbe essere migliore. Ecco gli elementi: [...] Per poter calcolare in anticipo il luogo del pianeta per il mese di novembre e dicembre, ho calcolato gli ulteriori dati e formule de cui uso la informo: [...]
Il 7 dicembre Zach fu il primo ad osservare Cerere, ma questo rimase solo un sospetto per circa 3 settimane. Il giorno dopo, Piazzi chiese notizie a Bode:
Piazzi a Bode, 8 dicembre 1801, {L-00198} I09696 I01252 D18011208
Bode: {B-0047.00_.1802} p. 64 ➤ L'8 dicembre ricevetti una lettera dal Sig. Piazzi, in cui c'era fra l'altro quanto segue: Avete trovato la mia stella? Il 2 novembre l'ho cercata mediante gli azimuth e le distanze zenitali, e per 24 ore pensai di averla presa; solo che il giorno 3 questa stella aveva la stessa A. R. 162° 47' e declinazione 16° 19' della sera precedente. Da quel momento fino ad ora, pioggia, vento e nuvole mi hanno impedito di effettuare ulteriori ricerche. Nel frattempo non sono così facilmente scoraggiato, anche se inizio a dubitare molto, che la mia piccola stella sia in relazione con la famosa cometa del 1770.
Bode non ebbe fortuna nelle sue ricerche, ma fu il primo ad avere la prima notizia di un ritrovamento, però non da Zach, ma da Olbers:
{B-0047.00_.1802} p. 67 ➤ Dal 18 sino all'ultimo di Dicembre qui abbiamo avuto una persistente aria nuvolosa, con tempeste di neve e gelo, in modo che nessuna ricerca del Cerere poteva essere pensata. Ma nella notte di capodanno improvvisamente schiarì alle ore 10, con l'arrivo di una forte gelata. A mezzanotte osservai ancora con il mio telescopio l'area del Leone, dove il Prof. Huth aveva osservato la sua stella in movimento, ma invano. Il primo gennaio osservai ancora una volta, con un'aria serena, la regione dove Cerere era prevista, ma senza un felice successo. Questo fu il caso anche della notte fra il 5 e il 6 gennaio.
In data Brema, 6 gennaio, il Dott. Olbers ebbe l'amichevole compiacenza, di segnalarmi la seguente importante notizia: [Bode: ricevetti questa lettera {L-00228} il 12 gennaio] «Con il più grande piacere condivido con lei la piacevole notizia, che finalmente il primo gennaio ho rivisto per la prima volta Cerere così a lungo cercata, così esattamente nell'anniversario della scoperta; l'ho riconosciuta il giorno 2 dal suo movimento, e alla fine mi sono convinto questa mattina della certezza della mia scoperta. Probabilmente ha già trovato questo piccolo pianeta [Bode: non fu questo il caso] perché è molto bello da vedere adesso. La rendo partecipe dei dettagli della mia scoperta. Dopo molti giorni offuscati, la notte dal 1 ° al 2 gennaio è stata finalmente abbastanza chiara. Così cercai con un eccellente cercatore di comete nell'area tra β Leonis e ς Virginis, in cui doveva trovarsi Cerere, e segnai ad occhio tutte le piccole stelle non osservate da Lalande nella mia piccola carta (preparata in precedenza). Il 2 gennaio fu ancora chiaro, e vidi con felice sorpresa, che una delle stelle registrate non lontano al No. 20 Virgo e vicino al No. 191 del vostro catalogo aveva cambiato la sua posizione. La confrontai immediatamente con il micrometro circolare alla 191, determinando così la sua ascensione retta 185° 9′, declinazione nord 11° 7′ alle 11 h 58m 36s tempo medio. Cerere brillava come una stella di nona grandezza. Con l'ingrandimento di 106x nel mio Dollond, non riuscii ancora a distinguerla da una stella fissa. Con impazienza attesi la prossima notte chiara. Fu nuvoloso fino alle 5 di questa mattina. Ho trovato Cerere spostata, come voleva la teoria. In quel momento era vicina alla No. 208 del vostro catalogo. Le osservazioni sul micrometro circolare non hanno tutte avuto successo, ma da una di esse ho calcolato per le 5h 30m di mattina l'ascensione retta di Cerere 185° 43', declinazione nord 11° 8'. Quindi finalmente l'esistenza di questo ottavo pianeta primario è completamente dimostrata, e la vostra congettura è stata coronata dal più felice successo. Io le auguro sinceramente fortuna. La posizione trovata di Cerere concorda abbastanza bene con la prima ellisse del signor D. Gauss.
Olbers a Bode, 15 gennaio 1802, {L-01605} I09147 I01252 D18020115
***: {A-0008.1805_.0000.18020000-0098_0102} p. 100 ➤ Sono stato il primo a riscoprirla, almeno nella Germania settentrionale; appare di 8-9a grandezza, ma non sono riuscito a vedere chiaramente il disco con 180 e 240 ingrandimenti: che abbia un'atmosfera che riflette la luce del Sole? Ammiro gli elementi ellittici di Gauss, che hanno dato mezzo grado in più di AR, e 12' in meno di Decl. È un onore per Gauss e Piazzi; quest'ultimo ha il diritto di chiamarla Ceres.
In quello stesso giorno, Bode scrisse a Olbers per complimentarsi, e avvertì anche Piazzi. Il 14 fece un rapporto all'Accademia, scrisse ai giornali e ad Accademie straniere. Il 15 gennaio dopo una gelata vide 3 stelle che formavano un triangolo, una delle quali poetva essere il pianeta; il 19 avvertì Olbers {L-01753}, e la risposta di questi ({L-01615} del 26) confermò l'osservazione.
Nello stesso periodo, von Zach non era rimasto inattivo. Nel dicembre 1801 aveva pubblicato la soluzione di Gauss: "Fortgesetzte Nachrichten über den längst vermutheten neuen Haupt-Planeten unseres Sonnen-Systems", Monatliche Correspondenz IV, pp. 638-649 {A-0007.0004_.0011.18011100-0638_0649}. Partendo dalle effemeridi calcolate dal matematico di Brunswick, indirizzò le sue continue osservazioni nella costellazione della Vergine. Dopo molti giorni di cielo coperto, finalmente la notte fra il 7 e l'8 dicembre fu serena. Determinò 4 stelle da tenere sotto controllo, ma il cielo ancora una volta impedì l'osservazione. La successiva occasione si ripresentò il giorno 18, ma il cielo non era limpido, e non concluse niente. Pubblicò queste notizie nel fascicolo {A-0007.0005_.0001.18020100-0089_0095} che uscì nel gennaio 1802, con solo una tenue speranza che fra le stelle osservate il 7 dicembre ci fosse il pianeta. Finalmente, nel fascicolo di febbraio, potè dare la trionfale notizia:
Nello stesso periodo, von Zach non era rimasto inattivo. Nel dicembre 1801 aveva pubblicato la soluzione di Gauss: "Fortgesetzte Nachrichten über den längst vermutheten neuen Haupt-Planeten unseres Sonnen-Systems", Monatliche Correspondenz IV, pp. 638-649 {A-0007.0004_.0011.18011100-0638_0649}. Partendo dalle effemeridi calcolate dal matematico di Brunswick, indirizzò le sue continue osservazioni nella costellazione della Vergine. Dopo molti giorni di cielo coperto, finalmente la notte fra il 7 e l'8 dicembre fu serena. Determinò 4 stelle da tenere sotto controllo, ma il cielo ancora una volta impedì l'osservazione. La successiva occasione si ripresentò il giorno 18, ma il cielo non era limpido, e non concluse niente. Pubblicò queste notizie nel fascicolo {A-0007.0005_.0001.18020100-0089_0095} che uscì nel gennaio 1802, con solo una tenue speranza che fra le stelle osservate il 7 dicembre ci fosse il pianeta. Finalmente, nel fascicolo di febbraio, potè dare la trionfale notizia:
{A-0007.0005_.0002.18020200-0170_0184} p. 170 Finalmente, il nuovo pianeta primario del sistema solare, con tanto sforzo, con instancabile diligenza e zelo ricercato da tutti gli astronomi nell'intera Europa, scoperto per la prima volta dal Prof. Piazzi a Palermo un anno fa, dubitato da alcuni, da altri atteso, come un granellino di sabbia sulla spiaggia, è stato felicemente riscoperto e trovato. I lettori di M. C., senza saperlo, da quattro settimane sono stati già in possesso della prima osservazione di questo pianeta primario esistente tra Marte e Giove, perché la nostra osservazione di una stella, da noi indicata Nro. 1, e che avevamo indicato nel precedente numero di gennaio del nostro M.C. pag. 90 come uno straniero molto sospetto, era in verità nient'altro, che il nuovo, tanto atteso astro di Piazzi, Ceres Ferdinandea stesso.
Già il 17 dicembre ebbi il primo sospetto, che la stella di decima grandezza osservata il 7 dicembre, Nro. 1, potesse essere nient'altro che il pianeta cercato. Ma poi il cielo non fu molto chiaro e un po' striato, e mancavano altre piccole stelle fisse della stessa grandezza nel telescopio meridiano: così non fui molto sicuro di quella cosa. Quindi non volli, come era già successo, dare un allarme alla cieca, e mantenni in serbo questa ipotesi in attesa di un clima più favorevole. Soltanto al Serenissimo Fondatore del Tempio d'Urania a Seeberg [Duca di Gotha Ernst II], e al qui presente e vivente all'Osservatorio, prof. Bürg svelai i miei segreti (come richiesto dal mio dovere); solo ad un amico esterno, il Consigliere Superiore d'Appello barone von Ende a Celle, diedi un velato messaggio. Dietro consiglio di quest'ultimo, per prendere possesso della data della prima scoperta, ridussi questo estraneo, come se fosse davvero Cerere, calcolando la sua ascensione retta apparente, con il tempo medio di osservazione associato, e quindi trattandolo come un pianeta, come si può vedere a p. 92 del precedente fascicolo di M. C. L'osservazione ivi citata è calcolata così esattamente, che non potrei ridurla meglio e più accuratamente, da quando ho deciso, che questa stella era il nuovo pianeta che stavo cercando.
Dal 17 al 27 non fu sereno. Pertanto, non potei confermare i miei sospetti prima della conclusione del fascicolo di gennaio di M. C. (il 27 dicembre); quindi dovetti, per non fuorviare gli altri, limitarmi a raccomandare il sospetto ospite all'attenzione degli astronomi che godevano di cieli più favorevoli.
La notte dal 31 dicembre al 1 gennaio 1802, divenne di nuovo serena con l'inizio della forte gelata, e ebbi la piena certezza quella notte, che la stella Nro.1 osservata il 7 dicembre non era più presente, ma aveva lasciato il suo posto. Non rimaneva più alcun dubbio, che quella piccola stella osservata il 7 dicembre, non fosse altro che Ceres Ferdinandea, poiché il suo moto e la sua posizione si adattavano quasi esattamente nell'ellisse di Gauss, sulla base di cui avevo fatto un'ottima caccia di questa vagabonda.
Ma quella notte, pur non osservando più la stella Nro.1, ne osservò delle altre, che gli fecero sorgere dei dubbi; li potè risolvere solo il giorno 10. Ad ulteriore conferma, il giorno successivo ricevette una lettera di Olbers (del giorno 6) che annunciava le sue osservazioni del primo gennaio (di cui ho già parlato).
Il 14 gennaio 1802 von Zach scrisse ad Oriani {L-00205}, ma questi passò circa due mesi (dicembre 1801-gennaio 1802) alla consulta di Lione, e per molte settimane non ricevette le lettere di Piazzi e Zach (mandando in crisi entrambi). Dopo il suo ritorno, scrisse a Zach (10 febbraio) {L-02096} e, in data non conosciuta, anche a Piazzi:
Il 14 gennaio 1802 von Zach scrisse ad Oriani {L-00205}, ma questi passò circa due mesi (dicembre 1801-gennaio 1802) alla consulta di Lione, e per molte settimane non ricevette le lettere di Piazzi e Zach (mandando in crisi entrambi). Dopo il suo ritorno, scrisse a Zach (10 febbraio) {L-02096} e, in data non conosciuta, anche a Piazzi:
Oriani a Piazzi, febbraio 1802, {L-00955} I09199 I09696 D18020200
Oriani: {B-0308.00_.1874} p. 56 ➤ Arrivo in questo momento da Lione (1), dove mi sono annojato infinitamente per due mesi continui, e trovo due lettere dell’astronomo di Gotha per voi e molte altre per me. Vi spedisco immediatamente le dette lettere colla posta d’oggi, e vi trascrivo le osservazioni del vostro pianeta Cerere, che furono fatte in Germania. Osservazioni di Zach a Seeberg: [...] Osservazioni di Olbers a Bremen. [...] In Milano i miei colleghi non 1'hanno ancora veduto, e credo che nè anche in Parigi finora siasi osservato. Intanto mi rallegro vivamente con voi della vostra scoperta, ora messa fuori d'ogni dubbio, e spero che mi comunicherete le osservazioni da voi fatte. Fra due o tre giorni vi spedirò per la via di Genova l'involto dei libri mandati da La Lande, il tomo della Società italiana, le nostre Effemeridi, gli Opuscoli, ed un mio libercolo sulle nuove misure ed i nuovi pesi.
(1) La Consulta di Lione, di cui Oriani era membro, terminò negli ultimi giorni di gennajo 1802 (THIERS, Consulat et Empire, liv. XIII). Quindi Oriani non potè arrivare a Milano che nel febbrajo consecutivo. Onde si può supplire, come abbiamo fatto, la data mancante di questa lettera. Essa arrivò a Palermo il 12 marzo, o poco prima, siccome consta dalla risposta di Piazzi, qui appresso segnata col numero L.
Piazzi dovette aspettare settimane prima di ricevere questa lettera, e nel frattempo rimase in ansia. Ecco tre sue lettere:
Piazzi a Oriani, 2 marzo 1802, {L-00946} I09696 I09199 D18020302
Piazzi: {B-0308.00_.1874} p. 56 ➤ Egli è dal mese di luglio, che non ho più la consolazione di ricevere vostre lettere. Quale ne sia la cagione non saprei pensarlo. Non voglio certamente credere che mi abbiate tolta l'amicizia vostra. Nel timore che le vostre o le mie lettere si smarriscano, ho preso il partito di mandare la presente a un negoziante, che ve la consegnerà, ed al quale potrete dare la risposta ed i libri, che mi scrive La Lande di avervi spediti per me. Ai medesimi vi prego di unire le vostre Effemeridi e gli Opuscoli interessanti che mi mancano da più anni. Li 23 del passato febbrajo ho cominciato ad osservare nuovamente il mio pianeta, e penso di seguirlo sino a che sarà visibile al suo passaggio al meridiano, con animo di calcolare in seguito sulle sole mie osservazioni l'orbita sua e le tavole. In questo lavoro sarebbe egli un'indiscrezione, se vi pregassi di darmi qualche lume e suggerirmi le formole che possono meglio giovarmi, senza che io sia obbligato a riandare la teoria dell’ attrazione? lo che mi farebbe perdere molto tempo in una circostanza in cui mi trovo altronde occupatissimo. Il sig. Zach dalle A. R. del nuovo pianeta, che io ho pubblicato, ha dedotto un tempo medio diverso dal mio. L’errore è dal canto suo, che non ha tenuto conto del cambiamento dell’ equazione del tempo da mezzodì al momento dell'osservazione. Malgrado ciò, io me gli professo sommamente obbligato; mi ha trattato come avrebbe fatto col più cordiale amico e tenero fratello. Il dott. Seiffer ha tradotto in tedesco la mia Memoria sul nuovo pianeta, alla quale ha fatto una dotta appendice. Me ne ha mandato diverse copie, e, tra le altre, una per voi, che spero di farvi capitare quanto prima. Salutatemi l'ab. Testa ed i i vostri colleghi, e di cuore vi abbraccio.
Piazzi a Bode, 2 marzo 1802, {L-00232} I09696 I01252 D18020302
Bode: {B-0047.00_.1802} p. 89 ➤ Il 9 aprile ho finalmente ricevuto una risposta dal signor Piazzi, datata Palermo, 2 marzo, alla mia notizia della riscoperta di Cerere da parte di Mr. v. Olbers, inviata a lui il 12 gennaio. Egli scrisse: Solo il 23 febbraio *) ho ritrovato il mio pianeta **), fino a quel momento, a causa del maltempo, non fu possibile effettuare una singola osservazione. Vi ringrazio per le vostre congratulazioni, e le ricambio con quelle mie, perché lei merita molto. Seguirò il mio pianeta costantemente; e dal momento che mi chiede le mie osservazioni, le condividerò volentieri con lei, ma chiedo per contro le vostre, così come le notizie su tutto ciò che è noto in Germania di questo pianeta.
*) La lettera era datata 2 marzo, e iniziò: Solo questo 23 io ho trovato il mio pianeta, ecc.; io intendo 23 febbraio.
**) Senza dubbio, in ragione della mia lettera del 12 gennaio, che deve essere stata ricevuta dal signor Piazzi intorno al 20 febbraio.
Piazzi a Oriani, 12 marzo 1802, {L-00947} I09696 I09199 D18020312
Piazzi: {B-0308.00_.1874} p. 56 ➤ Ricevo una carissima vostra che mi è stata del massimo piacere. Essendo lunghissimo tempo che non aveva vostre nuove, nè sapendo la vostra gita a Lione, mille pensieri mi passavano per la testa. In tale perplessità mandai in Genova una lettera per voi (1), perchè da persona sicura vi fosse costì rimessa. Ora sono tranquillo, e mi consolo di cuore che godiate buona salute e vi siate restituito nel vostro santuario. Se vi è mai stato un tempo in cui meglio convenga tenersi in cielo, che in terra, si è certamente il presente. Delle due lettere di Zach, che mi scrivete d’avermi mandato, non ne ho ricevuta che una sola, quella, cioè, nella cui sopracarta erano scrilte di mano vostra le osservazioni di Zach e di Olbers. La stagione qui è stata pessima per le osservazioni. Dal 26 dicembre al 23 febbrajo non ho potuto fare una sola osservazione. Li 23 febbrajo finalmente si ebbe una bellissima notte, nella quale, avendo cercato Cerere cogli elementi di Gauss, mi riescì di subito ritrovarla, siccome me ne accertai coll’osservazione dei 25, il cattivo tempo non avendomi permesso di osservare la notte dei 24. Dal 26 in poi l'ho già osservata più volte al suo passaggio al meridiano, nè lascierò di osservarla quante volte sarà essa visibile. Li 10 del corrente marzo, essendo il cielo assai bello, dopo del passaggio al meridiano, tentai di seguirla e continuare ad osservarla, avendo tolto il lume, ed all’ oculare solito sostituito un ingrandimento di 170 volte. Il mio tentativo riuscì felicemente; l’osservai dunque per più di mezz'ora: il suo colore non era più, siccome compariva col lume, simile a quello di Giove, ma piuttosto rossiccio: la grandezza uguagliava a un dipresso quella delle stelle di 6a in 7a. Ma ciò che mi colpì più particolarmente si fu un puntino lucido appena visibile, e che non si distingueva che quando era nel mezzo del campo. Giaceva questo punto a levante di Cerere quattro minuti circa al nord. Sono impazientissimo di assicurarmi se mai fosse una stelluccia: ma temo che non potrò farlo per molte sere, avendo questa mattina cominciato nuovamente a spirare scirocco, che sempre in questo cielo suol essere accompagnato da densa nebbia. Se prima della partenza della posta avrò fatto qualche cosa, non lascierò di soggiungervelo. Io avrei in animo di calcolare l’orbita di Cerere sulle mie sole osservazioni fatte e che farò fino a tutto maggio. Potreste voi facilitarmi questo lavoro col somministrarmi le formole più spedite e sicure? Presentemente sono troppo caricato di fatica per riprendere, siccome si converrebbe, la teoria dell’attrazione. Se però amate voi meglio d’intraprenderia, altro non potrò fare che mandarvi le mie osservazioni, sempre che vi possano esse servire. Zach ha ritrovati molti errori nelle due tavole della mia Memoria: uno veramente è un poco grossolano, così che io me ne vergogno, nè capisco come vi sia caduto. Per abbreviare la conversione del tempo sidereo in medio, essendomi servito delle ascensioni apparenti del Sole dell’Almanacco Nautico, invece di applicare l’equazione del tempo immediatamente all’ascensione retta per mezzodì, l’applicai alla sua differenza coll’ascensione retta, del pianeta; quindi vi feci la correzione corrispondente all’intervallo trascorso da mezzodi al momento dell’osservazione, correzione che non ha affatto luogo, siccome è chiaro. Nè di ciò mi sono avveduto che dopo di aver ricevuta la lettera, che voi m’avete mandato, di Zach; perciò non vi faccia meraviglia quanto vi scrissi nell’ altra mia. Gli altri errori però non meritavano che Zach ne facesse alcun caso, essendo o di stampa o di penna, e che non potevano affatto influire sui risultati nè miei, nè di Gauss. Intanto sovvenitevi, che io stesi quella Memoria contro mia voglia, perchè in uno stato di convalescenza da lunga e pericolosa malattia, da cui non so come sia campato. E vi posso soggiungere che solo in questo inverno mi sono pienamente ristabilito. Continuatemi la vostra amicizia, che mi è cara più assai che forse non possiate credere. Salutatemi i vostri colleghi e Testa.
(1) È la lettera precedente, n. XLIX.
Oriani apprese della riscoperta di Cerere solo all'inizio di febbraio ma, come al solito, le condizioni atmosferiche a Milano non gli consentirono subito di osservare il pianeta; il 17 marzo con {L-01685} comunicò a Zach di esserci finalmente riuscito, il 23 febbraio. Anche Piazzi osservò il suo pianeta il 23 febbraio, e lo comunicò a Bode il 2 marzo, con {L-00232}; la prima notizia l'aveva ottenuta proprio da Bode, con {L-00233} del 12 gennaio.
Il 10 aprile Olbers rispose a Piazzi:
Il 10 aprile Olbers rispose a Piazzi:
Oriani a Piazzi, 10 aprile 1802, {L-00169} I09199 I09696 D18020410
Oriani: {B-0308.00_.1874} p. 58 ➤ Ho ricevuto quasi contemporaneamente due vostre lettere, una per la via ordinaria di terra, e l’altra dal signor Gnecchi di Genova. Vi ringrazio della premura che mostrate per la mia salute. Desidero che abbiate tutta la cura per la vostra, acciò possiate più lungamente lavorare e promovere, come avete fatto finora, la bella scienza che coltivate. In Lione ho parlato di voi a Bonaparte, che mostrò molta soddisfazione nel sentire che eravate nato nella Valtellina. Parlò del vostro pianeta, che allora non era ancora stato riveduto (1a), e sulla asserzione di Laplace (2a) egli credeva alla sua reale esistenza, più che non credeva La Lande. Questo vecchio astronomo disse qualche insolenza sulle vostre osservazioni dell'anno scorso, e quando ricevette le ultime vostre correzioni disse che avevate fatto una terza edizione delle osservazioni, tacciandole di chimeriche. Ma bisogna compatire un vecchio, che si vede la morte vicina, e che vorrebbe che tutto morisse con esso lui (3a). Ho calcolato le perturbazioni di Cerere e ve ne mando una copia (1b). Se volete che io trovi gli elementi esatti della sua orbita, colle sole vostre osservazioni, basterà che mi mandiate quelle che avete fatto quest'anno. Se poi volete fare voi stesso questo calcolo, potreste seguire il metodo che io usai per Urano, e che troverete nelle nostre Effemeridi del 1790 e del 1791. Nel giorno 24 febbrajo osservai anch’io Cerere, ma il cattivo tempo non mi permise di verificare l’osservazione se non il 10 marzo; d’allora in poi l'ho continuamente osservata, e spero di vederla ancora per lungo tempo mediante il nostro settore equatoriale. Mi spiace che non abbiate ricevuto tutte le lettere di Zach. Veggo però che le più importanti non si sono perdute. È lungo tempo che quest'astronomo non mi scrive. Ultimamente mi mandò alcuni foglietti del suo Giornale, che io vi spedii immediatamente. Se avrò da esso qualche nuova importante su Cerere, ve la manderò. I miei Colleghi vi salutano distintamente. Testa è a Roma col cardinale Dugnani. Vi abbraccio di cuore.
(1a) Più esattamente: del cui ritrovamento la notizia non era ancora divulgata. Il pianeta era stato già osservato da Zach a Seeberg il 7 dicembre 1801 e da Olbers a Brema il 2 gennajo 1802. Napoleone arrivò a Lione, per la consulta, l'11 gennajo 1802; il suo colloquio con Oriani è certamente posteriore a questa data.
(2a) Del colloquio di Napoleone con Laplace sul pianeta Cerere vi è qualche notizia nella Mon. Corr. di Zach, tom. V, p. 280. Laplace scrive a Zach: « Bonaparte, a qui je parlois de la nouvelle planòte, il y a quelques jours, et qui au milieu de ses grandes occupations porte un vif intérét aux progrès des sciences. et en particulier de l’astronomie, préférerait qu'on la nommât Junon, plûtôt que Cérès; et en cela je suis de son’avis. Il est assez naturel de placer Junon près de Jupiter. »
(3a) Bisogna confessare, che Piazzi corresse a più riprese le osservazioni da lui pubblicate e che i primi dati da lui pubblicati, e comunicati ad Oriani nella Lettera XLII, erano molto lontani dai veri. La Lande dunque non avea interamente torto. Egli stesso poi fece la più onorevole ammenda de' suoi sospetti, e scrivendo a Zach gloriavasi d’esser stato il maestro di Piazzi: «Je ne consentirai jamais à ôter à cette planète le nom de mon élève Piazzi, pour y mettre Cérès, qui n’est rien pour moi.» Monat. Corresp., tom. V, p. 280. La dura sentenza di Oriani deve dunque riguardarsi come effetto d'una momentanea espansione d'amicizia verso Piazzi e non può prendersi sul serio.
(1b) Non fu qui riprodotta; trovandosi già stampata nella Mon. Corr., tom. V. p. 380-588.
Pochi giorni dopo, Piazzi rispose alla lettera precedente di Oriani:
Piazzi a Oriani, 15 aprile 1802, {L-00172} I09696 I09199 D18020415
Piazzi: {B-0308.00_.1874} p. 59 ➤ Vi ringrazio delle osservazioni di Cerere, vostre e d’altri, che m’avete favorito. Eccovi le mie sino al giorno d’oggi. Una copia simile ne ho mandato al barone di Zach; ma chi sa se e quando gli perverrà. La posta soffre ancora molte difficoltà. Se credete che possano far piacere al signor Zach, vi pregherei a mandagliele voi ancora. Il re ha ordinato il conio di una medaglia per questa nuova divinità (2). Subito che sarà fatta, voi l’avrete il più presto possibile. Di qual diametro giudicate voi Cerere? A me pare di 4" circa, nè so combinare il diametro apparente da me osservato con quanto mi scrive il barone di Zach essersi ritrovato dal signor Schroeter a Lilienthal; e molto meno posso persuadermi che sia involta in una densa atmosfera. Verso la fine di marzo, essendo il cielo molto puro, a me pareva assai lucida, da non distinguersi affatto da una stella di 7a 8a grandezza. Dei libri che avete spediti in Genova non ho alcuna nuova...
(2) Intende parlare del suo pianeta.
La storia di Cerere continuò con le successive riscoperte negli anni seguenti, e con il continuo miglioramento dell'orbita: Gauss ebbe molto da fare.